Lettera aperta del CRIPAE - FIERI A VITA per il Nostro Contributo .

Lettera aperta del CRIPAE per Eutelia Nel dubbio VotateVi sempre!!! Partiamo dal problema sociale più sentito in questi giorni nostri. La crisi economica che deriva dalla crisi Finanziaria e di Capitali che si riversa poi sui numeri dell’occupazione. Ma qui in Eutelia la situazione è diversa Il Capitale c’è, è Italiano ed è stato messo soprattutto con i Risparmi dei Piccoli Azionisti per più di 2⁄3 ed è stato Patrimonializzato in Azienda Eutelia. Abbiamo letto su alcune relazioni che in questi anni abbiamo investito 600mln€. Lo abbiamo fatto con i nostri risparmi nulla a che vedere con finanza creativa, siamo un azionariato popolare italiano. La nostra iniziativa imprenditoriale e quindi il nostro Capitale rappresenta un baluardo per la tutela dei Vostri posti di lavoro il Nostro Comitato riunisce i Piccoli Azionisti che da sempre hanno creduto e sono fieri di aver investito per infrastrutturare il nostro paese nell Asset fondamentale per crescita e sviluppo: La banda larga, la Rete in fibra ottica di Eutelia. Fin dal primo momento abbiamo capito che la tutela del Vostro lavoro e quindi del Nostro Investimento passa attraverso lo sfruttamento dell'Asset strategico della Rete in fibra ottica di Eutelia. Insomma non abbiamo scoperto nulla, Chi ha studiato un pò di economia conosce bene quali siano i Fattori della Produzione: la TERRA , il LAVORO ed il CAPITALE nelle proporzioni di Vostro gradimento. Speriamo che con Terra crescano migliori frutti. Purtroppo questi ultimi anni abbiamo vissuto parecchie disavventure che hanno evidenziato tutte le possibili negatività di questa azienda ma un elemento sono convinto sia stato di esperienza positiva : la Formazione del Gruppo, quella professionale rimane indiscutibile. Solo chi lavora in evidente stato di difficoltà porta con se un'esperienza sicuramente pesante ma che deve essere un bagaglio di conoscenze da cui attingere per il futuro. Come un marinaio che va per mare, solo quando si trova nei momenti pericolosi capisce l’importanza di avere uno scafo robusto e quale sia il bene prezioso che si possa perdere, qui sicuramente tutti i componenti hanno percepito il valore dello stare insieme e di remare per la stessa via. Quindi sicuramente finora i fattori Capitale&Lavoro non sono mancati , oggi speriamo di imbarcarre con Noi Imprenditori già del settore che vogliano aiutarci a condurre insieme questa Nave Eutelia, Tutta insieme senza scialuppe di salvataggio privilegiate. Son convinto che sapranno farlo al meglio, utilizzando le risorse umane di Chi ha costruito Eutelia in questi anni, perchè parlano la stessa lingua ed hanno stessi valori culturali e umani, famiglia ed impresa. I primi ad investire su di Noi dobbiamo essere sempre Noi stessi, i veri protagonisti del Nostro futuro, non Ci si può tradire. Nel dubbio VotateVi!!! Auguriamo a tutti Noi un futuro sostenibile di sviluppo e crescita. Torneremo nelle posizioni che Eutelia merita. Grazie Il Cripae P.s. sono graditissimi i commenti e riflessioni questo spazio va inteso anche come un contributo per i dipendenti Eutelia di tutte le sedi affinche possano responsabilizzarsi in un momento particolare

mercoledì 24 dicembre 2008

Dichiarazione di Recesso Di Telecom Italia dalla Rete ULL ?

La seguente notizia IMHO va letta come un Trattato di Pace sull ULL da parte di TI

di BOATRADE


Banda larga sempre più mobile
Nel 2009 si volerà a 21 mbps

di ALESSANDRO LONGO

PARTE la sfida dell'alta velocità su rete cellulare. L'anno prossimo ci sarà un salto in avanti: la banda larga in mobilità, di alcuni operatori, crescerà di quattro volte (almeno sulla carta), grazie alla nuova tecnologia Hspa+. È l'evoluzione dell'attuale banda larga mobile usata da tutti gli operatori italiani, cioè l'Hspa (High speed packet access), che è a sua volta l'evoluzione dell'Umts. Gli operatori interverranno quindi sulla propria rete per adottare l'Hspa+.

L'ultimo annuncio è arrivato, ieri, da Telecom Italia: porterà la banda a 21 Mbps in download e 5,7 Mbps in upload a partire dal primo semestre 2009. ........[...]

(23 dicembre 2008)



di Raffaele Rossi
postato alle 15:04 del 10 dicembre 2008 in TecnologiaTorna alla home

È ancora fresca l’uscita di Berlusconi sulla necessità, a quanto pare inderogabile, di regolamentare internet. Che però, in realtà, è regolamentata già fin troppo.

martedì 23 dicembre 2008

postato alle 12:30 del 23 dicembre 2008 in EsteriTorna alla home

Se il Premier ha il fiuto per gli affari che tutti gli riconoscono, deve averci fatto un pensierino alle dune di petrodollari che vanno a spasso per il mondo in cerca di opportunità. Del resto dismettere il suo attuale business, ormai maturo e fortemente minacciato dall’espansione di internet, per convogliare risorse verso nuove sponde avrebbe anche un senso. Uno se la deve pur fare una pensione, o no?

lunedì 22 dicembre 2008

PUBBLICITA' PROGRESSO



POSTE ITALIANE IN RETI AMICHE

Wi-Fi: al via la connessione gratuita a Roma e in provincia. Zingaretti, ‘Segno di modernizzazione e democrazia contro l'apartheid digitale’

“Il nostro obiettivo - ha sottolineato Zingaretti - è di installare 500 hot spot entro la fine del 2010 per rendere il territorio della provincia di Roma uno dei più tecnologicamente avanzati d'Italia. Sarà possibile associarsi alla rete provinciale anche per centri sportivi e attori privati con un piccolo contributo per l'impiantistica. I nostri prossimi obiettivi sono quelli di portare la banda larga nelle scuole e di aprire 50 punti di cultura e innovazione che favoriscano la creatività dei giovani”.

Dichiarazione di Recesso Di Telecom Italia dalla Rete ULL ?

La seguente notizia IMHO va letta come un Trattato di Pace sull ULL da parte di TI, infatti nel momento che si fa uscire la possibilità di navigare a 28MG in Mobilità, oltrepassando il Doppino in Rame ed il WIMAX, significa che non si faranno investimenti sulla parte finale della rete (il pezzettino di rame che vi arriva a casa), perchè non sarà necessario e anzi sarebbe oneroso nella manutenzione e nella conversione alla fibra , oltre ostacolante come Incubent monopolistico, quindi a qsto punto sarà logico da parte di TI e del Governo MEDIAtico, soddisfare le pressanti richieste ed imposizioni per il ULL, per dedicarsi ai servizi e/o pura convergenza, molto più redditizia , separandosi dal fardello della Rete lasciandola al Pubblico Destino.
Telecom I.: banda larga mobile a 28 mega entro fine 2009



Telecom Italia offrira' nel 2009 connessioni in banda larga mobili fino a 28 Megabit e oggi, per prima in Europa, sperimenta nei laboratori di Torino i prodotti del nuovo broadband che saranno disponibili sul mercato gia' dalla prossima primavera.

Grazie alla tecnologia HSPA+ basata su chipset Qualcomm, si legge in una nota, Telecom Italia sara' in grado di offrire ai propri clienti, gia' a partire dalla meta' del prossimo anno, una prima Data Card per PC in grado di consentire connessioni ad internet in mobilita' ad una velocita' pari a 21 Megabit in download (5,7 Megabit in upload), che arriveranno ai 28 Megabit nella seconda parte del 2009. com/ren

Flores d’Arcais-Violante, scontro in tv sulla questione morale

20 Dicembre 2008

La paga dei padroni


Clicca l'immagine

Milioni di euro di stipendi senza risultati. Fai fallire un'azienda, o quasi. Come l'Alitalia, le Ferrovie dello Stato, la Telecom Italia e, in cambio, ottieni bonus a volontà, stock options, compensi da mille e una notte. Chi pensate abbia pagato gli stipendi faraonici di Cimoli, Buora, Catania, Tronchetti, Romiti, Ruggiero? E' facile rispondere. I piccoli azionisti, i 12.000 licenziati dell'Alitalia, i 9.000 esuberi (per ora) della Telecom, i contribuenti, i cassintegrati. Questi manager sono le nuove zecche dell'economia, si nutrono del sangue delle società. E non falliscono mai insieme all'azienda. Vengono riciclati dal sistema in altre aziende. E' la Cupola dell'Economia. Se esegui gli ordini, non denunci, allora sarai premiato. Un circolo chiuso che non parla, non sente, non vede. E non fa mai nomi.
Il padre di famiglia disoccupato torna a casa, guarda i suoi figli senza un futuro e dopo ascolta in televisione chi ha fatto fallire la sua azienda. Adulato, vezzeggiato, che sprizza milioni di euro dagli occhi. Gli zoccoli dei bisonti sono pesanti. Meglio non trovarsi sulla loro strada in primavera.

