Telefonia VoIP e qualità, un binomio possibile
La vecchia, solida linea analogica perfettamente emulata? Si può, si può
Marco Valerio Principato
Di Marco Valerio Principato
Pubblicato il: 11/10/2010Commenti Commenta
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Un terminale usato dagli installatori, all'atto del collaudo di una linea ADSL (Exfo Colt 450P) - Click per ingrandire
Roma – Oggi concluderemo la chiacchierata iniziata due settimane fa a proposito di telefonia VoIP: obiettivo di oggi sarà arrivare ad avere un servizio telefonico in Voice over IP il cui livello qualitativo non faccia rimpiangere la rete fissa di Telecom Italia.
Avevamo aperto la discussione esordendo con un titolo ben preciso: “Fritz Box Fon, VoIP e qualità audio sotto stress da download” e c’era una ragione ben precisa: oggi è facilissimo procurarsi un router ADSL/VoIP, abbonarsi a un servizio ADSL naked, ossia solo ADSL, dunque senza alcuna linea telefonica “reale” associata, per poi utilizzare il servizio di telefonia VoIP di uno dei tanti operatori presenti sul mercato, italiano e/o estero.
Tra i router ADSL/VoIP abbiamo preso in considerazione i modelli di AVM, meglio conosciuti come “Fritz Box”, in quanto sono tra i più flessibili, affidabili e capaci di svolgere molteplici e comode funzioni. Il tutto con un rapporto qualità/prezzo più che accettabile. Da notare che questo non è un “post sponsorizzato”: AVM non corrisponde un centesimo a chi scrive. Piuttosto, è la trascrizione dell’esperienza di chi scrive, che nel condividerla con i lettori spera di travasare in chi legge quei piccoli trucchi che possono far risparmiare molto tempo e ridurre il rischio “grattacapo” o “pentimento represso”.
Dunque: all’inizio tutto è (abbastanza) facile, si allaccia il Fritz alla linea ADSL, si configura l’accesso a Internet come da istruzioni, si attacca il PC a una delle porte LAN e si naviga. Fin qui, tutto bene.
Viene poi voglia di impiegare un fornitore VoIP, dal momento che molti offrono la possibilità di attivarsi una linea VoIP in piena autonomia: in alcuni casi, come quello di EuteliaVoIP, il servizio è di buon livello ma è abbastanza limitato per quanto concerne i servizi collaterali. Ad esempio, con essa alcuni dei “servizi clienti” degli altri operatori non funzionano, non è certo che funzionino le chiamate ai numeri di emergenza e varie altre cosine (come il proprio servizio clienti, praticamente inusabile), fermo restando che la qualità vocale del servizio, così come è erogato, è buona.
Volendo avere alle spalle un minimo di servizio clienti degno di questo nome, è possibile rivolgersi a operatori che rivendono la telefonia di Eutelia in versione “professionale”: un esempio è Ehiweb, le cui formule VoIP sono dimensionate per soddisfare un po’ tutte le esigenze e il livello di servizio è più che buono.
Per chi ama “sperimentare” con servizi VoIP molto spregiudicati sotto il profilo tariffario, ci si può ad esempio cimentare anche con il servizio di VoipCheap, per la verità piuttosto flessibile e conveniente ma, attenzione, da esso non si possono chiamare, sempre ad esempio, né numeri verdi (800 e simili) né servizi di emergenza: mai, dunque, servirsene come unico sbocco sulla rete telefonica, occorre sempre abbinarlo ad un operatore che lo permetta.
Insomma, la scelta è vasta, le combinazioni possibili sono molte e, nel momento in cui si prende confidenza con la configurazione dei Fritz e… ormai ci si è attaccato un telefono, si scopre che è possibile impostare addirittura delle regole: per tutti i numeri verdi, ad esempio, il Fritz farà uscire la chiamata verso l’operatore nazionale “serio”, mentre per tutte le chiamate internazionali magari sfrutta VoipCheap, possibilmente per tutte quelle che esso offre “comprese” senza scalare la tariffa trimestrale.
