Lettera aperta del CRIPAE - FIERI A VITA per il Nostro Contributo .

Lettera aperta del CRIPAE per Eutelia Nel dubbio VotateVi sempre!!! Partiamo dal problema sociale più sentito in questi giorni nostri. La crisi economica che deriva dalla crisi Finanziaria e di Capitali che si riversa poi sui numeri dell’occupazione. Ma qui in Eutelia la situazione è diversa Il Capitale c’è, è Italiano ed è stato messo soprattutto con i Risparmi dei Piccoli Azionisti per più di 2⁄3 ed è stato Patrimonializzato in Azienda Eutelia. Abbiamo letto su alcune relazioni che in questi anni abbiamo investito 600mln€. Lo abbiamo fatto con i nostri risparmi nulla a che vedere con finanza creativa, siamo un azionariato popolare italiano. La nostra iniziativa imprenditoriale e quindi il nostro Capitale rappresenta un baluardo per la tutela dei Vostri posti di lavoro il Nostro Comitato riunisce i Piccoli Azionisti che da sempre hanno creduto e sono fieri di aver investito per infrastrutturare il nostro paese nell Asset fondamentale per crescita e sviluppo: La banda larga, la Rete in fibra ottica di Eutelia. Fin dal primo momento abbiamo capito che la tutela del Vostro lavoro e quindi del Nostro Investimento passa attraverso lo sfruttamento dell'Asset strategico della Rete in fibra ottica di Eutelia. Insomma non abbiamo scoperto nulla, Chi ha studiato un pò di economia conosce bene quali siano i Fattori della Produzione: la TERRA , il LAVORO ed il CAPITALE nelle proporzioni di Vostro gradimento. Speriamo che con Terra crescano migliori frutti. Purtroppo questi ultimi anni abbiamo vissuto parecchie disavventure che hanno evidenziato tutte le possibili negatività di questa azienda ma un elemento sono convinto sia stato di esperienza positiva : la Formazione del Gruppo, quella professionale rimane indiscutibile. Solo chi lavora in evidente stato di difficoltà porta con se un'esperienza sicuramente pesante ma che deve essere un bagaglio di conoscenze da cui attingere per il futuro. Come un marinaio che va per mare, solo quando si trova nei momenti pericolosi capisce l’importanza di avere uno scafo robusto e quale sia il bene prezioso che si possa perdere, qui sicuramente tutti i componenti hanno percepito il valore dello stare insieme e di remare per la stessa via. Quindi sicuramente finora i fattori Capitale&Lavoro non sono mancati , oggi speriamo di imbarcarre con Noi Imprenditori già del settore che vogliano aiutarci a condurre insieme questa Nave Eutelia, Tutta insieme senza scialuppe di salvataggio privilegiate. Son convinto che sapranno farlo al meglio, utilizzando le risorse umane di Chi ha costruito Eutelia in questi anni, perchè parlano la stessa lingua ed hanno stessi valori culturali e umani, famiglia ed impresa. I primi ad investire su di Noi dobbiamo essere sempre Noi stessi, i veri protagonisti del Nostro futuro, non Ci si può tradire. Nel dubbio VotateVi!!! Auguriamo a tutti Noi un futuro sostenibile di sviluppo e crescita. Torneremo nelle posizioni che Eutelia merita. Grazie Il Cripae P.s. sono graditissimi i commenti e riflessioni questo spazio va inteso anche come un contributo per i dipendenti Eutelia di tutte le sedi affinche possano responsabilizzarsi in un momento particolare

giovedì 18 novembre 2010

Amarcord Coin , altra storia di ristrutturazione .....


e così scelsi EUTELIA
:)

ed oggi la rivendono .....

MILANO, 19 novembre (Reuters) - Il gruppo Borletti
guarda con interesse a Coin (GCN.MI: Quotazione) ma non ha ancora preso una decisione al riguardo, in quanto sta studiando altre opportunità e deve scegliere quali portare avanti.