Testo intervista agli autori de: "La paga dei padroni".
"La crisi economica durerà almeno due anni dicono gli istituti più autorevoli, eppure tra i grandi manager italiani, uno solo, Alessandro Profumo, il più pagato del 2007, ha detto, quasi fosse una concessione, che nel 2008 non avrà il bonus. Forse una rinuncia dice. Un bonus che è stato di sei milioni di euro nel 2007, ma oltre a questo, la sua paga base è di oltre tre milioni di euro, perciò anche senza bonus, Alessandro Profumo, lo vedremo quando sarà pubblicato il bilancio, avrebbe comunque uno stipendio molto ricco, pari quasi alla media dei primi cento manager italiani che nel 2007 hanno guadagnato quattro milioni lordi a testa ciascuno. E' l'unico ad aver detto di non averne diritto per i pessimi risultati della banca nel 2007. Tutti gli altri sono rimasti in silenzio: da Corrado Passera ad di Intesa SanPaolo, che è un po' il grande concorrente di Profumo dell'Unicredit, ai vertici delle altre grandi banche e delle grandi società industriali, ad esempio la Pirelli, precipitata in borsa, il cui ad Negri è il più pagato con circa sei milioni all'anno. Quindi i picoli azionisti, il pubblico e i clienti di queste grandi società quotate in borsa che amministrano anche il risparmio privato, ma è il risparmio del parco buoi, ossia di coloro che non hanno voce, resta in attesa che anche i grandi capi si adeguino a quelli che sono risultati molto modesti.
Le loro retribuzioni, come abbiamo cercato di spiegare nel nostro libro "La paga dei padroni" edito da Chiarelettere, erano stellari ma non erano agganciate ai risultati, o meglio, non era indicato nei bilanci a quali risultati fossero correlate queste retribuzioni. Quello che noi abbiamo notato osservando la situazione degli ultimi anni è quella che lo stipendio del capo aumentava sempre, indipendentemente dai risultati, e infatti due studiosi americani, pochi anni fa, nel cuore del capitalismo mondial e, hanno scritto un libro che si chiama "Stipendio senza risultati". Quest'esempio vale anche da noi. La politica interviene certamente nelle società pubbliche controllate dallo Stato. Abbiamo visto il caso dell'Alitalia che pur essendo fallita, sta passando ad una cordata di imprenditori privati lasciando il buco del debito sulle spalle dei contribuenti e sugli azionisti che per metà sono privati. Eppure nel 2004, quando il governo era Berlusconi e ministro dell'economia era Tremonti chiamò come se fosse il miglior amministratore del mondo, disse Berlusconi, Giancarlo Cimoli delle Ferrovie dello Stato, gli fu garantito uno stipendio che è stato il più alto fra le compagnie aeree europee, 2,8 milioni lordi nel 2005, più del doppio della Lufthansa, più del triplo dell'Air France, ma l'Alitalia era ed è ancora la compagnia con le perdite più alte del mondo, non soltanto dell'Europa. Il resto delle società e del capitalismo italiano è amministrato da imprenditori privati con pochi capitali, ma che pretendono di avere i propri figli, o di essere sé stessi a guidarle con lauto stipendio, in questo caso la politica direi che è assente. Non c'entra sono decisioni di un sistema chiuso di relazioni, in cui con pochi capitali imprenditori, capitalisti e banchieri si danno un lauto stipendio anche quando gli utili che dovrebbero essere il sistema classico e più corretto di remunerazione del capitale, scarseggiano o sono troppo sottili.
Il problema per quanto interessa a noi, non è tanto misurare gli importi di queste retribuzioni, il nostro problema è, per esempio: Cesare Romiti ha avuto una liquidazione di 100 milioni di euro quando ha lasciato la Fiat dopo 25 anni di servizio. Cioè una liquidazione di quattro milioni di euro per ogni anno di lavoro. La domanda è: perché la Fiat ha dato tutti questi soldi di liquidazi one a Cesare Romiti? Ed ecco che andando a cercare la risposta a questa domanda, si trovano i difetti e le malattie del capitalismo italiano, ciò che oggi i lavoratori e i piccoli azionisti pagano con gli effetti pesantissimi della crisi economica. Quello che noi ci chiediamo, e che dovremmo vedere nel 2009, non è solo se riduranno i loro stipendi adeguandoli alla crisi, ma è vedere se manager e imprenditori, che al loro fianco conducono le aziende italiane, modificheranno il loro comportamento e il loro stile di gestione. Ossia se si occuperanno veramente di contrastare gli effetti della crisi e di fare andare meglio le aziende, oppure se contnueranno a comportarsi nell'analisi del nostro libro emerge in modo lampante, cioè questo modo tipico di occuparsi principalmente degli interessi personali in termini di retribuzioni, ma anche di altre utilità, anziché occuparsi di far andare bene le aziende. Gli importi di cui parliamo sono enormi per il singolo manager che li incassa, ma se spalmati su tutti i dipendenti di un'azienda sono cifre irrilevanti, quindi il problema non è che se i manager guadagnassero meno, le aziende andrebbero meglio, ma è esattamente l'opposto. Se le aziende fossero gestite meglio i manager guadagnerebbero meno. Lo stipendio dei manager non è la causa del cattivo andamento delle aziende, ma è uno degli effetti. E' il sintomo di una cattiva gestione delle aziende. All'estero sta succedendo una cosa più lineare, i manager che hanno gestito male le aziende e le banche vanno a casa. Lo leggiamo tutti i giorni sui giornali. In Italia non sta andando a casa nessuno, anzi sui giornali leggiamo le dichiarazioni di grandi manager e grandi banchieri che dicono che la crisi non accade a causa loro ma la crisi piove dal cielo.
Vediamo all'estero che in questi mesi, da quando si è abbattuta la crisi finanziaria mondiale, non solo molti capitani d'industri a perdono il posto e vanno a casa, ma alcuni hanno dovuto accettare un taglio di stipendio, dei cosiddetti bonus e dei famigerati premi di risultato, ma in alcuni Paesi, come ad esempio il governo della Germania, ha stabilito che i manager se ricevono aiuti pubblici per evitare che l'azienda fallisca, ma anche per evitare di perdere il posto, non potranno guadagnare più di 500 mila euro lordi l'anno. Questo potrebbe anche essere un errore, noi non pensiamo siano giusti i tetti imposti per legge, ma certamente una maggiore moderazione e un maggiore legame ai risultati è opportuno. Negli Usa dove le tre grandi case automobilistiche di Detroit rischiano di non sopravvivere se non riceveranno miliardi di dollari di aiuti, i top manager hanno ormai ridotto la paga base a un dollaro, almeno così annunciano, e il resto del premio sarà pagato se ci saranno i risultati. L'Italia in questo non è pervenuta, nel senso che nessuno ha ancora fatto annunci di questo tipo, tranne Profumo, che come abbiamo detto, è stato costretto dalle difficoltà della banca e dal rischio di andare a casa." Gianni Dragoni e Giorgio Meletti

Eutelia ANTI-DIGITAL DIVIDE

Il progetto per portare la banda larga nelle zone rurali e montane del territorio ha avuto oggi la sua prima tappa in Casentino

venerdì 19 dicembre 2008


BOATRADE Ringrazia
Il Management di EUTELIA che sta rispettando il PIANO INDUSTRIALE lottando contro tutte le avversità ambientali

Promesse:
Arezzo, 31 maggio 2008. Il Consiglio di Amministrazione di Eutelia, riunitosi in data odierna, ha approvato il Piano Industriale per il triennio 2008-2010.
Il Piano prevede per il 2008 ricavi per 475 mln di euro e un EBITDA di 10 mln di euro; per il 2009 ricavi per 516 mln di euro e un EBITDA di 52 mln di euro; per il 2010 ricavi per 551 mln di
euro e un EBITDA di 55 mln di euro.
Per supportare lo sviluppo, gli investimenti previsti nel triennio 2008-2010 ammontano a 60 mln di euro.
In questo scenario di incertezza sull’andamento del mercato nazionale, Eutelia ha definito le linee guida per lo sviluppo industriale, nel breve e medio termine, declinate lungo 3 direttrici principali:

