Lettera aperta del CRIPAE - FIERI A VITA per il Nostro Contributo .

Lettera aperta del CRIPAE per Eutelia Nel dubbio VotateVi sempre!!! Partiamo dal problema sociale più sentito in questi giorni nostri. La crisi economica che deriva dalla crisi Finanziaria e di Capitali che si riversa poi sui numeri dell’occupazione. Ma qui in Eutelia la situazione è diversa Il Capitale c’è, è Italiano ed è stato messo soprattutto con i Risparmi dei Piccoli Azionisti per più di 2⁄3 ed è stato Patrimonializzato in Azienda Eutelia. Abbiamo letto su alcune relazioni che in questi anni abbiamo investito 600mln€. Lo abbiamo fatto con i nostri risparmi nulla a che vedere con finanza creativa, siamo un azionariato popolare italiano. La nostra iniziativa imprenditoriale e quindi il nostro Capitale rappresenta un baluardo per la tutela dei Vostri posti di lavoro il Nostro Comitato riunisce i Piccoli Azionisti che da sempre hanno creduto e sono fieri di aver investito per infrastrutturare il nostro paese nell Asset fondamentale per crescita e sviluppo: La banda larga, la Rete in fibra ottica di Eutelia. Fin dal primo momento abbiamo capito che la tutela del Vostro lavoro e quindi del Nostro Investimento passa attraverso lo sfruttamento dell'Asset strategico della Rete in fibra ottica di Eutelia. Insomma non abbiamo scoperto nulla, Chi ha studiato un pò di economia conosce bene quali siano i Fattori della Produzione: la TERRA , il LAVORO ed il CAPITALE nelle proporzioni di Vostro gradimento. Speriamo che con Terra crescano migliori frutti. Purtroppo questi ultimi anni abbiamo vissuto parecchie disavventure che hanno evidenziato tutte le possibili negatività di questa azienda ma un elemento sono convinto sia stato di esperienza positiva : la Formazione del Gruppo, quella professionale rimane indiscutibile. Solo chi lavora in evidente stato di difficoltà porta con se un'esperienza sicuramente pesante ma che deve essere un bagaglio di conoscenze da cui attingere per il futuro. Come un marinaio che va per mare, solo quando si trova nei momenti pericolosi capisce l’importanza di avere uno scafo robusto e quale sia il bene prezioso che si possa perdere, qui sicuramente tutti i componenti hanno percepito il valore dello stare insieme e di remare per la stessa via. Quindi sicuramente finora i fattori Capitale&Lavoro non sono mancati , oggi speriamo di imbarcarre con Noi Imprenditori già del settore che vogliano aiutarci a condurre insieme questa Nave Eutelia, Tutta insieme senza scialuppe di salvataggio privilegiate. Son convinto che sapranno farlo al meglio, utilizzando le risorse umane di Chi ha costruito Eutelia in questi anni, perchè parlano la stessa lingua ed hanno stessi valori culturali e umani, famiglia ed impresa. I primi ad investire su di Noi dobbiamo essere sempre Noi stessi, i veri protagonisti del Nostro futuro, non Ci si può tradire. Nel dubbio VotateVi!!! Auguriamo a tutti Noi un futuro sostenibile di sviluppo e crescita. Torneremo nelle posizioni che Eutelia merita. Grazie Il Cripae P.s. sono graditissimi i commenti e riflessioni questo spazio va inteso anche come un contributo per i dipendenti Eutelia di tutte le sedi affinche possano responsabilizzarsi in un momento particolare

giovedì 30 settembre 2010

LE MATERIE PRIME SALGONO VERTIGINOSAMENTE

vedere scendendo a sx sul blog www.boatrade.blogspot.com come
l' ORO SALE VERTIGINOSAMENTE COME PETROLIO E FIBRA OTTICA.....

fate presto perchè LA MATERIA PRIMA INTERNET IN FIBRA EUTELIA SALE DI PREZZO!!!!!!!!!!!!!

COME DARE torto a Ceccarelli
Eutelia, Ceccarelli (PD): “Rischio di impoverimento: occorre fare ...
Arezzo Notizie - ‎20 ore fa‎

Eutelia, Ceccarelli (PD): “Rischio di impoverimento: occorre fare presto”
Mercoledì 29 Settembre 2010 19:06 Ufficio Stampa
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Vincenzo Ceccarelli

Vincenzo Ceccarelli
Il consigliere regionale condivide l’allarme lanciato dai dipendenti e dai sindacati. "Ho chiesto all'assessore Simoncini di intervenire nuovamente"

«Fare bene, ma fare presto. Sul destino dell’Eutelia hanno ragione i dipendenti e i sindacati: non possiamo perdere altro tempo prezioso. Sono passati alcuni mesi dall’insediamento dei commissari; oggi, ogni ulteriore proroga per la presentazione del Piano strategico rischia di ritorcersi sull’azienda stessa».
Lo dice Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale Pd, commentando le ultime vicende riguardanti l’azienda Eutelia.
«Ho chiesto all'assessore regionale Simoncini - dice Ceccarelli - di intervenire nei confronti dei commissari e ho ricevuto dall'assessore la disponibilità la disponibilità e la condivisione delle preoccupazioni. Il rischio concreto – spiega ancora Ceccarelli – è che l’allungamento dei tempi finisca per danneggiare ancora il fatturato di Eutelia e si produca un inesorabile impoverimento dell’azienda, con la rapida e progressiva perdita di clienti. Mi unisco, quindi, a coloro che in queste ore chiedono ai commissari di adoperarsi per stringere e pervenire velocemente all’indizione della gara. Dal canto mio – conclude Ceccarelli – continuerò a seguire la vicenda e a fare in modo che resti alta l’attenzione della Regione sul futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti».

lunedì 27 settembre 2010

Fatevi una linea Eutelia Amelia 20M e poi godetevi gli spettacoli!!!!

Io viaggio circa a punte di 10/12 Mb REALI !!!!! CON UNA NAKED dedicata al VOIP ... PERFETTO!!!! CON

Fritz Box Fon, VoIP e qualità audio sotto stress da download


Spagna, Rojadirecta è legale

Una corte d'appello di Madrid ha confermato una sentenza già favorevole al noto portale dedicato allo streaming sportivo. Si tratterebbe di un semplice aggregatore di link
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Spagna, Rojadirecta è legaleRoma - Una seconda vittoria in tribunale, che ha rasserenato gli animi dei suoi gestori. Uno scampato pericolo per le future trasmissioni di Rojadirecta, uno tra i più famosi portali dedicati allo streaming dei principali eventi sportivi internazionali. Una corte d'appello di Madrid ha infatti fischiato la fine di uno scontro legale che durava ormai da più di tre anni.

Rojadirecta contro Audiovisual Sport, maggior detentore spagnolo di diritti televisivi, editore del quotidiano El Pais e della rete televisiva Cuatro. Nonché titolare dei diritti sulla trasmissione della Liga e della Copa del Rey, eventi dallo share decisamente elevato, seguibili con pochi clic proprio sul sito iberico di streaming.

Ma Rojadirecta era stato scagionato in primo grado da un giudice della capitale spagnola, che aveva archiviato il caso. In sostanza, il sito non forniva alcun codice necessario a decriptare il segnale, né realizzava connessioni con programmi in grado di farlo. Rojadirecta non conteneva poi alcun contenuto, soltanto una serie di link per il collegamento a siti terzi, dislocati in vari paesi del mondo.
Così una sentenza dell'estate scorsa, recentemente confermata da una corte d'appello di Madrid. Rojadirecta è dunque legale in terra spagnola. Contattati dal sito TorrentFreak, i responsabili del sito hanno espresso tutta la propria soddisfazione per il verdetto, sottolineando ancora di non aver mai gestito un sito di hosting o di broadcasting. E ribadendo come si tratti di una vittoria frutto di uno spirito tenace, contro le accuse piovute dai detentori di tutto il pianeta sport.

Mauro Vecchio

domenica 26 settembre 2010

rischia il fallimento/Adnkronos


Milano, 25 set. - (Adnkronos) - Allarme a Piazza Affari: una societa' su sei e' a rischio fallimento. E si allunga la lista delle 'sorvegliate speciali' sono 42 sulle 268 quotate
, quasi il 16% del listino. Dati in mano alla Consob e monitorati con attenzione dai tecnici dell'authority. Per gli esperti il numero e' destinato a crescere complice la crisi di liquidita' e una maggiore severita' nei controlli. Un pericolo per i risparmi di migliaia di piccoli investitori. "Il rischio che qualcun altro salti -spiega Manuela Geranio, docente alla Bocconi ed esperta di finanza, interpellata dall'Adnkronos- esiste sicuramente, se non c'e' una ripresa vigorosa".