Lo dice in una dichiarazione via email a Reuters Maurizio Borletti.

"Coin è certamente in un settore che a noi interessa. E' una success story con un management solido che è stato capace di gestire prima il proprio turnaround e in seguito eseguire molto bene l'integrazione con Upim dopo la fusione", afferma Borletti, ricordando che "attraverso la fusione di Upim siamo anche indirettamente già azionisti di Gruppo Coin".

Ci sono quindi, aggiunge l'imprenditore la cui famiglia è tra l'altro tra i soci di Rinascente, "le premesse per un nostro interesse anche se non abbiamo ancora preso una decisione definitiva in tal senso. Stiamo in effetti studiando altre opportunità e dobbiamo decidere quali perseguire".

Lo scorso dicembre Coin ha raggiunto un accordo con gli azionisti di Rinascente per l'acquisizione del 100% della catena di grande distribuzione Upim che prevedeva l'assegnazione agli azionisti di Upim di una partecipazione nel capitale di Coin.

Ieri Financière Tintoretto ha deliberato di dare avvio a un processo volto all'eventuale dismissione della propria partecipazione in Coin, prevedendo che la selezione dell'acquirente possa avvenire entro il primo trimestre del 2011.

Attualmente, la quota di controllo di Coin fa capo a Pai Partners ed è riunita nella holding Financière Tintoretto, in cui hanno una partecipazione di minoranza anche esponenti della famiglia Coin.

Nelle settimane scorse, secondo quanto riferito da diverse fonti e in alcuni casi dagli stessi interessati, si sono fatti avanti per Coin diversi operatori di private equity, fra i quali Apax, Carlyle, Clessidra, Cinven e la coppia Investindustrial-Tpg.

mercoledì 10 novembre 2010

NGN, intesa per le infrastrutture passive

Si creerà un Newco che gestirà la transizione alla infrastruttura per la fibra. Esclusi cavi e apparati. Intanto arriva il commissario Kroes a pungolare: l'Italia è al palo in fatto di nuove tecnologie.............

martedì 9 novembre 2010

Qndo dissi che la Rete fissa in fibra ottica Eutelia fosse primaria rispetto alla rete dati mobile...

Swisscom: navigazione dati ko su rete mobile. Disservizio anche per M-Budget Mobile e Mucho

ICT nelle pubbliche amministrazioni locali

Dati ISTAT freschi freschi, meno peggio di quanto immaginassi...

* il 99,9% delle amministrazioni locali ha un collegamento ad internet
* il 73% dei dipendenti ha accesso ad internet
* il 64% dei comuni e il 79% delle provincie usa servizi di e-procurement
* provincie e comuni spendono in servizi ICT 2,5 volte quello che spendono in software
* il 49% delle PAL usano Open Source

lunedì 8 novembre 2010

Dentro me c'è solo una Maggioranza silenziosa...

Mr Paolo, Mercato Libero

la mia Stima è molta e capisco la Vostra condizione mentale di rivendicazione del giusto,[/URL] di un percorso razionale e di un comportamento aperto leale purtroppo a volte tradito.
Non Vi biasimo ma non vi elogio nel dare troppa importanza a queste polemiche, NON LO MERITATE, sebbene ciò provi tutti i giorni sulla mia pelle, con la difesa nell'investimento ultimo fatto in Eutelia dove da parecchio tempo su finanzaonline sono abituato a confrontarmi con alcuni dileggiatori.
Il mio suggerimento è concentrarsi su quella silenziosa maggioranza che Vi apprezza, non lasciarsi troppo trasportare dal livore, c'è il rischio di perdere la tramontana,la Vostra serenità e professionalità è sostanza nell'insegnamento all'educazione finanziaria con il Vostro pregevole Servizio.
Tanto mi permetto con onestà intellettuale che Ci contraddistingue.