Direttrice commerciale:
1.
Presidio delle aree di mercato su cui Eutelia già opera, con particolare
focus:
- area TLC sul segmento del prepagato e del wholesale
- area IT sul segmento della Pubblica Amministrazione
Sviluppo delle aree di mercato TLC ad alta redditività (clientela finale ad
accesso diretto)‫‏‬
Penetrazione dell’offerta IT di Eutelia sul segmento delle PMI attraverso la
proposizione della suite di servizi EOS
Sviluppo del business internazionale attraverso l’offerta di servizi ICT
chiavi in mano per lo start-up di operatori TLC
2. Contenimento dei costi operativi: definizione di un piano d’azione finalizzato al
cost-saving coerente con l’attuale andamento del business
3. Dismissione di asset non strategici: verranno identificati eventuali asset (es.
immobili) ed eventuali aree di business all’interno del Gruppo, oggetto di
possibile dismissione



FATTI:
18 Dicembre 2008
Da Milano Finanza: Eutelia, il portafoglio ordini cresce del 15% Crescita a doppia cifra per il portafoglio ordini di Eutelia. Grazie all'acquisizione dei nuovi contratti di servizio e al rinnovo delle commesse in scadenza nell'anno, la società ha portato a casa ordini per oltre 13 milioni di euro negli ultimi quattro mesi del 2008. - Roma, 18 dic - Eutelia, in merito alle notizie apparse in data odierna sulla stampa e su specifica richiesta della Consob, precisa con una nota che "il portafoglio ordini è pari a 174 milioni di Euro al 30 settembre 2008, valore stabile rispetto ai 175 milioni di euro registrati al 30 giugno scorso". "Negli ultimi mesi" prosegue la nota "sono stati acquisiti o rinnovati alcuni contratti, grazie alla fiducia che i clienti ripongono nella qualità dei servizi erogati da Eutelia, fra quali si citano quelli con Poste Italiane, Inail, Regione Campania, INPDAP, Banca d'Italia, Pininfarina e Ministero dell'Ambiente".

I GIOCATORI DELLA MAGLIA DEL CUORE SI GIUDICANO MA NON SI FISCHIANO

lunedì 15 dicembre 2008

EUTELIAVOIP


ho scoperto la VIRTUAL CARD
per gli Amici Extracomunitari


Se proviamo a riassumere le caratteristiche/funzionalità del servizio EuteliaVoip, ti accorgi che ti offre:

1) Registrazione gratuita
2) Gratis fino a 15 numeri geografici nazionali ed internazionali fra telefono e fax
3) Gratis servizio fax virtuale in ricezione
4) Gratis l'attivazione del servizio di trasferimento di chiamata, si pagano solo le chiamate tra
sferite
5) Gratis segreteria telefonica, accessibile anche da fuori
6) Gratis oscuramento/visualizzazione del numero chiamante
7) Gratis la Portabilità del Numero
8)Virtual card, cioé po
ssibilità di usare la ricarica EuteliaVoip per chiamare da qualsiasi telefono fisso, cellulare o cabina telefonica, tutte le destinazioni nazionali e internazionali, fisse o mobili. Praticamente puoi usare il credito telefonico anche non da client voip
9) Tariffa verso Tim, Vodafone e Wind a 15 cent/minuto
10) Blocco selettivo delle chiamate gestibile in autonomia da interfaccia web
11) Gestione fax: archivio dei fax, spedizione da web, da email o da sw specifico
12) Pubblicazione in elenco telefonico
13) Centralino virtuale a prezzi strepitosi
14) Tantissime possibilità di ricaricare il tuo account in maniera semplice, veloce ed efficace (20.000 ricevitorie Sisal, 2.000 sportelli bancomat, oltre naturalmente a carta di credito da web o chiamando numero verde, bonifico bancario, bonifico postale)
15) Gratis attivazione della possibilità di ricaricare in modo automatico il tuo account per non rimanere mai senza credito telefonico: autoricarica per raggiungimento di una soglia minima da te liberamente definita o ridefinita
16) Sconti per grandi consumi
17) Possibilità di diventare rivenditore
18)Offerta strepitosa di telefono VoIP in omaggio con ricarica da 19,00 euro (con credito telefonico di 19,00 euro)
19) Servizio 'alive' di richiesta supporto ovvero la possibilità di monitorare lo stato di avanzamento della propria richiesta di supporto.



Heiii Fonzie? No Ponzi Scheme............




Coltivate la Vostra Testa di Rapa altrimenti vi troverete impiccati all'Albero dei Soldi imprecando contro il Gatto&Volpe

MADOFF
Con un nome un pò così con una faccia un pò cosi ......

Così Bernie ha ideato una truffa da 50 miliardi
di Antonella Olivieri
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13 dicembre 2008


Per quasi 50 anni Bernard Madoff, "Bernie" per gli amici, ha gestito la sua attività di brokeraggio a New York come "family business". E come un affare di famiglia questo settantenne dall'aspetto bonario pensava di concludere la sua onorata carriera prima di consegnarsi alle autorità per quello che potrebbe rivelarsi come il più grande scandalo della storia di Wall Street. All'alba di giovedì, quando ....continua...
Gli OLO sfidano l'Incubent
IL CAMPIONE ITALIANO TELECOM ITALIA

ma c'è un David
(Euteliavoip e Noverca)
che puntano alla sopravvivenza contro Golia con l'arma letale del
NUMERO GEOGRAFICO

leggete i seguenti articoli per capire la valenza di questa strategia di sostituire il Canone voce&Internet o ADSL ULL in Wholesale(affittare i fili in rame da telecom all'ingrosso) con una ADSL NAKED o UNA FLAT DATI SUL CELLULARE (o connessione wireless)
MI PRENDO UN NUMERO GEOGRAFICO !!!!!!! ed il canone lo lascio pagare alla Nonna con la vecchia SIP
Ricordo che le connessioni wireless possono essere :
TOOWAY LTE WIMAX GPRS WIFI

2008.11.07 - Libero Mercato - Quali garanzie di sistema con le nuove tariffe

Stefano Quintarelli

Nei giorni scorsi Telecom Italia ha chiesto all'Autorità delle Comunicazioni l'autorizzazione all'aumento delle tariffe relative al canone telefonico (mercato al dettaglio) ed anche del canone all'ingrosso con cui affitta i fili agli operatori concorrenti.




SUPPLEMENTO AFFARI E FINANZA
ultimo aggiornamento 15 Dicembre 2008
PRIMO PIANO
"Attenti a proteggere i campioni"
STEFANO CARLI

«Open Access una decisione storica? Non mi pare. Intendiamoci: è un passo positivo da quel che se ne vede per ora. Promette di portare più trasparenza e migliori condizioni di accesso alla rete di Telecom Italia

sabato 13 dicembre 2008

QUANDO IL TUO MOBILE DIVENTA un chiodo FISSO

Queste info possono essere considerate consigli per gli acquisti in campo Infotelematico oppure occasioni di risparmio e divertimento alla scoperta del nuovo mondo delle telecomunicazioni.

Chi di Voi ha un Partner Straniero? con cui desidera sentirsi oltrechè chattare?, senza pagare le tariffe internazionali, sostituendole con tariffe urbane o al max interurbane utilizzando il telefonino!!!??
(Alcuni Operatori FISSI stranieri limitano l'accesso ai server Voip italiani per cui alla mia Amica Russa(vedi foto), ho dato il mio account sip eutelia e relativo numero geografico e Lei lo ha inserito nel Suo cellulare Nokia tramite Fring, connettendosi con la sua Ncc dati (SIM RUSSA DATI) , perchè la linea fissa Russa ha una limitazione all'accesso nei server voip italiani, come del resto altri Paesi che non intendono perdere il traffico-voce)
E' ottimo anche per chi è stanziale in Italia e desidera rimanere connesso anche ai Socialnetworking come Facebook !!!!!

EBBENE non vi resta che SCOPRIRE IL NUMERO GEOGRAFICO !!!!! ed installare dei clients per l'utilizzo più pratico come Fring o
Nòverca

Il numero geografico è un nuovo servizio che ti rende reperibile ovunque tu sia, da parte di chiunque: è un normale numero di telefono fisso da scegliere tra 231 distretti telefonici italiani e che sarà sempre tuo. Così anche chi non usa il Voip(Mamma e Papa con la cornetta di Telecom) potrà chiamarti dal proprio telefono (fisso o cellulare) e parlare con te.

Con il tuo numero geografico di Roma, ad esempio, i tuoi amici e la tua famiglia potranno contattarti alla tariffa urbana o nazionale del loro gestore anche se ti trovi a New York o a Sydney!

EUTELIA EUTELIAVOIP






o

NòVERCA






logicamente italiani, se siete Voi che c
omandate le telefonate e offrite la possibilità di risparmio a chi vi chiamata.