Nei primi nove mesi dell'anno sono cinque le societa' che hanno debuttato nella 'black list' della Consob che ne conta 22 in totale. L'ingresso e' decretato dalla mancata certificazione del bilancio, dall'accertamento di un patrimonio netto negativo oppure quando emergono perplessita' sulla continuita' aziendale. Condizioni che richiedono un supplemento mensile di comunicazioni al mercato sullo stato di salute della societa'. E i 'malati' non mancano: nel novembre 2002, anno della nascita della 'black list', le societa' a rischio non superavano la mezza dozzina.

Un bollettino poco incoraggiante a cui si aggiungono le societa' 'in bilico': sono 20 le societa' inserire nella cosiddetta 'lista grigia'. Quotate 'sotto osservazione' con un futuro aziendale incerto e per questo costrette a integrare alcune informazioni (ogni tre mesi) per scongiurare ulteriori pericoli. Una lista, nata nel luglio 2009, che contava 13 societa'. Dal settembre 2009 a maggio scorso sono sette i nuovi titoli finiti sotto esame, tra cui Safilo, Stefanel, Ciccolella e Pramac. In soli nove mesi l'elenco 'dei sospettati' e' cresciuto di oltre la meta'. (segue)
Dal crac Cirio nel 2003 al fallimento della Parmalat guidata da Calisto Tanzi, le societa' in amministrazione straordinaria continuano ad aumentare e il connubio finanza- cronaca giudiziaria e' sempre piu' usuale.

"A societa' con problemi di indebitamento molto forte, di disequilibrio aziendale e di management -sottolinea la Geranio- si intrecciano, in alcuni casi, veri e propri illeciti come nella vicenda Burani". Nel luglio scorso Walter e Giovanni Burani sono stati arrestati nell'ambito del fallimento della casa di moda fondata dalla famiglia. L'accusa e' di aver dissipato il patrimonio della societa' attraverso operazioni finanziarie tra cui il sostenimento artificioso del titolo in Borsa. Reati che in termini economici si traducono, al 30 giugno 2010, in un indebitamento finanziario di circa 356 milioni di euro.

Per I Viaggi del Ventaglio, il tour operator schiacciato da circa 200 milioni di debiti e dal 2005 nella lista dei "casi disperati", l'addio a Piazza Affari e' arrivato dopo 34 anni di attivita'. "Un'agonia", apostrofa l'esperta. "In casi come questo -spiega- e' inutile rimandare. L'inserimento nella black list e' importante, ma occorrono paletti piu' rigidi, da parte della stessa Borsa. Se da cinque anni una societa' e' nella black list vuol dire che non risponde piu' ai requisiti richiesti per la quotazione. Occorre monitorare non solo l'ingresso, ma anche il dopo se si vuole mantenere la qualita' del mercato". (segue)
A correre i rischi maggiori sono le pmi. In gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e i risparmi di una vita. Il 14 maggio scorso il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la "scatola madre" cui fanno capo oltre 8.200 dipendenti e un consorzio di 16 aziende. Tra le controllate c'e' anche Omega, la societa' romana nella quale sono confluite alcune attivita' di information technology e i call center di Eutelia. Nel mirino della magistratura Omnia Network, dal luglio 2009 nella lista nera, dopo la bocciatura dei conti riconducibile, per la societa' di revisione, a "significativi elementi di incertezza in merito ai futuri sviluppi della continuita' aziendale".

Nel momento della quotazione i bilanci "vengono abbelliti e ripuliti, il problema -sottolinea la Geranio- e' piu' sulla prospettiva del titolo. Su quello, in alcuni casi, si e' chiuso un po' un occhio. Il mercato talvolta si accorge molto tardi di alcune difficolta', bisognerebbe 'alzare le antenne' prima. Il problema non e' tanto sui grandi gruppi, ma e' di monitorare soprattutto le piccole e medie imprese dove non e' forte la pressione del mercato". Un occhio sempre vigile per scongiurare alcune 'storpiature'. "C'e' chi va in Borsa quando ha finito i canali di finanziamento. Il mercato, in un momento di crisi, sta facendo selezione: e' normale e per alcuni aspetti e' positivo. Quotare societa' a rischio che non hanno i numeri per restare non e' un servizio per gli investitori, ma finisce per fare gli interessi della societa' e di Piazza Affari".

Lo sanno bene i risparmiatori, e sono decine di migliaia, che hanno in tasca queste azioni e non dormono sonni tranquilli. "E' innegabile che le societa' fanno piu' fatica a cogliere risorse e che le difficolta' storiche, in condizioni di liquidita' e tassi bassi, potrebbero essere superate consentendo la sopravvivenza. La crisi economica aumenta la probabilita' del rischio fallimenti". (segue)Dallo sforamento dei parametri, alle rinegoziazioni e ristrutturazioni, segnale indiretto delle ferite della crisi, il terremoto finanziario, non ha risparmiato new entry o gruppi consolidati. Dalla compagnia di bandiera Alitalia ai colossi come It Holding, il gruppo a cui fanno capo societa' come Gianfranco Ferre', Ittierre e Malo, attualmente in amministrazione straordinaria e da 19 mesi fuori dalle contrattazioni, sono diverse le societa' che hanno visto il titolo franare, fino a ridurre il valore di un'azione a una manciata di centesimi.

Zucchi e' l'ultimo titolo che ha fatto ingresso nella black list che include tra gli altri Arena, Fullsix e Tiscali, ma ad allungarsi e' anche l'ombra dei cosiddetti "fantasmi" della Borsa, presenti sul listino, ma sospesi dalle contrattazioni a tempo indeterminato per gravi problemi di stabilita' e incertezza sulla continuita' aziendale. Si va da Bioera, che manca dalle negoziazioni dal 16 aprile, a Eutelia, sospesa da inizio giugno, da House Building, non piu' trattata da maggio, a Snia, fuori per insolvenza. Il tribunale di Verona con sentenza depositata il 19 marzo scorso ha dichiarato il fallimento di Trevisan Cometal. Il gruppo Socotherm, fino a poco tempo fa gioiello dell'imprenditoria vicentina, non e' in grado di far fronte ai debiti ed e' stato sospeso dalle contrattazioni. Stessa sorte per il titolo Finarte che ha chiuso il semestre con perdite per 2,5 milioni.

Tra qualche bluff, scandali come quello legato alla Banca Italease, operazioni rischiose che non sfuggono alla maglie sempre piu' strette dei controlli, l'ingresso a Piazza Affari fa piu' paura. "Complice la crisi e la Consob che attua controlli piu' severi e trasparenti", spiega l'esperta del dipartimento di Finanza della Bocconi. La black e la grey list "vengono segnalate al mercato in modo sistematico sul sito Consob". I controlli "non e' che non ci siano, ma -conclude la Geranio- per garantire la qualita' del mercato non bisogna fermarsi alle 'credenziali' all'ingresso".

Altra missione di digitaldivide EUTELIA

Arriva la linea Adsl a Tobbiana e Fognano Stipulato un accordo con la società Eutelia
MONTALE
LA LINEA Adsl arriverà finalmente anche a Tobbiana e Fognano. L'amministrazione comunale ha infatti stipulato un protocollo d'intesa con la società Eutelia che prevede l'installazione di un apparato wireless su un pilone della illuminazione pubblica comunale inutilizzato che si trova in via Santesi nel paese di Tobbiana. La società Eutelia ha già avviato la pratica presso lo sportello unico per le imprese per ottenere l'autorizzazione necessaria per l'installazione dell'apparecchiatura. L'iniziativa del Comune consentirà quindi ai due paesi collinari di Fognano e Tobbiana di liberarsi finalmente da un grave handicap tecnologico che costituiva un disagio notevole per i cittadini ma soprattutto un freno allo sviluppo per le imprese. L'area collinare di Montale ha infatti scoperto negli ultimi anni una vocazione turistica che ha assoluta necessità dell'utilizzo della banda larga. La richiesta dell'Adsl era venuta più volte dai cittadini e anche delle associazioni della zona. Il Comune ha cercato per qualche tempo una collocazione per l'apparato wireless finchè non è stato individuato il vecchio e dimenticato palo della luce, che consentirà l'arrivo della banda larga anche a Fognano e Tobbiana. G. B.

giovedì 23 settembre 2010

Acotel, cosa succede vecchio amore....?


..... in effetti anche i migliori possono sbagliare.....

