Galateri lascia
la presidenza,
al suo posto Bernabè
con deleghe esecutive
e Patuano ad
MILANO
L'era della presidenza Galateri alla Telecom si chiude con una dura resa dei conti tra i soci. Ad avere la meglio è Telco, l’azionista di maggioranza relativa col 22,5% di Telecom che ha fatto il pieno di consiglieri: 12 su 15, con una lista votata dalla maggioranza (il 46,89%). Resta, invece a secco la Findim della famiglia Fossati, seconda azionista col 4,98%, che ottiene solo l’11,76% dei consensi e rimane senza un rappresentante nel nuovo Cda. Teatro dello scontro, un’assemblea senza precedenti come partecipazione (poco più del 50% del capitale), ieri riunita a Rozzano, alle porte di Milano, per approvare il bilancio 2010 e rinnovare il consiglio d’amministrazione.
L’assemblea si scalda quando il rappresentante dei Fossati vota contro l’approvazione dei conti di Telecom considerando il bilancio «carente delle informazioni obbligatorie, previste dal codice civile e dai criteri contabili internazionali, per consentire a soci e terzi l’esatta comprensione della relazione di controllo». Il riferimento è alla reale forza di Telco - la holding partecipata da Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo - in Telecom. In quanto, sostiene Fossati, «Telco risulta, da quando è entrata nel capitale, la società che stabilmente esercita il controllo di fatto su Telecom» e se questo venisse riconosciuto gli azionisti Telco si troverebbero a dover consolidare in bilancio i conti del gruppo telefonico.
Ma a giocare un ruolo decisivo nella partita, a favore di Telco, sono stati i fondi (con oltre il 20% del capitale), che con la loro forte affluenza hanno dimostrato, come ha sottolineato il presidente Gabriele Galateri, che «Telco, con il 22,5%, non rappresenta la maggioranza assoluta». Inoltre, i fondi sono stati determinanti per tagliare fuori Findim, grazie anche alle nuove regole assembleari. Escluso dal cda, resta ora da capire cosa farà Fossati del suo 4,98% in Telecom. Findim è entrata in Telecom nella primavera 2007, quando il titolo quotava intorno ai 2,20 euro per azione mentre oggi vale 1,06 euro.
I fondi guidati da Assogestioni, che hanno raccolto il 39,35% dei consensi, si sono aggiudicati tutti e tre i posti riservati alle minoranze. Viene riconfermato il professore Luigi Zingales e debuttano Ferdinando Beccalli Falco (numero uno Ge Europe) e Francesco Profumo (Rettore del Politecnico di Torino). Oltre ai tre consiglieri in quota ai fondi il nuovo cda di Telecom, che oggi si riunirà per assegnare le deleghe, sarà composto da Cesar Alierta, Tarak Ben Ammar, Franco Bernabè, Elio Catania, Jean Paul Fitoussi, Gabriele Galateri, Julio Linares, Gaetano Miccichè, Aldo Minucci, Renato Pagliaro, Marco Patuano e Mauro Sentinelli. Tutti in rappresentanza di Telco. Galateri, non riconfermato per la presidenza di Telecom e di recente nominato presidente di Generali, sederà ora nel board della compagnia telefonica in rappresentanza del gruppo assicurativo triestino. Oggi, salvo sorprese, il nuovo cda assegnerà a Bernabè la carica di presidente esecutivo e a Patuano quella di ad. Bernabè guarda già al futuro di Telecom puntando a «ridurre il debito a 25 miliardi di euro nel 2013 dagli attuali 31,5 miliardi». Ma non dimentica il passato e la gestione precedente la sua, che definisce come una «fase patologica». Considera Sparkle, la vicenda security, le sim false come «pagine imbarazzanti del nostro passato» ma è giunto il momento di voltare pagina», chiudendo questi capitoli e quello delle azioni di responsabilità contro gli ex vertici.
E rispondendo a una richiesta di Consob, il cda ha motivato la propria decisione di non prendere alcun procedimento urgente nei confronti di Luca Luciani per il caso delle sim false, dove il direttore generale in pectore è indagato per truffa aggravata, con lo «stato embrionale del procedimento» e spiegando che «non c’è pericolo di reiterazione del reato». Nessuna iniziativa nemmeno nei confronti di Riccardo Ruggiero, ex ad di Telecom Italia, anch’egli indagato. Decisioni che non soddisfano i piccoli azionisti dell’Asati, che votano contro l’approvazione del bilancio 2010. E sempre in tema di azioni di responsabilità il consigliere indipendente Zingales promette battaglia: «Servono ulteriori approfondimentii» in particolare sulla vicenda Sparkle.
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