A NATALE siate più buoni(aiutate le Aziende italiane) e fateVi il regalo di risparmiare e far risparmiare !!!!!




Noverca: operatore mobile virtuale nel 2009




Anche Noverca non resiste al fascino della telefonia mobile, tanto da diventare operatore mobile virtuale nei primi mesi del 2009.

Noverca già presente nel mercato VoIP, distribuirà il servizio tramite la rete TIM, grazie all’accordo firmato lo scorso 18 aprile 2008.

TIM fornirà a Noverca SIM card, comprensive di archi di numerazione dedicati, nonché servizi di telefonia e accesso dati sulle reti GSM/GPRS e UMTS/HSDPA.

Grazie all’esperienza nel settore VoIP, Noverca dovrebbe integrare le due piattaforme nei servizi offerti.

I servizi offerti spazieranno dalla telefonia mobile alla telefonia VoIP e dai servizi a valore aggiunto, come il mobile infotainment e la videosorveglianza domestica, a quelli di mobile payments e di mobile banking, questi ultimi sviluppati congiuntamente con Intesa Sanpaolo.

venerdì 12 dicembre 2008


LA GIUSTA DIREZIONE ITALIANA

In Italia siamo ancor più in difficoltà stretti tra Debito Pubblico e Produttività,.
"

Crisi, anche i bond tedeschi in difficoltà - 11/12/2008

L’asta di ieri per le obbligazioni a due anni ha visto raggiungere solo per un soffio la quota di 7 miliardi di euro voluta dal governo di Berlino.

Gli investitori stanno cominciando ad evitare uno degli asset ritenuti più sicuri al mondo: i bond tedeschi. L'asta di ieri per le obbligazioni a due anni ha visto raggiungere solo per un soffio la quota di 7 miliardi di euro voluta dal governo di Berlino. Una novità assoluta per i mercati finanziari. ( VALORI.it )

"
ma Scajola ed Io, sappiamo che nei momenti difficili, gli italiani hanno saputo sempre uscirne al meglio,....preghiamo. Sentito anche Ennio Doris, oltre a sapere che in questo periodo, a tanti gira la testa, vede che molte più banche come Avvoltoi girano intorno a Noi, è convinto, che nei momenti di calo borsistico bisogna investire, per esser poi nel lungo, vincenti sull'obbligazionario.
Ma allora qle business sarà certo di esistere tra qlche anno?
più quello dell'auto(business maturo e da reinventare) o qllo di internet fisso-mobile(filone d'oro e innovazione/ricerca=produttività da percorrere)?
Suggerimento:
Usa: Senato non approva piano salvataggio settore auto -2-
"La Casa Bianca "valutera' le opzioni"

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 12 dic - Immediata
la reazione della Casa Bianca. Il portavoce, Tony Fratto, ha
dichiarato che e' "spiacevole che il Congresso non sia
riuscito a procedere. Valuteremo le nostre opzioni alla luce
del fallimento al Congresso". Fratto ha sottolineato che le
misure sottoposte al voto erano "il migliore modo per
evitare una bancarotta disordinata del settore auto e per
assicurare nel contempo ai contribuenti che i fondi
sarebbero stati destinati solo ai gruppi i cui 'stakeholder'
fossero disposti a prendere difficili decisioni per
sopravvivere".
"Sara' un Natale molto molto brutto per un sacco di
gente, alla luce di quanto successo", ha commentato il capo
della maggioranza al Senato, Herry Reid, uno dei democratici
che avevano spinto il piano di salvataggio". "Non oso
pensare a come reagira' Wall Street. Non sara' un bel
vedere", ha aggiunto.
bli

(RADIOCOR) 12-12-08 09:09:20 (0041) 3 NNNN "




:clap::clap::clap::clap:
GO SCAJOLA GO !!!! con BRUNETTA si combatte la Tempesta Perfetta!!!OK!

Ministro Claudio Scajola

“Il potenziamento delle infrastrutture, dei trasporti e della logistica è un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere in uno scenario di concorrenza sempre più agguerrita come quello attuale. Consapevole di questa necessità, il Governo Berlusconi intende porre rimedio alle gravi carenze infrastrutturali, materiali ed immateriali, che ci vedono indietro rispetto ai nostri partner europei. Siamo già intervenuti sulla programmazione 2000-2006 dei fondi FAS, concentrando le risorse non ancora impegnate su alcuni grandi “progetti Paese”, che favoriranno lo sviluppo di una rete infrastrutturale. Seguiremo la stessa logica di concentrazione anche per la programmazione 2007-2013, che impiega circa 120 miliardi di euro.”

In un'economia sempre più terziarizzata, il trasporto di beni e persone non si realizza in modo efficace e competitivo se non può giovarsi della logistica più avanzata: occorre fornire a committenti e clienti informazioni in tempo reale su tempi di consegna, ritardi, cambiamenti di percorso, condizioni meteo, tracciabilità delle merci, opportunità di utilizzo di mezzi alternativi di trasporto: informazioni che viaggiano solo attraverso le nuove tecnologie applicate ad una solida rete fisica di infrastrutture di qualità.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario sviluppare la banda larga, ma anche immettere nel sistema una massiccia dose di innovazione, che dia alla rete dei servizi quell'elevato contenuto tecnologico che la moderna competizione dei territori e dell'economia di mercato richiede.

La ricetta seguita dal Governo tiene conto di questa duplice esigenza.
Grazie agli 800 milioni di euro che abbiamo messo a disposizione con il disegno di legge all'esame del Senato, entro il 2015 il Paese potrà disporre di una rete a banda larga di nuova generazione diffusa sul 60% del territorio nazionale.
La disponibilità della banda larga nei settori dei servizi di trasporto e della logistica favorirà la competitività del nostro sistema produttivo nei mercati internazionali, sostenendo in particolare lo sviluppo delle piccole e medie imprese, troppo spesso isolate.
Per lo sviluppo di progetti innovativi, le imprese possono, inoltre, contare su ulteriori 570 milioni di euro, di cui 180 espressamente destinati al settore della mobilità sostenibile, che attiveranno investimenti per circa 550 milioni complessivi.

giovedì 11 dicembre 2008


Telecom I.: gli impegni sulla rete, in vigore da 1* gennaio

ROMA -Gli impegni di Telecom Italia per la rete d'accesso sono volti a "garantire appieno parita' di trattamento interna ed esterna, risolvere problemi concorrenziali nell'accesso e quindi in tutta la filiera del settore, assicurare condizioni pro-concorrenziali anche nella fase di transizione alle Ngn, rimuovere le conseguenze anticompetitive di illeciti contestati a Telecom Italia in procedimenti sanzionatori".

Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa il presidente dell'Agcom, Corrado Calabro', illustrando gli impegni assunti da Telecom Italia e approvati dall'Autorita'.

L'Agcom prevede un "continuo monitoraggio" che si basa su tre pilastri. In primo luogo, la costituzione di un "Organo di vigilanza sul rispetto degli impegni" per garantire massima efficacia in fase di enforcement. In secondo luogo, organismi di risoluzione delle controversie fra Telecom e gli operatori alternativi. In terzo luogo la creazione del Comitato Ngn Italia per lo sviluppo delle reti di nuova generazione.

Parte integrante degli impegni e' Open Access, la nuova divisione di Telecom Italia, con uno staff proprio e separato dal resto del gruppo, che gestisce le funzioni aziendali legate alla rete di accesso in rame, alla rete di accesso in fibra ottica e alla rete di backhaul in rame e/o fibra ottica. "Telecom Italia si e' impegnata a non effettuare alcuna rilevante modifica a Open Access -ha spiegato Calabro'- se non previa approvazione da parte dell'Autorita'".

Telecom Italia si e' impegnata ad creare una nuova struttura per la "soluzione delle controversie con gli utenti finali", ha detto poi Calabro', e inoltre a "definire un piano di riduzione delle istanze pendenti e di evasione di quelle nuove", relazionando all'Autorita' con cadenza semestrale.

Gli impegni sulla rete prevedono inoltre "un sistema di monitoraggio dei servizi regolamentati basato sulla comparazione di indicatori di performance e di obiettivo relativi alla qualita' del servizio e alla parita' di trattamento", che saranno fissati annualmente da Telecom Italia e dall'Autorita'. L'azienda prevede una "specifica contabilita' separata per le attivita' di Open Access".