Acotel, operazione illecita da 5 mln dlr in controllata Usa


MILANO, 23 agosto (Reuters) - Acotel (ACO.MI: Quotazione) annuncia la scoperta di un'operazione ritenuta illecita ai danni della propria controllata Usa Flycell Inc, relativa all'acquisto di spazi pubblicitari, in cui è coinvolto l'AD della società americana. Il danno subito per la condotta illecita del manager, spiega una nota, è stimato a circa 5 milioni di dollari ma la cifra è già stata iscritta nell'ultimo bilancio semestrale abbreviato approvato a inizio agosto.

In seguito all'accaduto, l'AD di Flycell è stato subito allontanato dalla società mentre la controllante si è già attivata, anche attraverso azioni legali, per il "recupero integrale del danno subito".

I clienti Reuters possono leggere il comunicato integrale cliccando su [ID:nBIA23681]

mercoledì 22 settembre 2010

Nell' A.D. 2010 l’unbundling ?????????

Calabrò in preda ad eurovisioni (o eurotimori?) sull’unbundling …
settembre 21, 2010 alle 9:37 am | Pubblicato in CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | 2 commenti
Tag: Agcom, calabrò, Commissaria Kroes, NGN, unbundling, rete in rame

Pare che il Presidente dell’AGCOM ieri si sia epresso in questi termini sull’aumento delle tariffe di unbundling: “Di che stiamo parlando? Dopo sei anni un aumento di 30 centesimi è molto meno dell’aumento del costo della vita”. Dal convegno a margine del quale parlava potrebbe darsi che Corrado Calabrò abbia parlato in preda ad Eurovisioni o forse … come vedremo meglio di seguito, ad Eurotimori ?!

Se è vero che, infatti, rispetto all’anno corrente l’aumento deliberato da AGCOM è di soli 21 centesimi, da 8,49 si va a 8,70, il che già non è poca cosa considerato l’effetto retroattivo a maggio di quest’anno, quello che Calabrò dimentica di precisare è che le misure adottate nel loro complesso porterano le tariffe di unbundling da 8,49 a ben 9,67 Euro in due anni.

Dunque, in matematica non sono mai stato una cima, ma mi sembra di poter dire che l’aumento complessivo sia del 24% in 2 anni, altro che meno del tasso di inflazione. Come dicevo, tra le altre cose, qualche giorno fa si tratta peraltro di una decisione in netta controtendenza con l’andamento Europeo (la media UE è scesa da 12,18 a 8,48 in cinque anni).

Ma vi è di più, se la matematica potrebbe non essere il mio forte la memoria invece non mi difetta e ricordo bene l’aumento di 85 centesimi che, approvato tra fine 2008 e inizio 2009 da AGCOM nonostante la netta contrarietà dei consumatori oltre che ovviamente degli operatori concorrenti a Telecom, aveva portato le tariffe di unbundling da 7,64 a 8,49.

Insomma, altro che un aumento di 30 centesimi dopo sei anni, alla Totò verrebbe da dire: Presidente Calabrò, ma mi faccia il piacere …

Qualche numero in più, innanzitutto il trend: fino al 2008 le tariffe di unbundling diminuivano (di poco) ogni anno, dal 2008 in poi hanno cominciato ad aumentare. Quindi 7,64 nel 2008 è stato il punto più basso. Nel 2009, come detto, c’è stata la botta da 85 centesimi e si pensava che potessero almeno fermarsi lì … invece nel 2012 arriveremo a 9,67.

Gli anni della diminuzione 2004 2005 2006 2007 2008
Canone mensile Full Unbundling 8,30 8,30 8,04 7,81 7,64

Gli anni degli aumenti 2008 2009 2010 2011 2012
Canone mensile Full Unbundling 7,64 8,49 8,70 9,26 9,67

Insomma, fino al 2008 i prezzi all’ingrosso diminuivano, e diminuivano anche i prezzi al dettaglio. Dal 2009 i prezzi all’ingrosso aumentano. Secondo voi che fine faranno i prezzi al dettaglio?

Infine L’ho già detto ma mi sembra proprio il caso di ripeterlo: la cosa più grave è che sovraremunerare la rete in rame, come si sta facendo con l’approvazione delle nuove tariffe di unbundling risulta senz’altro controproducente per l’auspicato passaggio alla rete di nuova generazione. Se ti sovraremunerano la rete in rame, infatti, perchè mai dovresti mettere giù la fibra ?! Ora, a leggere la conclusione del bel post di Innocenzo Genna sul blog del Quinta si direbbe che non sono l’unico a vederla in questo modo:

Va però sottolineato che la chiave di volta per lo sviluppo delle reti NGA – questo discorso riguarda particolarmente l’Italia – sarà la regolazione ed il pricing delle reti tradizionali. Sembra paradossale, ma è così. Finché un incumbent continuerà a generare sovraprofitti dalla rete tradizionale, la migrazione verso le reti NGA non avverrà mai, oppure verrà effettuata solo in maniera sporadica e solo per “contrastare” le iniziative NGA dei concorrenti più agguerriti, con il risultato di peggiorare il digital divide.

Non resta che sperare che la Commissione europea – che lo ricordo deve esprimere ora un parere sull’aumento delle tariffe di unbundling approvato da AGCOM – e, soprattutto, la Commissaria Kroes, che sembra voler fare sul serio con l’Agenda Digitale, diano un chiaro stop a questa assurda manovra, glie ne saremmo veramente riconoscenti. E … forse è proprio per l’evidente insicurezza nell’attesa del vaglio europeo che Calabrò ha insolitamente traballato nelle sue ultime esternazioni rispetto all’unbundling … più che di Eurovisioni si tratta di Eurotimori ?

lunedì 20 settembre 2010

Cosa non farei per Stare sulla Nuvola di Eutelia ..... Cloud Computing

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class="titlenewsdet">Crisi: Bernabe', dobbiamo fare di piu' per la competivita'

MILANO (MF-DJ)--"Se non vogliamo rassegnarci a rivedere al ribasso le prospettive di crescita o avere la prospettiva di una drammatica stagnazione del Paese dobbiamo fare di piu' per la competitivita'. Per far si' che le imprese italiane tornino ad essere competitive e' necessario recuperare il gap produttivo, non solo nei confronti della Germania. Nel sistema italiano ci sono tante eccellenze ma questo non basta piu'. Le imprese sono piccole ed e' difficile aggregarle".

Lo ha detto l'a.d. di Telecom Italia, Franco Bernabe' presentando 'Nuvola Italiana, il Cloud Computing di Telecom Italia', aggiungendo che "dobbiamo trovare il modo di dare loro economie di scala di cui altre imprese nel mondo godono. La possibilita' di farcela ce l'abbiamo ma dobbiamo recuperare il gap di tutto il sistema produttivo. Con il cloud computing vogliamo dare questa possibilita' alle imprese. Vogliamo che le aziende si concentrino su cosa sanno fare meglio, lasciando a noi il resto". mcn

sabato 18 settembre 2010

Eutelia rimane eccellenza.....

C'era una volta Internet Veloce....
Sabato 18 Settembre 2010 11:31 Ufficio Stampa

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informatica
C’era una volta un paese guida delle telecomunicazioni e dell' Information Technology. E senza fare ricorso a Marconi, che al centenario del suo nobel per la fisica non gradirebbe certo leggere le notizie che ci arrivano in queste ore. Era il paese di Mr Olivetti, di Marisa Bellisario, una grande donna a capo di una grande azienda, Italtel. Era il paese che schierava la prima rete Voip al Mondo (telecom italia), che portava la fibra nelle case (Fastweb) superato solo dai Sudcoreani.
Oggi questo paese non c’è più. Trafitto al suo cuore, con tutti i centri di ricerca e di eccellenza (ericsson, motorola, italtel, marconi,alcatel) che chiudono o in forte ridimensionamento. Anche nella nostra provincia non mancano le aziende in crisi in questo settore, come dimostra la vicenda Eutelia.
Pugnalato alle spalle dal sottosegretario Romani, uomo Fininvest e ministro in pectore dello sviluppo economico, così dicono. Che promette per quasi due anni gli 800 milioni per lo sviluppo della Banda Larga in Italia. Si badi bene, L’investimento minimo per portare una rete di nuova generazione.
La notizia di oggi è che gli 800 milioni non ci sono più, forse ce ne sono 100.
La notizia politica di oggi è che abbiamo l’unico governo al mondo che non crede che internet porti competitività e possibilità di rilancio per le imprese e libertà di accesso all’informazione per i cittadini.
Il PD di Arezzo da tempo tratta questo tema, monitorando le zone adiacenti che ancora oggi sono sotto digital divide, il nome in codice per definire l’handicap tecnologico di frazioni quali San Polo, Antria, Staggiano e perfino il distretto industriale di Viciomaggio.
Sarà un punto fondativo del prossimo programma, ed è già un atto di indirizzo votato in questa legislatura, la banda larga come servizio universale ad Arezzo. Ci proponiamo di arrivare là dove il governo non c’è, verso Arezzo 2.0.