Ringraziando Vi salutiamo

CRIPAE
www.cripae.blogspot.com
Comitato Risparmiatori piccoli Azionisti Eutelia

già

Com. BOATRADE
www.boatrade.blogspot.com

mercoledì 3 novembre 2010

Non si può prescindere dalla realizzazione di una vera rete di accesso, di trasporto e di backhauling a banda larga

Adozione di smartphone in Italia, il tasso magiore al mondo secondo Ruggiero
(Nicola Ruggiero, non parente)
Adsl lumaca, Ruggiero: ci vorranno diversi anni e grandi investimenti - LASTAMPA.it.


Cioè devono attrarre i clienti della concorrenza con offerte allettanti? «Già. In questo contesto le offerte dati sono la novità, ma l'esplosione di smartphone e data card in Italia (il tasso più elevato al mondo) è più veloce dell'adeguamento tecnologico, che non può prescindere dalla realizzazione di una vera rete di accesso, di trasporto e di backhauling (grandi direttrici di traffico, ndr) a banda larga, anche in fibra ottica».

giovedì 28 ottobre 2010

Il settore delle tlc rappresenta «un volano di sviluppo straordinario, un driver di crescita, innovazione e occupazione per il paese

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Il convegno Asstel ha rappresentato la prima vera assise delle telecomunicazioni italiane. Hanno partecipato ministri, operatori, sindacati e a chiudere è intervenuta la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Il settore delle tlc – commenta – rappresenta «un volano di sviluppo straordinario, un driver di crescita, innovazione e occupazione per il paese. Sarà tra le priorità dell'agenda economica di Confindustria»

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Euteliavoip vi regala il numero geografico




WiFi libero: si farà

* Gio, 28 Ott 10
* Marco Angione


WiFi libero: Maroni rassicuraIl ministro Maroni parla del WiFi libero durante il question time: i tempi sono maturi per superare il decreto Pisanu.

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, sgombra il campo da qualsiasi dubbio sulla posizione del Viminale circa la liberalizzazione delle reti WiFi pubbliche in Italia: "Stiamo lavorando da tempo su questo tema, e la settimana prossima discuteremo in consiglio dei Ministri una proposta che ci permetterà di superare il decreto Pisanu".

Asstel: imprese TLC in Italia arretrate nella UE. Banda larga insufficiente

Asstel: imprese TLC in Italia arretrate nella UE. Banda larga insufficiente

di Noemi Ricci

giovedì 28 ottobre 2010

Le imprese di Telecomunicazioni in Italia non vivono una congiuntura favorevole: in 5 ann ei ricavi, nonostante la crescita della banda larga. Non è colpa della crisi ma del ritardo rispetto ai Paesi Ue

Il mercato TLC in Italia perde colpi, e la responsabile non è la crisi. Sembra infatti inarrestabile il declino del traffico voce, che si aggiunge al problema del ritardo nella banda larga rispetto agli altri paesi europei, al difficile equilibrio con i nuovi protagonisti del Web e all'avvento dei cosiddetti grandi attori esterni (Google, Youtube, Facebook...).

Lo rivelano i dati del report realizzato per Confindustria Asstel da Analysys Mason e presentati al convegno Asstel "Le telecomunicazioni per l'Italia".

Un comparto rimasto negli anni sostanzialmente uguale a se stesso in Italia: dal 2006 ad oggi è in atto una lenta decadenza, che la crisi internazionale ha solo accentuato. Una contrazione di natura strutturale quella del settore TLC in Italia, tanto da portarlo quasi a perdere l'8% dei ricavi negli ultimi anni, pari a circa 4,5 miliardi di euro.

Le speranze riposte nello sviluppo della banda larga nulla hanno potuto contro il calo delle vecchie linee telefoniche di ben 5 milioni, portando il livello di penetrazione del fisso in Italia al 77%, il più basso a livello europeo.

Un andamento che non riesce ad essere compensato dalla crescita di accessi alla banda larga fissa, che tra giugno 2009 e giugno 2010 ha superato +7%. Cifra non sufficiente a scrollarci dall'ultimo posto tra i cinque principali paesi dell'Ue. Non è all'altezza di quanto avviene negli altri Paesi neanche il boom di schede, chiavette e smartphone per il collegamento all'Adsl mobile.