A cadenza trimestrale, verranno diffuse tutte le informazioni sui piani di Telecom Italia riguardanti lo sviluppo della qualita' della rete di accesso e la creazione di nuove reti. Sempre ogni trimestre, Telecom dara' conto dei risultati raggiunti nell'implementazione dei piani medesimi. "Cosi' gli altri operatori faranno i loro piani industriali sapendo prima cosa vuole fare Telecom" ha detto Calabro'.

mercoledì 10 dicembre 2008

BUFALE ALLO SPORTELLO - CLAMOROSO PASSO INDIETRO DELLE BANCHE ITALIANE - DOPO LE FIGURACCE SUI BOND LEHMAN L’ABI SI RIMANGIA CINQUE ANNI DI INIZIATIVE FANTOCCIO TARGATE PATTICHIARI - NIENTE PIU’ CONSIGLI SUGLI ACQUISTI AI RISPARMIATORI SPROVVEDUTI…

2008.11.28 Espresso - Internet / Il paradosso wireless

L'Italia è in fondo alle classifiche del WiFi. Ma se molte aree non sono connesse, ci sono comuni coperti due o tre volte. Perché non esiste alcun coordinamento

Che fine ha fatto la rivoluzione WiFi, la promessa di Internet veloce senza fili a buon mercato? Mentre all'estero va avanti, in Italia pare azzoppata nel presente e sotto grosse nubi nel futuro. Le iniziative non mancano, ma sono prive di un coordinamento complessivo.

A cominciare dal WiFi più noto: quello in luoghi pubblici, aeroporti, hotel. In Italia ci sono 4.100 punti di accesso WiFi di questo tipo: un quinto di quelli francesi. Anche in Spagna ce ne sono di più. Ed è un mercato stagnante, "rimasto di nicchia, solo per le persone che viaggiano per lavoro", dice Mario Gelmini, responsabile marketing fonia e broadband di Telecom Italia, che ha una delle reti più capillari (mille punti di accesso). Altro che Internet per le masse, insomma. Gli utenti WiFi sono circa 200-300 mila in Italia e non hanno vita facile: "I prezzi delle connessioni da noi sono alti e in concorrenza con le reti mobili banda larga degli operatori cellulari, diffuse e ben funzionanti", spiega Stefano Quintarelli, uno dei massimi esperti di Internet in Italia. All'estero invece il WiFi è popolare anche perché è facile averlo gratis. "A Londra", racconta Quintarelli, "è normale fare le riunioni di lavoro nei bar con il WiFi gratis. Prendiamo un caffè e tutta la mattinata lavoriamo al tavolo". A New York o a Vancouver è la stessa cosa, in Italia è fantascienza. Pesano vari motivi, come l'assenza di grosse catene (tipo Starbucks), ma più di tutto una legge: il decreto Pisanu, voluto dal precedente governo Berlusconi, che impone stringenti misure di sicurezza a chi offre accesso a Internet. I bar e i negozi dovrebbero investire in sistemi informatici complessi per ottemperare e quindi rinunciano. Solo in Italia, tra i paesi occidentali, c'è una legge così.

Un filo di speranza, per rendere popolare l'accesso WiFi, viene da un progetto che la Provincia di Roma annuncerà a metà dicembre: "Al lancio avremo 40 punti di accesso WiFi a Roma e in una ventina di comuni: un'ora gratis al giorno per utente", spiega Francesco Loriga, dirigente sistema informatici della Provincia e responsabile del progetto WiFi. Coprirà un centinaio di comuni, con un investimento da 2,5 milioni di euro. Anche in questo caso si combatte con leggi che mettono i bastoni tra le ruote dell'innovazione: "L'apparecchio che dobbiamo installare per creare una rete WiFi costa ormai poco, circa 100 euro. Ma ci dobbiamo pagare sopra una tassa di 50 euro", dice Loriga.

Sta crescendo molto di più un tipo speciale di WiFi: quello che porta Internet banda larga nelle case, nelle zone di digital divide, attraverso reti senza fili. È un sostituto dell'Adsl, che in queste zone non è disponibile. Sono una quarantina gli operatori che offrono questo servizio, quasi sempre piccole aziende locali, e hanno un bacino di circa 100 mila utenti. A oggi la rete più grande è di Ngi (del gruppo inglese BT), che copre 3 mila comuni nel nord Italia. "Finora, dal 2007, abbiamo speso 4 milioni di euro, ne investiremo altrettanti nel 2009, quando copriremo il 90 per cento della popolazione del Nord", spiega Luca Spada, amministratore delegato di Ngi, che conta di raggiungere il profitto tra otto mesi. Questo è un business fatto da aziende che hanno scelto di andare in zone dette di 'market failure', cioè dove i grandi operatori hanno rinunciato a offrire servizi perché temevano di perderci.

Il rischio però è che tutto sia poco coordinato. Infatti ora diverse Regioni e Province stanno facendo bandi di gara dove il vincitore sarà finanziato con fondi pubblici per creare una rete in zone di digital divide e offrire servizi banda larga senza fili. Alcune delle ultime gare, anche se sono state ideate per combattere il digital divide, finiranno per coprire comuni che sono già raggiunti dai servizi di operatori senza fili. I quali vi hanno investito propri soldi, senza sussidi. "Ora ci troveremo un concorrente che potrà fare prezzi stracciati perché sostenuto da fondi pubblici, mettendo al rischio il nostro investimento", dice Spada. A fine ottobre e il 7 novembre si sono chiuse per esempio le gare 'anti digital divide' della Regione Veneto e della Valle d'Aosta (2,4 e 1,9 milioni di euro). "Copriranno comuni già raggiunti da noi e altri, come FastAlp, E4A e PopWiFi. Per esempio, in provincia di Vicenza", dice Spada.

Non solo: tra un mese arriva un bando di gara da 7 milioni dalla Regione Lombardia, dove "la copertura per alcune province è stata già decisa e riguarda purtroppo anche comuni già raggiunti da noi e da altri", continua Spada.

Il danno è doppio. Da una parte, c'è spreco di fondi pubblici, che potrebbero essere utilizzati tutti per le zone in vero digital divide (così invece qualche comune resta scoperto mentre altri hanno due o tre reti sovrapposte). Dall'altra, il pericolo di trovarsi un bando di gara tra le ruote scoraggerà i provider a portare banda larga a zone sfortunate. Si noti infine che è una situazione anomala anche perché le regole comunitarie permettono l'intervento di fondi pubblici per reti banda larga solo in zone di digital divide (di 'total market failure'). Com'è potuto succedere? "Per decidere i comuni da coprire, abbiamo chiesto ai provider di dirci dove avevano già messo le antenne. Ma non tutti hanno risposto al nostro appello: peggio per loro", dice Stefano Cominato, dirigente informatico per la Provincia di Vicenza.

"Il problema è che si agisce senza un coordinamento dall'alto. Manca un registro che permetta agli enti pubblici di sapere in quali zone gli operatori offrono i propri servizi", spiega Quintarelli. Eppure più volte i governi (dal 2001) hanno annunciato una 'cabina di regia' ministeriale, per il problema digital divide: per coordinare gli investimenti pubblici con quelli privati, evitare sovrapposizioni e sprechi.

Nonostante tutto, le aziende non hanno perso la voglia di scommettere nel business del wireless. Anzi: è proprio adesso che si comincia a fare sul serio, con investimenti di centinaia di milioni. La nuova avventura si chiama WiMax, evoluzione del WiFi per portare la banda larga in case e uffici. Sono arrivate le prime offerte e sono di Linkem, che vi spenderà 180 milioni da qui al 2012 per coprire varie regioni (a partire da Lombardia, Lazio, Puglia, Calabria, Piemonte). A sostenere Linkem c'è, tra gli altri, la Sopaf dei fratelli Magnoni, già fiancheggiatori di numerose imprese finanziarie del settore tlc (come la scalata Colaninno a Telecom Italia). "Su di noi hanno investito già oltre 20 milioni", dice Rota. Ancora di più punterà Aria, sul Wimax: 250 milioni da qui al 2011 e lancerà le offerte il 15 dicembre (in Lombardia, Toscana, Veneto, Umbria). Ha il sostegno, tra gli altri, di Goldman Sachs. Sorprende una simile scommessa, in un business tutt'altro che garantito: "Il WiMax potrebbe rivelarsi un abbaglio. Non ha spazi sufficienti di mercato, l'Adsl e le reti Umts sono ormai troppo diffuse. Non rientreranno mai in quell'investimento", prevede Quintarelli. E non è il solo a pensarla così.

Se però la scommessa riesce, scompiglierà i rapporti di forza nel mercato tlc italiano, portando nuovi concorrenti. Se invece fallisce, sarà il colpo di grazia al già malfermo e più volte azzoppato business del wireless.