Marco Donati - Segretario Comunale PD Arezzo e Consigliere Comunale
Filippo Gallo - Responsabile Area Innovazione PD Arezzo

venerdì 17 settembre 2010

Il Partner di Eutelia Cisco ed il Cloud Computing.........


Eutelia collabora con i maggiori fornitori mondiali di prodotti e soluzioni Telco, per offrire sempre ai propri clienti la migliore soluzione disponibile sul mercato.


La stretta collaborazione con i leader del settore, consente ad Eutelia di avere accesso immediato alle nuove tecnologie e di offrire la propria competenza grazie all'esperienza maturata in queste collaborazioni.

Partner tecnologici


* AVM
* CiRBA
* Cisco
* Dell
* Gastone CRM
* Nortel
* Oracle


Cisco rinnova per i data center

Appliance di sicurezza e ottimizzazione per i servizi WAN all’interno del Cisco Unified Computing System. In questo modo Cisco aggiorna la sua offerta di soluzioni di switching e virtualizzazione per i data center

Cisco aggiorna la sua offerta di soluzioni di switching e virtualizzazione per i data center. Unified Network Services combina una serie di prodotti virtuali: in particolare un Virtual security gateway (VSG) e virtual Wide Area Application Service (vWAAS).

VGS che trae giovamento dalla piattaforma Nexus 1000V è un’appliance virtuale progettata per fornire policy di sicurezza a livello delle virtual machine all’interno e attraverso le VLAN e le piattaforme server condivise, nell’ambito del data center. Cisco ha venduto oltre 60 mila licenze dello switch virtuale Nexus 1000V.
I servizi virtuali vWAAS vengono distribuiti attraverso un’appliance virtuale che opera sull’hypervisor VMware ESX/ESXi o sui server X86 del Cisco Unified Computing System. Questa soluzione accelera la disponibilità delle applicazioni nelle infrastrutture virtuali e cloud private. Permette ai fornitori di servizi cloud computing di offrire rapidi servizi di ottimizzazione WAN con minime configurazioni di rete.
In tema segnaliamo anche la partnership con Citrix per la virtualizzazione del desktop.

Sin dal lancio ufficiale avvenuto un anno fa, Cisco ha consegnato il suo Unified Computing System ad oltre 1.700 clienti.

VMware potrebbe comprare parte di NovellInserisci linkSecondo il WSJ la società sarebbe interessata alla sua attività Linux. La parte NetWare potrebbe invece andare ad Attachmate
a cura della Redazione Computerworld

Ci sarebbe anche VMware tra le diverse aziende che stanno valutando l’acquisizione di Novell. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal Novell, che sta cercando di suddividere la società e venderla in pezzi separati, ora sarebbe in “colloqui avanzati” con almeno due acquirenti, inclusa VMware. Quest’ultima sembra che sia interessata unicamente all’acquisizione del sistema operativo SUSE Linux e del business ad esso associato. Secondo il quotidiano americano la parte NetWare, con il software di file sharing, potrebbe invece essere rilevata da Attachmate, specialista del supporto ad applicazioni legacy.

Il WSJ riporta che circa una ventina di aziende erano interessate a Novell, che si è messa ufficialmente messa sul mercato mesi fa, ma che solo una manciata sono seri concorrenti. Questa settimana erano di fatto circolate voci sulla vendita potenziale dopo un articolo uscito sul New York Post che sosteneva come colloqui avanzati erano incorso tra Novell e due società non nominate.

Rilevare SUSE Linux avrebbe senso per VMware, che sta compiendo acquisizioni per realizzare uno stack di software per l’esecuzione di servizi cloud. Novell è partner di VMware, con SUSE Linux sistema operativo preferito per le appliance virtuali basate su VMware. Novell sta inoltre realizzando servizi cloud. Anche Red Hat dal canto suo lavora con VMware per il cloud computing, facendo leva sulla distribuzione Red Hat Enterprise Linux. Nessun commento per ora da parte di VMware e Novell. (mg)

mercoledì 15 settembre 2010

Roma Fibra Ottica Eutelia


Ma ci sono anche Napoli Milano Firenze etc...

Se volete trovare la FIbra Ottica nella Vostra città andate qui

NO EUTELIA ? NO PARTY NGN !!!!!

.... come nel Wi-Max ? tanto fumo e poco arrosto!!!

Gli operatori alternativi si ritirano dal Comitato NGN
trendonline


Pierpaolo Molinengo - mercoledì, 15 settembre 2010 - 12:21

Aiip, Fastweb (Milano: FWB.MI - notizie) , TeleTu , Tiscali (Milano: TIS.MI - notizie) , Vodafone (Londra: VOD.L - notizie) , Welcome Italia e Wind hanno ritirato la propria adesione al Comitato NGN.
Il Comitato, presieduto da Francesco Vatalaro e composto da Telecom Italia (Milano: TIT.MI - notizie) e dagli operatori alternativi, aveva tra i suoi compiti quello di promuovere un quadro condiviso relativo alle definizioni e ai principi tecnici e operativi riguardanti la transizione alle reti NGN. Gli operatori alternativi evidenziano che i contributi da loro mandati in questi mesi non sono stati presi in considerazione dal Presidente del Comitato e che non sono emersi elementi nuovi da supporre un cambio di indirizzo nelle logiche che sottendono al funzionamento del Comitato NGN.
Le linee guida proposte dal Presidente, anticipate la scorsa settimana alla stampa e illustrate ai membri del Comitato, non sono, secondo gli operatori, in nessun modo rappresentative dei contributi da loro forniti ai lavori del Comitato e non possono costituire elemento utile di valutazione per l'Autorità ai fini del completamento della definizione del quadro regolamentare sulla transizione alle reti NGN. A dimostrazione della scarsa considerazione riservata ai loro contributi, gli operatori alternativi rilevano che le linee guida proposte dal Presidente rispecchiano quasi totalmente le richieste di Telecom Italia. Essendo venuti meno i presupposti alla base del Comitato stesso, gli operatori alternativi si sono visti costretti a ritirare la propria adesione al comitato, in attesa di poter rappresentare le proprie posizioni su una materia di tale rilevanza in una audizione in Consiglio Agcom.


ed ancora........


Fastweb: Schloter, reti concorrenza per nuovi clienti (MF)
mfdowjones

MILANO (MF-DJ)--I costi per la realizzazione delle reti in fibra in zone con minore densita' di popolazione sono troppo elevati per Fastweb (Milano: FWB.MI - notizie) da sola e qui nasce la soluzione di Schloter, presidente e a.d. di Fastweb, che propone di lavorare con la concorrenza, come Vodafone (Londra: VOD.L - notizie) e Wind, per distribuire il peso dell'investimento necessario per portare la fibra ottica in tutta Italia.

Negli ultimi mesi, si legge in un articolo di MF, a Collina Fleming (Roma) le 7.400 abitazioni del quartiere sono state collegate a una rete veloce in fibra ottica. Migliaia di cavi sottilissimi partono a ventaglio da un piccolo ufficio, punto di convergenza delle linee, che sono collegate ai terminali di proprieta' di uno dei tre operatori. Sono i terminali, e non la fibra, a stabilire la velocita' e il rendimento dei collegamenti, percio' i partner continuano a competere tra loro per offrire il servizio migliore. Schloter spera di applicare il sistema di Collina Fleming su piu' vasta scala. Fastweb, Wind e Vodafone hanno annunciato di recente la creazione di una joint venture che nel corso di cinque anni investira' 2,5 mld di euro per cablare 15 grandi citta' italiane, coprendo circa 10 mln di utenti. Le tre societa' hanno presentato il progetto nel corso di incontri con gli organismi di regolamentazione e il governo italiano finalizzati a raggiungere un accordo di collaborazione per la realizzazione di una nuova rete. Finora Telecom I., che controlla la quasi totalita' delle linee telefoniche del Paese, ha rifiutato di appoggiare la proposta di una rete comune perche' in Italia la scarsita' della domanda non permetterebbe di ammortizzare gli investimenti in fibra ottica. Schloter, pero', e' fiducioso e ritiene che alla fine Telecom I. accettera' di prendere parte all'iniziativa: "Se il treno parte, non avranno altra scelta che salirci". red/lab

martedì 14 settembre 2010

Ci avviciniamo a 2.000Md € di debito record in Italia

Di Francesca Gerosa

Debito record in Italia, è tempo di attingere a oro e riserve Bankitalia

Il debito pubblico italiano a luglio di quest'anno ha toccato un nuovo record a 1.838,296 miliardi di euro. Secondo quanto sottolineato nel Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla Finanza pubblica, il debito pubblico italiano a luglio è salito rispetto a giugno dello 0,8% e rispetto a maggio, mese nel quale era stato registrato il precedente record a 1.827,181 miliardi, dello 0,6%.