Ad influenzare negativamente l'andamento del settore TLC ci sarebbero inoltre attori esterni come i motori di ricerca, i social network e i content provider, che avendo rivoluzionato e allargato il modo di comunicare stanno lasciando sempre meno spazio ai metodi tradizionali e quindi ai vecchi gestori telefonici.

Da considerare, infine, anche il fardello dell'analfabetizzazione informatica, con il pc presente solo nella metà delle famiglie italiane, oltre alla reticenza nell'adoperare Internet nei rapporti con la pubblica amministrazione, con solo il 15% della popolazione che usa servizi di e-government (l'obiettivo dell'Agenda digitale europea è del 50%). In più i servizi pubblici effettivamente fruibili su internet sono il 79% di quelli potenzialmente disponibili, contro la media dell'82% per l'Ue a 27 e dell'88% per i cinque principali paesi europei.

giovedì 14 ottobre 2010

ok il collaudo di Eutelia e Regione

Fosdinovo E' arrivata la linea Adsl: ok il collaudo di Eutelia e Regione
ORA il Comune di Fosdinovo è coperto dal servizio internet veloce. I tecnici di Eutelia e Regione hanno infatti collaudato la rete Wireless Adsl. Per attivare il servizio si può chiamare il numero gratuito 800031515. La Regione continuerà a fare monitoraggio e sarà garante per ogni problema.

mercoledì 13 ottobre 2010

Grandi Navi Veloci Grande Primo Amore del C.te BOATRADE

COME I NOSTRI AVI DOMINAVANO I NOSTRI MARI NOI SALPEREMO I VOSTRI DENARI!!!!!!!!!!!!!


Msc rileva il 50% di Navi Veloci

Raoul de ForcadeCronologia articolo13 ottobre 2010

*
GENOVA
Rivoluzione nel mondo dei traghetti a pochi giorni dal termine (20 ottobre) di presentazione delle manifestazioni di interesse per la privatizzazione di Tirrenia. Grandi navi veloci, una delle compagnie che ha già ufficializzato la disponibilità all'acquisto della compagnia di Stato, si prepara a far entrare nella sua compagine un nuovo socio al 50%. Un azionista di notevole peso, perché è il secondo armatore al mondo nel settore del trasporto container: Gianluigi Aponte, patron, oltre che di Msc, anche della società napoletana di ferry Snav. Quest'ultima è controllata dalla finanziaria Marinvest, che sarà protagonista dell'operazione con cui Aponte si assicurerà la metà delle azioni della società genovese e darà vita a una nuova compagine dello shipping.
Società fondata dal decano degli armatori liguri, Aldo Grimaldi, e attualmente controllata da alcuni fondi (Investitori associati col 67%, Idea Capital col 20,1% e Charme col 9,2%) e dal management (col 3,7%), Grandi navi ha appena avuto un cambio ai vertici. Uscito di scena a fine luglio l'a.d. Silvano Cassano, che era subentrato a Grimaldi, il timone è andato a Roberto Martinoli, nel cda di Gnv dal 2008 e già ai vertici di Norwegian cruise lines. E proprio Martinoli sarebbe uno dei tessitori della trama che ha favorito l'ingresso di Aponte in Grandi navi, la quale, colpita dagli effetti delle crisi mondiale, aveva bisogno di un socio forte, nonostante gli azionisti avessero appena sottoscritto un aumento di capitale di 30 milioni. Ieri, dunque, Marinvest e Gnv hanno firmato una lettera d'intenti per l'ingresso della prima nella seconda con il 50% delle quote. Un'operazione che sarà sancita dal passaggio di tre unità della Snav in Grandi navi.
«Si tratta – dice Martinoli, che resterà ai vertici di Gnv – di un accordo preliminare. Ma intendiamo concludere entro i primi di dicembre, perché vogliamo iniziare a operare con la nuova compagine dal 2011. Si tratta di un'alleanza molto importante e sono felice di far parte delle persone che l'hanno portata a termine. Aponte è un socio di professionalità indiscutibile che ci apre un'infinità di strade estremamente interessanti». L'operazione, che renderà Aponte primo azionista di Gnv, secondo quanto risulta consta di una ricapitalizzazione da circa 130 milioni. L'aumento avverrà in parte attraverso il conferimento delle tre navi, per un valore di 95 milioni, e in parte cash, con un apporto di 30-40 milioni. La partecipazione di Investitori associati scenderà al 33% circa. Finora Snav, che è guidata da Raffaele Aiello, ha operato nel Golfo di Napoli con collegamenti con le isole campane, Eolie e Pontine, con la Corsica e sulle tratte Napoli-Palermo, Civitavecchia-Palermo, Civitavecchia-Olbia. «Non voglio ancora dire – prosegue Martinoli – che tratte faremo con le navi che passeranno a noi dalla Snav: non intendo dare vantaggi ai nostri competitor. Ma certo non le metteremo sulla Napoli-Capri». Insomma, l'alleanza punterà sulle linee a lungo raggio mentre la Snav continuerà a operare sul suo attuale bacino. Riguardo al nome della nuova società, afferma Martinoli, «non è stata presa ancora alcuna decisione, ma in un primo tempo potrebbe essere Gnv-Snav, perché vogliamo dare un segno di continuità a entrambi i marchi. In ogni caso, con questa alleanza si realizza uno dei miei intenti. Perché l'aggregazione di diversi operatori con il consolidamento delle attività è strategicamente importantissima, specie in questo momento del mercato, per guardare al futuro». Sulla manifestazione di interesse fatta da Gnv per Tirrenia, Martinoli chiarisce: «L'ingresso di Snav non cambia nulla, direi. Abbiamo espresso il nostro interessamento a Tirrenia ma per ora un vero bando non esiste. Vedremo».