Intervista di PUNTO INFORMATICO a
Quintarelli e Fuggetta
Dialogo di inizio Estate 2008 tra
L'esperto Dott. QUINTARELLI e BOATRADE


Se l'Italia fosse fibra e fosse wireless


Roma - WiFi, WiMax, 3G, fibra ottica: sono almeno quattro i fronti di sviluppo possibili per le telecomunicazioni, ma non è detto che insieme possano garantire lo sviluppo delle reti, anzi, qualcosa potrebbe, e forse dovrebbe, perdersi per strada. Puntare su una singola risorsa avrebbe il vantaggio di far convergere gli investimenti, ma non è detto che la soluzione passi soltanto per la connettività senza fili o la fibra.

Se diversi tipi di clienti e diverse aree del paese potrebbero avere diverse esigenze, quel che è ormai condiviso da più parti è che nell'attuale quadro economico sia impossibile pensare ancora ad una concorrenza infrastrutturale sul mercato: "Avrebbe senso, per esempio, che anche in aree ad alta densità come Milano ci siano due reti in fibra ottica concorrenti? - si domanda il professor Alfonso Fuggetta, CEO del CEFRIEL - Ha senso duplicare gli investimenti per una stessa tecnologia sullo stesso territorio?".

Forse è giunto il momento che il mercato cambi, per fare spazio a quello che da più parti è auspicato come "un nuovo monopolio". Detta così potrebbe suonare male, ma la realtà è che probabilmente una concorrenza infrastrutturale sul mercato italiano è diventata impossibile: "Il modello di competizione attuale ha condotto alla situazione attuale - chiarisce a Punto Informatico Stefano Quintarelli, imprenditore e celebre esperto telco - Divora troppe risorse per il reale mercato disponibile".

"La rete fissa sta subendo una sorta di malattia degenerativa - continua Quintarelli - Comincia a morire l'ultimo pezzo, le linee fisse vengono disdette e mancano i ricavi: per ogni abbonato perso Telecom perde il doppio, perché oltre al guadagno che scompare deve anche continuare a provvedere alla manutenzione della rete".

La marcia trionfale della telefonia mobile, unita a tutta la tecnologia introdotta nel campo delle telecomunicazioni negli ultimi anni, genera una emorragia quasi inarrestabile: "Lo stesso discorso vale per il VoIP - spiega Quintarelli - Tutto quello che porta valore verso il cliente è un sorta di problema; la tecnologia in generale tende a trasferire valore all'utente al di fuori del perimetro dell'operatore, mentre a quest'ultimo restano i costi".

Sono diverse le soluzioni per questo problema che si profilano all'orizzonte: è indubbio che all'incumbent, o a chiunque gestisca le reti, andranno trasferiti in qualche modo una parte dei ricavi dei servizi per garantire la manutenzione. Fuggetta, tuttavia, mette in guardia dalla soluzione più ovvia, sovvenzionare l'operatore che gestisce la maggior parte della rete: "Il metodo tedesco non può funzionare, gli incentivi ad un unico operatore sarebbero una distorsione: la rete deve diventare una struttura aperta, e lo stato deve intervenire nella maniera più appropriata per garantire la corretta competizione sul mercato".
Dello stesso parere anche Quintarelli, che parla di "rete come ambiente comune" e di "concorrenza sui servizi". "Tutti gli operatori devono concorrere ai costi di ammodernamento per la costruzione della rete di domani" prosegue, perché il punto, inutile negarlo, è proprio questo: "Il tempo di realizzazione di certe infrastrutture (come le reti in fibra ottica, ndr) è lungo, mentre la domanda è istantanea: ai clienti interessa che la telefonia costi poco oggi, ma se tra dieci anni l'Italia vuole sopravvivere bisogna che si doti di collegamenti dati adeguati".

Quintarelli non esita a definire la fibra un "fattore abilitante di crescita economica". Per l'imprenditore, dotarsi di questo tipo di tecnologia è un fatto di "interesse pubblico e politico", poiché occorre "pianificare lo sviluppo di questo tipo di infrastrutture". Nella situazione attuale nessuno potrà o vorrà farsi carico dell'ammodernamento, poiché sarebbe difficile se non impossibile ottenere una remunerazione adeguata a coprire le spese sostenute.

Per Fuggetta lo scorporo della rete e la separazione tra trasporto IP e servizi sono divenuti "ineludibili". Quintarelli, da parte sua, ribadisce: "Bisogna separare la rete dai servizi, costruire cioè un terreno comune sul quale giocare secondo le regole della concorrenza". Lo stesso presidente dell'Authority TLC si è espresso in questo senso, e l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, aveva accennato a questa possibilità: i tempi potrebbero dunque essere maturi per questo passo.

Certo, chi debba gestire questa rete resta un nodo da sciogliere: difficile pensare ad uno stato che entra di nuovo in gioco, se non per investire in specifiche aree e garantire l'ammodernamento. Ma una volta compiuto questo passo, forse sarebbe più opportuno lasciare spazio al mercato, e permettere a società private di rilevare l'infrastruttura e renderla una fonte di profitto attraverso la vendita agli operatori: "Il pubblico non deve diventare un gestore - chiarisce Fuggetta a Punto Informatico - deve favorire la nascita e la crescita delle infrastrutture e garantire l'accesso alle stesse".

Un altro punto cruciale sarà decidere quali siano le infrastrutture su cui investire. Se è nota la posizione di Quintarelli in favore della fibra, lo è altrettanto quella di Fuggetta sulle reti wireless: "Sono rimasto stupito da quanto accaduto nell'ultimo anno. Come molti altri pensavo che il WiFi avrebbe messo in crisi la tecnologia telefonica: credevo che l'UMTS non avesse le capacità trasmissive per competere con il WiFi, ma quello che è successo è che in un anno si è passati dai 300Kb ai 40Mb del HSPA, con una capillarità di diffusione impensabile per le reti wireless".

E il WiMax? Dipenderà probabilmente dal tipo di richiesta dell'utenza e dalle caratteristiche del territorio. "In futuro probabilmente non ci sarà una sola tecnologia - chiarisce il CEO del CEFRIEL - ci sarà competizione tra diverse offerte per la clientela residenziale e quella nomadica: si tratterà di mercati paralleli convergenti". Vale a dire che chi a casa usa la fibra, quando è in movimento potrebbe desiderare qualche altro tipo di connettività. Quel che è certo è che occorra valutare con attenzione le scelte di investimento: "Chi dice che il WiFi oggi sia la scelta giusta? Il 3G è più diffuso del WiFi, che senso ha costruire una nuova rete? Lo stato dovrebbe intervenire per aiutare chi non riesce ad accedere a queste reti, stimolare la domanda".

Dove massimizzare gli investimenti, dunque? Quintarelli indica la fibra, una scelta che garantirebbe sia l'ammodernamento che l'affidabilità della rete, nel presente e in prospettiva. Concorda Fuggetta, ma ci tiene a precisare: "C'è bisogno di una strategia complessiva di sistema paese: tutte le altre nazioni ne hanno una, ed è indubbio che si debba puntare ad un impegno complessivo dell'intero assetto produttivo per evitare di cadere in errori che possano condurre a situazioni fortemente negative".


B - Vorrei capire lo stato attuale della infrastruttura di rete in fibra nel Nostro Paese, chi ne detiene il possesso proprietà e di quanta ne disponiamo anche per singole Aziende .
Successivamente capirne il quantitativo mancante per stimare il costo industriale di un possibile piano industriale nazionale per dotarsi di un fattore della produzione nazionale di fondamentale importanza per il prossimo futuro, la fibra.
Chi detiene la Fibra in Italia? Quanta ne dispone?
Questa è la domanda e sarò grato a Chi vorrà rispondere o indicarmi i siti dove potermi documentare.


Q- la rete e' come un sistema di strade.
non si puo' dire "come e' la situazione delle strade con 2 o piu' corsie" in Italia. Dipende...
se guardiamo i vialetti che entrano nei garage..
oggi ci sono circa 450.000 abitazioni che sono collegate a internet con un accesso a fibra ottica.
quanto costa lo vedi qua: http://blog.quintarelli.it/blog/2008/03/ma-quanto-costa.html
la parte che nella mente delle persone e' la piu' "ricca/costosa", la "dorsale" e' cio' che costa meno.
Le prime 650 centrali di primo livello (chiamiamole cosi', per capirci) sono gia' collegate da tempo immemore. Delle successive 10.400, un terzo circa sono ancora collegate in rame; poi bisogna collegare 22.000.000 di abitazioni e uffici..

il vero problema e' l'entrata nelle case. in moltissime, il rame che c'e' dentro nei tubi e' di telecom e tu non puoi toglierlo...


martedì 9 dicembre 2008


RIFIORISCE LA BANDA LARGA VIA SATELLITE


di Alessandro Longo

Mentre partono le prime offerte Wimax, torna un vecchio ma deludente alleato della lotta al digital divide. Tooway di Eutelia e Astra2Connect aprono alle famiglie il loro sistema di trasmissione bidirezionale. Intanto Alice sospende la sua offerta basata sulla tecnologia precedente

.