Il debito è invece cresciuto del 4,7% rispetto a luglio 2009 e del 4,3% rispetto a 1.761,229 miliardi di euro con i quali si era chiuso il 2009. Peraltro il debito calcolato dalla Banca d'Italia è quello in valore assoluto e non in rapporto al prodotto interno lordo. E' quest'ultimo il valore che interessa invece il Patto di stabilità europeo.

Un debito che per le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori pesa per 30.451 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti, 83.000 sulle spalle di ogni famiglia. Un debito che "è una mina vagante destinata a crescere, sia per la crisi economica che per la politica economica del centro destra, che non ha messo in campo alcuna misura per una sua riduzione''.

Adusbef e Federconsumatori da tempo chiedono misure per iniziare un percorso di riduzione del debito pubblico, a cominciare dalle dismissioni di oro e riserve di Bankitalia alla pari di tutti gli altri Paesi dell'area euro. Più volte i presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, hanno criticato le politiche economiche del centro destra tendenti a far aumentare di più la spesa, quindi a far impennare il debito pubblico.

Il debito è ancora destinato a crescere e potrebbe aumentare, secondo le stime di Adusbef, di altri 158 miliardi nei prossimi 12 mesi, attestandosi alla cifra spaventosa di 1.985,504 miliardi nei prossimi 12 mesi (luglio 2011), con un gravame pari a 33.080 a testa e di 90.250 euro a nucleo familiare.

"I nostri conti sono in sofferenza, ma il ministro dell'Economia non mancherà di dirci che va tutto bene'', ha sottolineato Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del PD commentando i dati del Bollettino statistico di Bankitalia. ''Il nuovo record del debito pubblico e le entrate tributarie dei primi sette mesi dell'anno a -3,4%, ma se si fa il raffronto tra luglio 2009 e luglio 2010 la riduzione arriva al 4,4%, ci preoccupano davvero".

Nei primi sette mesi del 2010 le entrate tributarie si sono attestate a quota 210,374 miliardi di euro, registrando un calo del 3,4% rispetto al corrispondente periodo del 2009. Nel solo mese di luglio le entrate tributarie sono scese a quota 36,225 miliardi di euro, in calo del 4,4% rispetto ai 37,905 miliardi di euro di luglio 2009.

Insomma ''gli ultimi dati Bankitalia confermano che il Governo, malgrado gli altisonanti annunci, non ha fatto nulla per ridurre il debito pubblico, arrivato a luglio a un nuovo record negativo. Ha tolto risorse a settori importanti, come la scuola o la sanità, ma non ha intaccato quelli che sono i veri sprechi, le spese di tanti enti inutili, come le province che pure aveva promesso di eliminare'', ha tuonato il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, osservando come ''anche i proclami governativi sulla lotta all'evasione fiscale lasciano il tempo che trovano.

Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, il risanamento non si raggiunge tentando di controllare il numeratore del rapporto debito Pil e abbandonando il denominatore, il Pil, a se stesso. Tanto più quando è evidente nei dati pubblicati oggi l'aumento dell'evasione fiscale, favorita dallo smantellamento di importanti misure solo tardivamente e parzialmente reintrodotte e dai condoni.

Il ministro dell'economia Tremonti, ha spiegato Fassina, dimentica di dire che per ogni miliardo in più raccolto grazie ai controlli, perdiamo 10 miliardi a causa della riduzione della fedeltà fiscale. "Rigore e crescita possono andare insieme, debbono andare insieme per dare futuro all'Italia. Recuperare l'evasione e ridurre le imposte sul lavoro e sull'impresa", ha concluso il responsabile economico del Pd, "è condizione imprescindibile''.

venerdì 10 settembre 2010

Rivolta degli operatori alternativi .......con Eutelia WI-Fi si salta il Balzello

Ecco perchè passare al Wi-Fi EUTELIA si salta il Balzello
TELEFONIA Telecom, via libera agli aumenti
Rivolta degli operatori alternativi
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni approva una maggiorazione del canone pagato dai concorrenti dell'ex monopolista per raggiungere i clienti: "A rischio anche lo sviluppo della nuova rete in fibra ottica" di ALESSANDRO LONGO

I PREZZI della linea fissa aumenteranno nei prossimi mesi, in controtendenza con l'Europa e con la recente storia delle telecomunicazioni. E' l'allarme lanciato in coro dagli operatori alternativi a Telecom Italia, dopo quanto deciso, ieri, dall'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Agcom infatti, dopo mesi di polemiche, ha approvato l'aumento del canone di unbundling, cioè quanto pagano gli operatori alternativi a Telecom per usare la sua rete. Com'è noto, tutti gli operatori fissi utilizzano la rete di Telecom per raggiungere il cliente. Le loro offerte più aggressive sono quelle in "unbundling", appunto, laddove gli operatori affittano da Telecom il doppino telefonico dell'utente. L'unbundling è disponibile su circa il 50 per cento della popolazione italiana (la restante metà non può attivare quelle offerte, ma altre, più costose). Insomma, è la punta di diamante della concorrenza su rete fissa. E adesso rischia di essere scalfita dai rincari.

La delibera Agcom prevede che il canone di unbundling passi, entro quest'anno, a 8,70 euro al mese per singolo doppino affittato (Iva esclusa), dagli attuali 8,49 euro. Nel 2011 e 2012 salirà a 9,14 e 9,48 euro al mese. Un po' meno di quanto si pensava prima dell'estate (9,26 e 9,67 euro/mese): Agcom è venuta incontro, almeno in parte, alle richieste degli operatori. Che però chiedono di annullare del tutto gli aumenti: "E' un significativo passo indietro nel processo di liberalizzazione del mercato della telefonia fissa e, se confermata, avrà gravi ripercussioni sull'intero mercato e sui consumatori italiani in termini di aumenti di prezzi, minore concorrenza ed innovazione", si legge nella nota congiunta inviata da Fastweb, Vodafone, Wind e Tiscali. Per la conferma definitiva ai rincari bisogna aspettare il via libera della Commissione europea, a cui Agcom ha inoltrato la nuova delibera (come di prassi).

I concorrenti notano inoltre che l'Italia in questo modo avrà un canone tra i più cari in Europa (la cui media è di 8,38 euro/mese). Gli operatori italiani negli anni scorsi, invece, hanno goduto di un canone inferiore alla media. Le nuove tariffe sono conseguenza di una nuova metodologia usata da Agcom per calcolare i costi della rete fissa Telecom. Vi rientrano le spese di manutenzione, di riparazione guasti e quelle amministrative connesse all'affitto del doppino. Il rincaro è dovuto alla luce dei veri costi subiti da Telecom, quindi, a detta di Agcom; i concorrenti non sono d'accordo. E insistono: "La decisione altera irreparabilmente il percorso di sviluppo della nuova rete in fibra in Italia, avvantaggiando l'operatore ex-monopolista nel mantenimento della vecchia rete in rame, portando gli operatori alternativi ad aumentare i prezzi finali al consumatore italiano".

Il ragionamento dei concorrenti è il seguente: se aumenta il valore dell'unbundling, Telecom accresce i ricavi derivanti dalla vecchia rete in rame. Ha meno interesse quindi a passare alla nuova rete 1, basata su fibra ottica nelle case. I concorrenti perdono margini di profitto oppure - se aumentano i prezzi - clienti; hanno quindi meno risorse per investire in una loro nuova rete in fibra. Anche su quest'ultima, tra l'altro, è in corso una polemica tra gli operatori.

L'Agcom sta analizzando infatti una prima proposta di regole con cui i concorrenti dovrebbero accedere alla nuova rete in fibra di Telecom. La proposta è a firma del Comitato Ngn, un gruppo di lavoro istituito dalla stessa Agcom. Tutti gli operatori alternativi si sono schierati contro. Contestano soprattutto un punto della proposta: quello che chiede di alleggerire gli obblighi in capo a Telecom Italia nelle aree dove la concorrenza è più sviluppata. "E' un principio che viola sia le direttive sia la raccomandazione europee. La Commissione Europea di certo porrebbe il veto", spiega Innocenzo Genna, esperto di policy tlc a Bruxelles. "Secondo le norme, Agcom dovrebbe fare un'analisi di mercato prima di variare le regole in base all'area geografica", continua. Le analisi di mercato sono recenti, però, e hanno escluso questa possibilità. Eventuali nuove dovrebbero passare da un lungo iter di studi e delibere, e da Bruxelles. Insomma: mentre la vecchia rete è investita dai rincari, la nuova è frenata dalle polemiche.