Intanto Medieterranea holding, la società presieduta da Salvatore Lauro che già aveva partecipato alla prima (fallita) gara per Tirrenia, ha annunciato di essersi ricandidata all'acquisto, con una nuova compagine, composta dalla sarda Delcomar, dalla società di logistica Intergroup dalla napoletana Sopromar, nonché dalla famiglia Busi, dalla Regione Sicilia e da Isolemar.

lunedì 11 ottobre 2010

Eutelia Voip

Telefonia VoIP e qualità, un binomio possibile
La vecchia, solida linea analogica perfettamente emulata? Si può, si può

Marco Valerio Principato
Di Marco Valerio Principato
Pubblicato il: 11/10/2010

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Un terminale usato dagli installatori, all'atto del collaudo di una linea ADSL (Exfo Colt 450P) - Click per ingrandire
Roma – Oggi concluderemo la chiacchierata iniziata due settimane fa a proposito di telefonia VoIP: obiettivo di oggi sarà arrivare ad avere un servizio telefonico in Voice over IP il cui livello qualitativo non faccia rimpiangere la rete fissa di Telecom Italia.

Avevamo aperto la discussione esordendo con un titolo ben preciso: “Fritz Box Fon, VoIP e qualità audio sotto stress da download” e c’era una ragione ben precisa: oggi è facilissimo procurarsi un router ADSL/VoIP, abbonarsi a un servizio ADSL naked, ossia solo ADSL, dunque senza alcuna linea telefonica “reale” associata, per poi utilizzare il servizio di telefonia VoIP di uno dei tanti operatori presenti sul mercato, italiano e/o estero.

Tra i router ADSL/VoIP abbiamo preso in considerazione i modelli di AVM, meglio conosciuti come “Fritz Box”, in quanto sono tra i più flessibili, affidabili e capaci di svolgere molteplici e comode funzioni. Il tutto con un rapporto qualità/prezzo più che accettabile. Da notare che questo non è un “post sponsorizzato”: AVM non corrisponde un centesimo a chi scrive. Piuttosto, è la trascrizione dell’esperienza di chi scrive, che nel condividerla con i lettori spera di travasare in chi legge quei piccoli trucchi che possono far risparmiare molto tempo e ridurre il rischio “grattacapo” o “pentimento represso”.