Coincidenza fortunata per chi vive nel digital divide. Proprio mentre arrivano le prime offerte Wimax, si risveglia un vecchio ma deludente amico di chi non è coperto dall’Adsl: la banda larga satellitare. Per anni è stata considerata una pseudo-alternativa, per via dei prezzi alti e delle scarse prestazioni. Tanto che alcuni preferivano l’Isdn a 128 Kbps, alla finta banda larga satellitare. La situazione è cambiata con l’arrivo delle prime piattaforme satellitari bidirezionali dedicate alla famiglia (prima erano solo per le aziende), quindi a prezzi più accettabili. Tra le altre, ci sono Tooway di Eutelia e Astra2Connect. Sono offerte attraverso vari rivenditori, ognuno dei quali fa prezzi diversi. Le piattaforme sfruttano due reti di satelliti, caratterizzate da un aspetto comune: forniscono connettività sia per il download sia per l’upload (di qui il nome bidirezionale) e sfruttano la banda Ka, da poco disponibile anche in Europa. Rispetto alla banda Ku (finora usata sia per la tv sia per la banda larga), ha una maggiore larghezza, il che migliora le prestazioni, come spiega Eutelsat. La novità è stata tale da attirare anche Fastweb, che ha infatti annunciato un accordo con Eutelsat per lanciare presto un’offerta Tooway nelle zone di digital divide. Si attende una mossa anche da Telecom Italia, di conseguenza. Del resto e ha appena tolto dal listino l’offerta Alice Sat, basata su una più vecchia tecnologia satellitare monodirezionale.

Un’occhiata ai prezzi e alle caratteristiche delle offerte basta però a raffreddare l’entusiasmo: le nuove piattaforme satellitari comunque restano l’ultima spiaggia contro il digital divide. Non solo perdono il confronto con l’Adsl, ma anche con il WiMax, l’Hiperlan o l’Umts/Hspa. Insomma, sono offerte da prendere in considerazione soltanto se non si è coperti da nessun altra tecnologia banda larga e si prevede che non lo si sarà nemmeno nell’immediato futuro.

C’è infatti da pagare un alto costo iniziale, per queste offerte: circa 400-500 euro per l’hardware necessario (un modem e una parabola speciali). Il costo dell’installazione è spesso a parte. La parabola è più grossa di quelle standard e quindi si potrebbero avere difficoltà burocratiche se si vive in un condominio. Le prestazioni sono ridotte (massimo 2 Mbps), peggiorate da un elevata latenza del segnale (circa 600 millisecondi), a fronte di costi che vanno dai 30-40 ai 100-120 euro al mese. Il problema più grave è però un altro: non sono vere offerte flat. Nel canone di quelle basate su Tooway, c’è un tetto di GB mensili (da 2,4 GB in su). Quelle basate su Astra2Connect hanno invece una policy di fair use che abbassa la velocità per 30 giorni agli utenti che fanno troppo traffico.

Esempi di offerte Tooway sono sui siti degli Sitmar o Open Sky. Uno dei pochi rivenditori italiani di Astra2Connect è invece Digitaria. Eutelsat promette progressi nel 2010, con il lancio di un nuovo satellite e l’arrivo di offerte a 20 Mbps. Chissà se a quel punto andranno via anche i tetti di traffico o almeno diventeranno più generosi.

EUROPA - SVIZZERA
Il satellite portera' la banda larga in tutta la Confederazione

18 Gennaio 2008

L'operatore satellitare Eutelsat Communications e la societa' di telecomunicazioni svizzera Swisscom hanno firmato un accordo. Tooway, servizio Internet a banda larga messo a punto da Eutelsat, sara' la componente satellitare di un ampio programma destinato a portare la connessione ad alta velocita' in tutte le abitazioni svizzere.
Swisscom ha vinto una gara indetta dal ministero svizzero delle Telecomunicazioni con l'obiettivo di collegare alla banda larga tutte le abitazioni del Paese - a prescindere dalla collocazione geografica - a partire da gennaio 2008. Ma in un territorio come quello elvetico, quasi totalmente montuoso, le reti terrestri non sono in grado di assicurare una diffusione capillare di internet. Ecco perche' Swisscom si e' orientata su una soluzione satellitare. Tooway e' stato lanciato nella seconda parte del 2007 e abbina le competenze di Eutelsat e ViaSat, leader mondiale nel campo dei servizi satellitari a banda larga. Per trasmettere, utilizza la capacita' in banda Ka sul satellite Hot Bird 6 di Eutelsat. Tooway sara' portato nelle case degli utenti finali tramite Bluewin, il provider internet di Swisscom. L'accordo con Swisscom arriva pochi giorni dopo l'annuncio di Ka-Sat, un satellite multispot che sara' lanciato da Eutelsat nel 2010 e sara' interamente dedicato alle trasmissioni in banda Ka, con la possibilita' di raggiungere oltre un milione di utenti finali.

IL RUBICONE S'INGROSSA
Tito Lobieno cerca di capire con Chi sta la Repubblica....

Telecom I.: Calabro' muove su Broadband Spa (MF)


MILANO (MF-DJ)--Il garante per le Comunicazioni sarebbe pronto a rivedere il tasso regolamentare di remunerazione per gli investimenti riconosciuto a Telecom I., il cosiddetto Wacc.

L'Authority, secondo MF, starebbe per lanciare una nuova analisi di mercato in linea con le raccomandazioni della Commissione europea sulle reti di nuova generazione (Ngn). Questa nuova analisi dovrebbe portare a riconoscere a Telecom Italia un nuovo tasso di remunerazione sul capitale investito nelle infrastrutture, attualmente fermo al 10,2%.

Secondo le prime sommarie indicazioni contenute nella bozza di raccomandazione della Commissione europea, il tasso di remunerazione potrebbe salire fino al 16% per tener conto anche di un premio di rischio. La revisione del Wacc potrebbe anche semplificare un altro progetto sul quale stanno ragionando seriamente i vertici della societa' telefonica, lo scorporo dei 3,6 milioni di chilometri di fibra ottica per conferirli in una newco (che potrebbe essere battezzata Broadband spa) che poi dovrebbe investire nella costruzione della rete Ngn. Red/mur

(END) Dow Jones Newswires

December 09, 2008 02:40 ET (07:40 GMT)
MT)



qlche è certo
ALEA IACTA EST

Telecom I.: Caio, per rete una soluzione mosaico (CorSera)

ROMA (MF-DJ)--"Entro Natale faremo il punto della situazione. Conto poi di consegnare il rapporto per la fine di gennaio". In un'intervista al Corriere della Sera, Francesco Caio, consulente del
Governo italiano per lo sviluppo di una nuova infrastruttura nazionale di telecomunicazioni, invita tutti ad avere un approccio "pragmatico" per risolvere il nodo della rete.

"Va smontata l'ideologia del tutto in fibra -spiega Caio- per il semplice fatto che non esiste ancora una domanda di programmi e applicativi, ne' una disponibilita' del pubblico a pagare di piu' per averli, sufficiente a giustificare investimenti tanto elevati. Le attuali reti in rame e quelle mobili su frequenze radio hanno ancora molto da dare. In prospettiva credo che una soluzione efficace potra' essere trovata attraverso un mosaico di tecnologie: fibra, rame, radio, satellite e cosi' via". Secondo Caio, infatti, ci vorranno "ancora dai 3 ai 5 anni prima di decretare l'inadeguatezza" delle vecchie reti in rame.

Sul fronte investimenti, il consulente sottolinea l'esempio inglese, dove la gara fra Bt e Virgin ha dato ottimi risultati. "In Italia, dove la concorrenza e' inferiore -spiega- il Governo ha invece deciso di stanziare 800 milioni di portare la banda larga nelle cosiddette aree a fallimento di mercato".

Sul nodo della separazione della rete Telecom, Caio sottolinea che "la tendenza mondiale e' quella di andare verso architetture di servizi e di reti sempre piu' indipendenti fra loro. Mi sembra che sia venuto il momento di ipotizzare modelli diversi, in cui possano coesistere concorrenza e collaborazione, e ai quali possano partecipare alla realizzazione delle reti anche soggetti finora esclusi dal dibattito, come le comunita' locali". red/ren

(END) Dow Jones Newswires

December 09, 2008 02:56 ET (07:56 GMT)



AVE CAESAR MURITURI TE SALUTANT



Il BOATRADE e' ancora quà, mentre...