(10 settembre 2010)


MENTRE

Swisscom, Orange e Sunrise riducono spese terminazione
Swisscom, Orange e Sunrise hanno raggiunto un accordo sulle tariffe per il transito di chiamate di telefonia mobile provenienti da altri operatori. I cosiddetti costi di terminazione delle tre aziende saranno fortemente ridotti.

Il livello delle tariffe sarà diminuito in due tappe di circa la metà entro gennaio, hanno indicato oggi i tre gruppi. Da Swisscom il prezzo passerà da 14 a 8 centesimi il primo ottobre, poi a 7 in gennaio. Per Sunrise e Orange la tassa diminuirà da 17 a 10 centesimi il primo ottobre e a 8,75 centesimi in gennaio.

All'inizio del 2011 i prezzi saranno quindi simili a quelli praticati in Europa, afferma Swisscom.


ATS

giovedì 9 settembre 2010

Anteprima del Bando di Vendita EUTELIA

Anteprima del Bando di Vendita EUTELIA

Bozza "top secret" dell'Agcom


Tecnologie > Ict
Rete hi-tech a tre velocità. La bozza "top secret" dell'Agcom sulle regole per i network innovativi


di Daniele Lepido

MILANO - Un documento "top secret" di 24 pagine e oltre 200 di allegati, che contiene la prima proposta di regole per far partire la rete in fibra di nuova generazione. Un report che sancisce almeno due obiettivi fondamentali: network massimamente aperti e reciprocità sulle nuove infrastrutture, vale a dire nessuna condizione "di favore" verso gli operatori alternativi, considerati nel progetto al pari dell'ex monopolista (del vecchio network) Telecom Italia.


È lo studio messo a punto, dopo sei mesi di lavoro, dal Comitato Ngn dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare: la magna charta dell'internet di domani, dalla quale passeranno soprattutto servizi video e televisione, supporto indispensabile per stare al passo con l'evoluzione del cyberspazio. Un documento che sarà discusso in autorità questa mattina, una prima proposta "non vincolante" il cui esito non è affatto scontato e che potrebbe infatti trovare l'opposizione di più d'un operatore.

Uno dei capitoli chiave del report è il primo, intitolato "Procedure di migrazione dal rame alla fibra". Si parte con una divisione geografica delle aree nelle quali investire: le zone ad alta profittabilità, con grandi centri come Milano e Roma, «dove si prevedono tipicamente più reti, con annunci di piani di cablatura ottica da parte degli operatori entro tre anni e di sviluppo entro otto». Sono le così dette "zone nere", dove la concorrenza sarà serratissima e dove tutti vorranno essere presenti. Ci sono poi le aree a media profittabilità (zone grigie), nelle quali «la forza del mercato non è sufficiente a generare in modo spontaneo la concorrenza infrastrutturale e dove può essere sviluppata una sola rete in virtù della quale si produrrà la concorrenza sui servizi». Qui l'Agcom ipotizza la collaborazione di enti pubblici territoriali, partenariati pubblico-privati oppure solo finanziamenti privati. Le terze aree sono quelle a fallimento di mercato, dove vivono comunque 7,5 milioni di italiani e dove la rete «non verrà realizzata sulla base di logiche economiche ma con finalità sociali».

E poi il punto più critico, quello relativo agli strumenti d'investimento: «Per garantire la massima efficienza economica e ripartire il rischio di investimento – si legge a pagina 4 – lo strumento ritenuto più idoneo è il coinvestimento». In particolare, nelle aree più ricche, si ipotizza la presenza «di un soggetto economico che sviluppi un progetto di infrastrutturazione che dovrebbe includere anche l'opzione di coinvestimento con soggetti distinti, che potrebbero partecipare alle opere civili». E ancora: «Si suggerisce che il progetto in coinvestimento nelle zone ricche sia concepito preferenzialmente come "copia cinese" del progetto nella sua forma base così da potersi condividere tra più partecipanti con uniforme ripartizione dei costi. Il proponente, che potrebbe svolgere il ruolo di leader della fase di esecuzione, avrebbe diritto a un'equa remunerazione per il coordinamento delle opere». Sul termine "equa remunerazione" si giocherà ovviamente tutta la partita.
Ma in caso di dismissione della rete in rame, peraltro altamente improbabile? «Considerato il cospicuo valore della rete da dismettere e la difficoltà per un soggetto pubblico di rilevarne la proprietà – scrive il comitato – la decisione di sostituzione totale dell'infrastruttura è di competenza esclusiva di Telecom Italia». Inoltre dovrebbe essere tutelato il diritto di tutti gli operatori interessati dal processo di migrazione di acquisire da Telecom una forma di accesso all'ingrosso sostitutiva dell'ultimo miglio, «a condizioni tecniche ed economiche sostanzialmente equivalenti». E un primo commento alla bozza di piano, è arrivato da Asati, l'associazione piccoli azionisti di Telecom, che parla di «equilibrata regolamentazione».

Intanto oggi all'Agcom si giocherà un'altra importante partita: quella delle tariffe dell'ultimo miglio che gli operatori alternativi pagano a Telecom per affittare la sua rete. Il provvedimento era atteso già per fine luglio, ma poi l'istruttoria è stata prorogata di 60 giorni.

EUTELIA / TELCO Who is The Great Pretender ???!!!!!

Telecom Wind, Fastweb , Eutelia, Tiscali , Dada etc......

Interessantisssima rassegna stampa per gli Associati Cripae in mail

Sarà la Casa discografica "Dammi una "M" & dammi una "C"? che presenterà:

oppure
continueran a cantar le bramosie di amorcord?


occhio che si porteran via anche la Dadada......

mercoledì 8 settembre 2010

Eutelia Cloud ?

Cloud in crescita presso le piccole e medie aziende

Sulla base dei risultati dell'ultimo report SMB Cloud Services Practice di AMI Partners, sarebbero sempre di più le piccole e medie aziende che hanno adottato soluzioni cloud per abbattere i costi e ottenere una maggiore agilità di esercizio. Nella fotografia scattata da AMI appaiono infatti 750.000 piccole aziende (il 12% del totale) e 20.000 medie aziende (il 20% del totale) che già si affidano a soluzioni software as a service (Saas). Nonostante gli esperti prevedano per il 2014 spese per oltre 95 miliardi di dollari in soluzioni cloud e hosted IT, all'interno delle aziende più piccole vige ancora però una certa resistenza.

Alcune compagnie si ritengono infatti troppo piccole per adottare servizi hosted; Saas e cloud computing sono percepiti come qualcosa che richiede conoscenze ed abilità particolari per essere implementati e utilizzati; in poche parole il cloud è considerato troppo costoso o più adatto a compagnie di una certa grandezza.

Secondo Michael McDonald, Senior Associate con AMI-Partners, alla base vige una scarsa conoscenza del mezzo; più le compagnie imparano a conoscere il cloud e più ne colgono i benefici. Le piccole attività hanno spesso un budget sufficiente per addentrarsi nel cloud ma ne mettono ancora in dubbio i benefici; ne consegue una spesa finale indirizzata alle nuove tecnologie molto inferiore a quanto inizialmente previsto.

La spesa nel'ICT e nelle tecnologie correlate al cloud sono comunque in aumento e già a fine 2010 costituirà una considerevole fetta del totale, grazie anche a provider in grado di offrire soluzioni sempre più abbordabili e facili da implementare.

Secondo Deepinder Sahni, Senior VP for Global Sizing and Segmentation ad Ami, il panorama ICT nelle Pmi subirà un profondo mutamento nei prossimi 5-7 anni e nuovi servizi cloud costituiranno una buona fetta delle spese. Si stimano più di 52 miliardi di dollari nel 2009 indirizzati al cloud e hosted IT, il 6% della spesa totale dedicata alla tecnologia informatica e alla comunicazione. Entro fine 2014 la cifra dovrebbe superare i 95 miliardi di dollari (11% della spesa ICT).