Una volta stabilita la configurazione ideale sotto il profilo tariffario e di instradamento chiamate, si potrebbe dire di aver finito. Invece, per alcuni si presenta un problema apparentemente insormontabile: la qualità audio. Essa è, magari, solitamente buona ma, per esempio, solo se sulla propria linea ADSL non si svolge alcun altro traffico. Se, viceversa, è in corso un download “pesante” che occupa tutta la banda, se si usa BitTorrent, se si impiegano altri programmi in Peer To Peer, oppure se si sta inviando un file grandissimo a qualcuno, la qualità vocale del VoIP degrada fino a diventare “non commerciabile”. Voce spezzettata da uno o entrambi i lati, robotica, improvvisi “buchi di silenzio”, sillabe o frasi “mangiate”, linee cadute e chi più ne ha più ne metta.
Qui iniziano, in genere, le imprecazioni: “accidenti a me e quando ho lasciato Telecom Italia”, o Fastweb, o chi si aveva prima che, però, funzionava, nonostante qualunque traffico Internet ci fosse in atto. Iniziano, spesso, anche le imprecazioni con il provider, al quale si segnala che il VoIP non va. Reclamare, altrettanto spesso, serve a poco, specie se il provider VoIP non coincide con quello ADSL perché, in linea di massima – ed ecco la prima notizia – non dipende dalla linea ADSL in sé, salvo rari casi.
Occorre infatti ricordare che, oggi (sempre in linea di massima):
* la quasi (un quasi che si potrebbe anche togliere) totalità dei provider ADSL adotta il meccanismo della prioritizzazione del protocollo RTP che, come spiegato le volte scorse, è responsabile del transito prioritario della voce trasportata su IP: lo fa persino Alice di Telecom Italia (in fondo alla pagina prestazioni: “Idoneità ad utilizzare sistemi VoIP forniti da altri operatori: Si”)
* la totalità assoluta dei fornitori di telefonia VoIP adotta sistemi che trattano il traffico IP in modo adeguato per la voce, dunque assai difficilmente – almeno per quanto concerne il traffico voce nazionale – tali perdite di qualità sono ascrivibili all’operatore telefonico VoIP
E allora?
E allora bisogna tener presente che siamo in Italia, dove le condizioni fisiche della linea ADSL sono una cosa e le condizioni contrattuali sono un’altra. E, nel caso specifico del Fritz Box Fon (che è tedesco), la precisione e coerenza tedesche (ma non solo: vale anche per gli altri costruttori) mal si conciliano con il binomio fisico/contrattuale all’italiana, portando disservizi in realtà soltanto apparenti.
Bisogna infatti tenere presente che, quando una linea ADSL viene installata, il collaudo prevede tra l’altro l’esecuzione di un test di dialogo tra gli apparati (con uno strumento come quello in figura in alto a sinistra), nel quale viene stabilita qual’è la velocità massima a cui il terminale utente (cioè la parte modem del router ADSL) può dialogare con l’apparecchiatura in centrale (cioè il DSLAM). Tale valore viene memorizzato nel DSLAM e si può star certi che non verrà mai superato, anche potendo. Quella minima, invece, è stabilita dal disciplinare tecnico del provider: se il dialogo tra i due apparati, per qualsiasi ragione – es. doppino telefonico danneggiato - scende sotto a quel valore, il modem ADSL non accenderà la spia di connessione stabilita (anche se potrebbe) e si dirà che “non si allinea”.
Ora, come è facile immaginare, da casa propria alla centrale telefonica ci possono essere le distanze più disparate: si può andare da qualche decina di metri per chi abita nel palazzo accanto alla centrale telefonica, fino ad arrivare a diversi chilometri. Ci sono dei limiti, naturalmente: se si abita a 15 Km dalla centrale, non si ha (quasi) alcun problema per una normale linea telefonica, ma le speranze di avere un’ADSL a 7 Megabit sono ridotte a veramente poco, per non dire nulla. Questo fattore, come si può intuire, determina i valori di quella famosa inizializzazione e, purtroppo, cambia le carte in tavola al router ADSL/VoIP che, necessariamente, non può disporre di una regola unica con cui agire per determinare quanta banda deve riservare al VoIP e quando farlo.
A pagina 2 prenderemo in esame due casi pratici (relativi a chi scrive, quindi assolutamente reali e capitati prima di un altro problema, ben più spinoso), con lo stesso apparecchio in due scenari diversi, che richiedono ciascuno un’attenzione diversa per ottenere lo stesso risultato.