EUTELIA CHE FARÀ dopo aver giustamente svalutato nella prima semestrale 2008 le proprie proiezioni di sviluppo remunerativo della Rete:

Coerentemente con quanto prescritto dallo IAS 36 “Impairment of Assets”, in presenza dei specifici indicatori, le attività sono state sottoposte ad impairment test al fine di evidenziare eventuali perdite di valore. La data di riferimento delle stime è il 30 giugno 2008. Le Cash Generating Unit a cui sono state allocate le attività del gruppo coincidono con i due settori operativi del gruppo, ossia vendita dei servizi di telefonia (TLC) e vendita di servizi di information and communicationtechnology (ICT).
Si evidenzia che il piano previsionale 2008-2010, utilizzato a supporto del test di valutazione riflette il nuovo business plan approvato da parte del Consiglio di Amministrazione della società nello scorso mese di maggio. Il gruppo ha valutato il valore in uso determinato sulla base dei flussi di cassa attesi del periodo 2008-2012 opportunamente attualizzati e del valore terminale alla fine del periodo.
Di seguito sono riportate le ipotesi chiave adottate nella stima del valore d’uso delle Cash
generating Unit:
- Tasso di crescita dei flussi per gli anni successivi alle previsioni coperte dal piano per entrambe le CGU: 1%.
- Tasso d’attualizzazione pari al 7,3% per la CGU TLC e pari al 8,8% per la CGU ITC: tale tasso è stato determinato in base al WACC e riflette il rischio specifico attribuibile ad Eutelia.
- al fine di determinare il terminal value il management ha stimato un flusso di cassa normalizzato basato sull’EBITDA pari a quello dell’ultimo anno di proiezione con un tasso di crescita terminale pari all’1%.
In base alle risultanze delle analisi svolte il gruppo ha ritenuto di procedere alla svalutazione del software allocato sulla CGU ITC

martedì 2 dicembre 2008



COME NEO NELLA RETE

Il Boatrade NON si sente più come un NEO nella GUERRA CIVILE per l'Umana Resistenza, contro il DIGITAL DIVIDE, liberare dalla condizioni di larve i Cittadini della Tv Generalista.
Siamo in tanti e sempre di più.
Stiamo affilando le armi, stiamo venendo a prenderVi nelle Vostre Case ancora non connesse, vogliamo arruolarvi nell'Esercito della Rivoluzione Multimediale, darvi l'opportunità del Risveglio.
Siamo l' ONDA che tutto travolgerà, tutte le attività umane saranno pervase dallo spirito della Rete.
Esatto proprio come la Nabucodonosor in MATRIX

Gli accidiosi di ultima istanza verranno abbandonati e condannati a pagarci il Canone Telecom a vita per poter alimentare il propellente alla Nostra Nabucodonosor Italiana noi non vogliamo essere abbandonati dalla rete europea, mondiale, rimanere attaccati alimentati alle sole macchine di Endemol.

Confidiamo nell'arruolamento di forze fresche, dei nuovi combattenti, quelli che nel 2000 avevano 10-12anni che ora si apprestano a compiere la maggior età e prenderanno in mano le leve della Nabucodonosor nel mercato Italiano dell' Online Entertainment.
Al Berluskalema gli staccheranno la spina mentre Topogigio la vedrà sfrecciare.
E la crisi ? ce lo stanno gridando i faccia ed alcuni vengono presi a calci in culo come il Magnifico de Roma ..... Loro la Nostra crisi non la vogliono e sono disposti a tagliare i ........ attenti!!!!


Oltre 27 milioni di navigatori e tanta fame di banda larga

Audiweb presenta una ricerca: l'Italia può crescere ancora
Un nuovo sistema di rilevazione per i siti internet
di GABRIELE DI MATTEO


Oltre 27 milioni di navigatori e tanta fame di banda larga
L'istituto Doxa ha condotto, su incarico di Audiweb, una ricerca senza precedenti che fotografa i navigatori che si collegano a Internet da casa, ufficio, luoghi pubblici. Aumentano anche gli utenti "mobili" che navigano dagli smartphone e dai palmari per aprire le email, comprare musica, leggere le news. E per "capirli", nasce un nuovo sistema di rilevazione dei dati.

Le statistiche. I numeri segnalano un'arretratezza nella percentuale delle case connesse: 27,6 milioni di utenti dichiara di avere accesso al web, il 58,3% della popolazione italiana. Ci sono 9,2 milioni di famiglie che navigano da casa, e che equivalgono al 45,2% del globale, una percentuale che diventa scoraggiante se diamo uno sguardo ad altri Paesi. In Australia il 69,1% delle famiglie risulta connessa, in Inghilterra il 60,3%, in Germania il 58,1, in Francia il 52,2, in Spagna il 50. Poi c'è il caso della Corea del sud dove nelle aree urbane si tocca il 90% delle case. La popolazione del web ha un'età variegata compresa tra gli 11 e i 74 anni: Internet non è solo il territorio privilegiato di chi ci lavora, e dei teen agers che lo usano per chattare.

"Tra i laureati" ha ricordato il presidente di Audiweb Enrico Gasperini "l'accesso a Internet svetta al 91,8% e tra gli studenti universitari tocca il 96%". I navigatori sono per il 62,2% maschi mentre le donne, per ora, si fermano al 54,4%.

Con l'espandersi delle connessioni mobili (grande successo degli smartphone che scaricano posta e documenti e dei netbook nati per andare sulla rete) i navigatori "mobili" sono già 2,7 milioni, il 5,6% della popolazione.

La crisi. Il comparto delle nuove tecnologie ha appena superato l'esame del venerdì 28 novembre, start up delle "strenne" negli Usa: le catene di elettronica hanno venduto +3% rispetto all'anno scorso.

E in Italia, si prevedono flessioni negli abbonamenti all'adsl? "Non risultano cali al momento, anche se bisogna aspettare il prossimo anno" dice Luca Bordin alla Nielsen Online, partner di Audiweb.

"E' sul mobile" ricorda Gasperini "che si amplieranno gli sforzi delle nostre ricerche nel 2009". Nel mercato americano Nielsen ha appena scoperto che ci sono oltre 100 milioni di utenti che guardano filmati sui cellulari, scaricano video mediamente una volta ogni due giorni, trascorrono un quarto d'ora per guardarli e commentarli.

"Con l'avvento del Google Phone e la diffusione capillare degli smartphone sempre connessi alla rete, questa generazione "mobile" -che ha un'età media di 35 anni- potrebbe diventare una manna per gli inserzionisti stanchi della solita e costosa tv" dice un pubblicitario della Madison Avenue, dove hanno sede le grandi major dello spot. E in un grande magazzino di San Francisco anche quest'anno si sperimentano i messaggi inviati sul posto ai giovani visitatori che cercano idee per Natale.

In Italia, il terreno da percorrere è ancora tanto: Audiweb rileva che i 2,7 milioni navigatori "mobili" italiani da cellulare e palmare, usano servizi di telefonia mobile da oltre anni e spendono fino a 30 euro per i servizi prepagati di telefonia mobile.


Un nuovo sistema di rilevazione. Audiweb, che potremmo definire l'auditel di internet, è una Joint Industry Committee partecipata al 50% da Fedoweb, da Upa e Assocomunicazione per il 25% ciascuna, ha presentato il nuovo sistema integrato per la rilevazione dei dati sulla fruizione dei media online. Il nuovo impianto di ricerca, realizzato in partnership con Nielsen Online, si fonda su tre rilevazioni che forniscono un set di report completi, oggettivi e imparziali in grado di garantire una visione completa della fruizione dei mezzi operanti su Internet e sui sistemi online.

La prima è la ricerca di base, ed è realizzata con interviste su un campione della popolazione italiana residente finalizzata alla definizione dell'universo degli utenti Internet. La seconda è il panel, che consente la rilevazione della fruizione di Internet basata su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana online. Infine il sistema cansuario, che rileva tutta l'attività di Internet sui siti censiti tramite feedback tecnici verso i web server di sistemi browser-based di terze parti.

(1 dicembre 2008)

A MORTE IL DOMINIO DI SKY


Chiedo formalmente al governo italiano di alzare al 30% l'IVA su SKY. SKY è una multinazionale che fa fare soldi ad operatori esteri. E' ovvio che Mediaset e la Rai sono delle televisioni ORRIBILI. La qualità dei programmi è pessima. Chiedo quindi di aumentare la tassazione a Mediaset nel caso la qualità dei programmi fosse così scadente.

Mi dispiace, ma questa è una guerra fra poveri dove il fregato è sempre il popolo.

No cari signori...alla sera andate su internet, dialogate con la famiglia, fatevi una bella e sana partita a mercante in fiera. Se nessuno guardasse più la televisione il popolo sarebbe più libero....e forse si libererebbe anche di questa casta di politici e imprenditori.