Chi comprerà EUTELIA ? l'ultima TELCO-ITALY

La RETE DI EUTELIA È questione NAZIONALE Salviamola !!!! TELCO Italia Sveglia!!!!
Lo straniero Ti ama in un abbraccio mortale:
FASTWEB Opa Svizzera
WIND Egiziana passa al Russo
...TELECOM ITALIA Ispano-USA
VODAFONE Inglese
TISCALI GS? Italo-Usa?
BT Iglese

EUTELIA ITALIANA forse ancora per qlche giorno ?

martedì 7 settembre 2010

CA Technologies una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management

CA presenta CA Portfolio Management for Agile IT
Da CA Technologies una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management studiata per gli ambienti di cloud computing
.

di: Redazione Technology

Pubblicato il: 06/09/2010 nella categoria Software.
CA presenta CA Portfolio Management for Agile IT

CA Technologies ha annunciato la disponibilità di CA Portfolio Management for Agile IT, una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management (PPM) per il cloud, progettata per aiutare i responsabili a prendere decisioni di gestione più efficace del portfolio di servizi IT grazie alle nuove prassi di pianificazione agile.
La nuova soluzione si compone di CA Clarity On Demand e CA Agile Vision.
Con la diffusione del cloud computing, i fruitori dei servizi cloud pretendono un'erogazione rapida e un riscontro veloce alle richieste di miglioramenti e di nuovi servizi. In risposta, le organizzazioni IT devono adottare metodologie più agili e iterative per l'erogazione dei servizi IT che mettono a dura prova gli attuali processi di Project Governance e impongono la convergenza fra gestione dei requisiti, pianificazione agile e gestione del portafoglio di servizi.
E l'adozione delle metodologie agili continuerà a crescere nel corso dei prossimi anni: Gartnersegnala che "entro il 2012, i metodi di sviluppo agile saranno utilizzati nell'80% di tutti i progetti di sviluppo software".
La soluzione CA Portfolio Management for Agile IT offre completa visibilità su risorse, dati finanziari e portfolio affinché prodotti e servizi vengano erogati con la giusta qualità, nei tempi previsti e con il giusto valore per il business, a prescindere dalla metodologia adottata per il project management ('agile' o tradizionale).
Ecco nel dettaglio le caratteristiche dei due componenti:
CA Agile Vision;
- Pianificazione Agile On Demand basata su Force.com, la piattaforma aziendale di cloud computing di salesforce.com, che prevede le applicazioni Sales Cloud, Service Cloud e Salesforce Chatter, centinaia di applicazioni di partner ISV e oltre 160.000 applicazioni 'custom' utilizzate dai 77.300 clienti di salesforce.com
- Il servizio basato su cloud offre minori costi iniziali, deployment più rapido, modello di consumo 'pay-for-use', una rapida adozione da parte degli utenti finali, un'architettura multitenant e grande scalabilità
- La pianificazione "agile" degli sprint crea diversi sprint temporali, ne controlla lo stato di avanzamento e gestisce il backlog
- Gli agile velocity chart di tipo burn-down migliorano l'accuratezza del project forecasting
- L'agile virtual wall gestisce attività, user stories e assegnazioni di risorse.
CA Clarity On Demand;
- Il Project Lifecycle Management presenta soltanto i campi e le azioni pertinenti allo stadio del ciclo di vita di un'idea, richiesta, progetto, servizio o iniziativa, permettendo agli utenti di concentrarsi sull'attività in corso
- L'interfaccia utente Web 2.0 semplifica la navigazione, razionalizza le attività più comuni, riduce il numero di clic e migliora la comprensione, accelerando l'adozione da parte degli utenti finali
- I diagrammi Gantt di tipo drag-and-drop consentono un'eccezionale esperienza di schedulazione su browser
- La gestione finanziaria semplificata vanta funzionalità che rendono più intuitiva la pianificazione, la preparazione del bilancio e il monitoraggio dei costi.

sabato 4 settembre 2010

di Salvo Amato Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”

Un interessante articolo tratto da www.giornalettismo.com di Salvo Amato sul

Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”



Usufruire di servizi online ha tanti vantaggi: nessun acquisto di licenze per il software, accesso semplice in ogni luogo. Ma il problema della privacy frena la diffusione di questo nuovo strumento.

CloudComputing Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”Un servizio che in questi ultimi scorci di decennio si sta profilando all’orizzonte è il cloud Computing. Di cosa si tratta? Tutto comincia con i servizi webmail permanenti dove l’abbondanza di spazio ci consente di evitare di cancellare messaggi vecchi potendone conservare migliaia se non milioni ma dovendoli consultare necessariamente on line. Google, colosso del web, per primo ha fiutato la grande potenzialità nel dare ampio spazio per una semplice casella email. Cosa ci guadagnerà? Semplice: ci propina pubblicità contestuale all’interno della pagina che visualizza il nostro messaggio. Così che se un mio amico mi ha mandato un messaggio dove parla della sua nuova auto appena acquistata sicuramente appariranno diversi trafiletti pubblicitari ai lati della pagina con pubblicità del settore auto. Grazie ai capienti monitor da 19 e passa pollici che la tecnologia ci mette a disposizione ciò non ci da fastidio poiché non riduce lo spazio vitale per leggere o produrre comodamente email.

OLTRE LA MODA ALTRO - Non solo, già da qualche anno Google sforna servizi web uno dietro l’altro, Documents è uno di questi. Cosa ci consente di fare? Grazie a Documents possiamo creare ex novo un documento di videoscrittura, un foglio elettronico o una presentazione direttamente sul web e conservarlo in uno spazio a noi riservato sempre sul web. Il tutto senza aere bisogno di alcun pacchetto office. Siccome pare che Google sia la moda da seguire per il web così come Apple sia la moda da seguire per l’hardware portatile, molti altri si sono gettati nell’impresa di produrre servizi sofisticati funzionanti esclusivamente sul web. Ne cito solo alcuni per non annoiarvi con tutti: Apple MobileMe, Amazon elastic Cloud, EyeOS, Canonical di Ubuntu, cloud HP…

PERCHE’ ? – Perchè affidarsi al cloud computing quando ognuno di noi ha il suo sano personal computer?Innanzitutto perchè da una interfaccia web del browser consente di fare buona parte delle operazioni di office automation che vanno dalla creazione di documenti alla conservazione ed all’archiviazione. Inoltre al cloud computing è possibile accedere da qualsiasi postazione, da casa, dall’ufficio, da un mac come da un PC via Linux come via una delle tante versioni di Windows, anche da smartpHone. Infine consente di condividere documenti con altri in rete siano essi colleghi o amici. Immaginate di lavorare in un gruppo di lavoro che opera su uno stesso documento: ognuno modifica una parte dell’unica copia ufficiale pur rimanendo a migliaia di chilometri di distanza.........continua...........

In più per la Nuova Banda , campa cavallo che.....


Fibra per l'Italia ancora in pellegrinaggio a Roma
di Dario D'Elia

Sabato 4 settembre 2010
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A metà settembre dovrebbe concretizzarsi un nuovo incontro tra il consorzio Fibra per l’Italia e il Governo. La sensazione è che sia tutto congelato per questioni politiche ed economiche. Telecom intanto continua per la sua strada.

2010: Fibra per l’Italia, il consorzio formato da Fastweb, Wind e Vodafone, dovrebbe incontrare di nuovo il Governo fra due settimane per fare il punto della situazione. Paolo Romani, in qualità di vice-ministro allo Sviluppo Economico, sarà di nuovo l'interlocutore di riferimento.

Fibra per pochi

Non dovrebbero esservi particolari colpi di scena anche perché Telecom Italia ha deciso di continuare ad andare avanti per la sua strada. O meglio, l'azienda è disponibile a collaborazioni per intervenire nelle aree soggette a digital divide (zone bianche) ma assolutamente disinteressata a partecipare a progetti comuni che possano destabilizzare il suo "monopolio" sulla rete nazionale.

La situazione per di più è complicata dall'attuale fragilità del Governo, in bilico tra elezioni anticipate e conti economici difficili da far quadrare. Poco probabile quindi che la Cassa depositi e prestiti possa concedere l'aiutino promesso lo scorso anno.

Ma quanto vi prendono per i fondelli con queste schiavette mentali..

Lo capite che internet, la vera banda larga è la fibra e quella di Eutelia è di ottima qualità????


Internet mobile 3, limitazione di banda ufficiale

3 Italia limita la banda delle chiavette internet: la comunicazione arriva direttamente dal gestore e si aggiunge a quanto già fanno Vodafone e Wind.

Ecco la nota ufficiale:

“3 Italia gestisce, nel rispetto di quanto previsto dalla Carta Servizi e dalle Condizioni Generali di Contratto, il traffico sulla propria rete mobile al fine di offrire ad ogni suo cliente la possibilità di accedere ai servizi dati. Per ottimizzare le risorse di rete a beneficio di tutti i propri clienti, 3 Italia si riserva di limitare temporaneamente la velocità della connessione ai clienti che presentino modalità di utilizzo tali da pregiudicare le prestazioni della rete stessa. Ciò può accadere durante l’utilizzo di servizi che impiegano in maniera intensa le risorse di rete e/o in zone con un numero particolarmente elevato di connessioni.”

Finalmente la situazione potrà migliorare per molti utenti che utilizzano le internet key 3 e lamentano velocità troppo esigue, pregiudicando una navigazione normale sul web.

Infatti pochi utenti (circa il 5-10%) utilizzano (e sprecano) oltre il 40% della banda, a scapito dei navigatori più disciplinati che utilizzano in modo corretto una risorsa finita come la banda larga mobile.

La rete di 3 forse la più economica e più sfruttata quindi viene sottoposta a bandwidth management: era inevitabile per permettere agli utenti “normali” di ottenere una migliore navigazione. Questo si otterrà, presumibilmente, limitando la velocità di applicativi che generano traffico massiccio come P2P e streaming video.

Vero, le risorse della rete non sono infinite: sicuramente è necessario un aumento delle frequenze ma è anche fondamentale un maggiore investimento per portare maggiore banda e aumentare i ripetitori.

Mondo3 ha raccolto molte testimonianze che indicano una limitazione della banda quando viene superato 1 GB di traffico effettuato.

Si ricorda che 3 Italia può ottimizzare le risorse di rete come previsto dall’art.14 della Carta Servizi già nella sua formulazione originale del 2002 e “in un’ottica di maggior trasparenza nei confronti dei clienti, anche dall’art.4 comma 4 delle Condizioni Generali di Contratto a partire da Marzo 2010“.

L’obiettivo di 3 è di garantire l’accesso alla rete per tutti i clienti nel rispetto del principio di Net Neutrality.

Grazie ai colleghi di Mondo3

mercoledì 1 settembre 2010

Il Business del cloud computing

Eutelia, prima vera offerta d’acquisto

Un fondo guidato da un ex top manager Cisco mette sul piatto 100 milioni di euro. Si prospetta un futuro cloud ad Arezzo?

Intralinks scommette sul cloud italiano

Le soluzioni Saas della società puntano a facilitare collaborazione e la gestione di attività “ad alto livello”

Con la nomina nello scorso luglio di Margherita Dellea a senior director for strategic account per il Sud Europa, Intralinks ha compiuto un passo decisivo per la conquista del mercato italiano. Anche se è improprio parlare della nascita di una filiale Sud europea (concetto che non si adatta al dinamismo e alla concezione d’impresa di una società di servizi Internet) Intralinks dedicherà più risorse ai problemi dei clienti (e non) della Penisola: utenti che hanno finora conosciuto o adottato queste soluzioni attraverso collaborazioni con società americane. Dellea, che ha già all’attivo le startup in Italia di Portal Software e Salesforce.com, oltre molti anni passati nelle organizzazioni di supporto commerciale ai grandi utenti di Telecom Italia e Rim, ci spiega in breve la storia di Intralinks.

"La società è nata a New York nel 1996 per iniziativa di Jp Morgan a cui serviva una piattaforma per gestire processi di acquisizione, due diligence e Ipo. I servizi sono stati in seguito usati da altre banche Usa per poi approdare al settore farmaceutico con Astra Zeneca per la gestione della raccolta dei dati di test e degli altri processi per l’approvazione dei farmaci. Esperienze poi portate nelle aziende del settore legale, dell’energia e delle utility". ..........................................
Telefonica to launch new business area, focus on data, video
By Jason Sinclair, Dow Jones Newswires

Tuesday 31 August 2010
Spanish telco plans to develop a network specifically for video content, COO announces.

Telefonica SA will launch a new business area in September as the company looks to beef up its data technology services and expand revenue.

"We are going to develop a network specifically for video content and want to expand video services for the home," Telefonica's chief operating officer Julio Linares said late Monday in a meeting with journalists.

The Madrid-based telecommunications company said that besides the video content delivery network the company will expand in the segments of eHealth, applications, security and financial services, cloud computing and machine to machine Internet communications.

Iniziano a partire Le Fusioni .......

Wind parlerà russo? Ok dai soci Vimpelcom all’acquisizione di asset di Orascom Telecom, tra cui l’operatore italiano

Naguib Sawiris

I principali azionisti dell’operatore russo VimpelCom – Altimo (Alfa Group) e Telenor, che controllano rispettivamente il 44,6% e il 36% del capitale – hanno dato il loro sostegno ‘in linea di principio’ all’acquisizione di asset dal tycoon egiziano Naguib Sawiris, proprietario dell'impero telefonico che fa capo a Orascom Telecom e conta 120 milioni di clienti in tutto il mondo.

Lo riporta il quotidiano russo Vedomosti, secondo cui i membri del board avrebbero approvato in via provvisoria il nuovo piano di acquisizioni – che comprenderebbe anche l’italiana Wind – già la scorsa settimana, durante un meeting ad Amsterdam.



Indiscrezioni riguardo il possibile interesse di VimpelCom, oltre che per il 51% di Orascom Telecom, anche per il 100% dell’italiana Wind erano circolate sulla stampa russa già a metà agosto. Il costo dell’operazione era stato stimato in 6,5 miliardi di dollari, esclusi i debiti.



Nei giorni scorsi, intanto, i rumors su un possibile matrimonio da 25 miliardi di dollari tra i due gruppi si sono intensificati e ieri lo stesso Sawiris ha confermato in un’intervista a un quotidiano canadese che trattative sarebbero in corso con VimpelCom e anche con altri gruppi per valutare eventuali progetti di fusione.



Dall’Algeria, intanto, la notizia che le pubblicità dei servizi telefonici della divisione locale di Orascom Telecom, Djezzy, sarebbero state bandite dalle Tv pubbliche. Sawiris ha affermato che risolvere il contenzioso col governo algerino è una delle priorità del gruppo dopo le divergenze sorte in merito a diverse vicende, tra cui il veto alla vendita di Djezzy alla sudafricana MTN.

Djezzy, come del resto la maggior parte degli operatori mobili, è uno dei maggiori inserzionisti pubblicitari algerini, con un budget annuo di circa 40 milioni di dollari.

Nei giorni scorsi, il governo ha formato una commissione per valutare il prezzo di un’eventuale acquisizione dell’operatore e starebbe usando queste tattiche per fare pressione su Sawiris e costringerlo a trattare su un prezzo ragionevole e comunque di molto inferiore ai 7,8 miliardi offerti da MTN.

Nuovi guai per Telecom Italia,

si profilano all'orizzonte nuovi guai per Telecom Italia, a cui il Fisco potrebbe presentare presto un nuovo conto da pagare: dopo i 418 milioni di euro versati a luglio per chiudere il contenzioso sull'Iva con l'agenzia delle entrate nato in seguito della vicenda Sparkle, spunta una nuova presunta evasione da parte della controllata di Telecom, sempre legata alle stesse vicende.

Oltre all'indetraibilità dell'Iva relativa alle prestazioni inesistenti, il Fisco avrebbe infatti contestato a Telecom Sparkle anche l'indeducibilità ai fini Ires e Irap dei costi relativi a quelle stesse operazioni. Secondo i calcoli delle Fiamme Gialle, Telecom Sparkle dovrebbe versare altri 429 milioni di euro, senza contare sanzioni e interessi.
Casi e casini di borsa/ Fastweb sulle montagne russe della speculazione
Mercoledí 01.09.2010 15:29


Fastweb sospesa in borsa dopo che il titolo, a metà giornata, aveva segnato un ultimo prezzo a 12,48 euro per azione, in crescita del 10,83% rispetto alla vigilia. Un rialzo che riduce al 35% le perdite segnate da inizio anno dalla controllata (all'82%) del gruppo Swisscom e che sembra nascere più da motivazioni tecniche (oltre ad essersi lasciato alle spalle un agosto deludente, che ha visto il titolo cedere un 15% circa, l'azione proveniva dal minimo dell'anno toccato lo scorso 20 agosto a soli 10,60 euro) più che da indiscrezioni.

Ciò nonostante come sempre in questi casi qualcuno a Piazza Affari è pronto a scommettere che dietro il rialzo, avvenuto peraltro tra volumi in decisa crescita rispetto a ieri (931 i contratti scambiati a metà seduta, contro i 311 di martedì, per un controvalore di oltre 3,8 milioni di euro contro i circa 715 mila euro della vigilia), ci sia proprio Swisscom, che potrebbe aver interesse ad approfittare delle modeste quotazioni per ritirare una volta per tutte il titolo dal listino.

Un'ipotesi che da Berna hanno sempre escluso di avere in programma, ma che costerebbe non più di 1,1-1,2 miliardi di euro già contando un "congruo" premio del 15%-20% rispetto ai prezzi odierni. Il che per un gruppo che ha fatturato solo nel primo semestre dell'anno 5,95 miliardi di franchi svizzeri potrebbe anche essere un prezzo accettabile da pagare per lasciarsi alle spalle tutto il clamore legato al coinvolgimento nella vicenda Telecom Sparkle.