Dunque: all’inizio tutto è (abbastanza) facile, si allaccia il Fritz alla linea ADSL, si configura l’accesso a Internet come da istruzioni, si attacca il PC a una delle porte LAN e si naviga. Fin qui, tutto bene.

Viene poi voglia di impiegare un fornitore VoIP, dal momento che molti offrono la possibilità di attivarsi una linea VoIP in piena autonomia: in alcuni casi, come quello di EuteliaVoIP, il servizio è di buon livello ma è abbastanza limitato per quanto concerne i servizi collaterali. Ad esempio, con essa alcuni dei “servizi clienti” degli altri operatori non funzionano, non è certo che funzionino le chiamate ai numeri di emergenza e varie altre cosine (come il proprio servizio clienti, praticamente inusabile), fermo restando che la qualità vocale del servizio, così come è erogato, è buona.

Volendo avere alle spalle un minimo di servizio clienti degno di questo nome, è possibile rivolgersi a operatori che rivendono la telefonia di Eutelia in versione “professionale”: un esempio è Ehiweb, le cui formule VoIP sono dimensionate per soddisfare un po’ tutte le esigenze e il livello di servizio è più che buono.

Per chi ama “sperimentare” con servizi VoIP molto spregiudicati sotto il profilo tariffario, ci si può ad esempio cimentare anche con il servizio di VoipCheap, per la verità piuttosto flessibile e conveniente ma, attenzione, da esso non si possono chiamare, sempre ad esempio, né numeri verdi (800 e simili) né servizi di emergenza: mai, dunque, servirsene come unico sbocco sulla rete telefonica, occorre sempre abbinarlo ad un operatore che lo permetta.

Insomma, la scelta è vasta, le combinazioni possibili sono molte e, nel momento in cui si prende confidenza con la configurazione dei Fritz e… ormai ci si è attaccato un telefono, si scopre che è possibile impostare addirittura delle regole: per tutti i numeri verdi, ad esempio, il Fritz farà uscire la chiamata verso l’operatore nazionale “serio”, mentre per tutte le chiamate internazionali magari sfrutta VoipCheap, possibilmente per tutte quelle che esso offre “comprese” senza scalare la tariffa trimestrale.

Una volta stabilita la configurazione ideale sotto il profilo tariffario e di instradamento chiamate, si potrebbe dire di aver finito. Invece, per alcuni si presenta un problema apparentemente insormontabile: la qualità audio. Essa è, magari, solitamente buona ma, per esempio, solo se sulla propria linea ADSL non si svolge alcun altro traffico. Se, viceversa, è in corso un download “pesante” che occupa tutta la banda, se si usa BitTorrent, se si impiegano altri programmi in Peer To Peer, oppure se si sta inviando un file grandissimo a qualcuno, la qualità vocale del VoIP degrada fino a diventare “non commerciabile”. Voce spezzettata da uno o entrambi i lati, robotica, improvvisi “buchi di silenzio”, sillabe o frasi “mangiate”, linee cadute e chi più ne ha più ne metta.

Qui iniziano, in genere, le imprecazioni: “accidenti a me e quando ho lasciato Telecom Italia”, o Fastweb, o chi si aveva prima che, però, funzionava, nonostante qualunque traffico Internet ci fosse in atto. Iniziano, spesso, anche le imprecazioni con il provider, al quale si segnala che il VoIP non va. Reclamare, altrettanto spesso, serve a poco, specie se il provider VoIP non coincide con quello ADSL perché, in linea di massima – ed ecco la prima notizia – non dipende dalla linea ADSL in sé, salvo rari casi.

Occorre infatti ricordare che, oggi (sempre in linea di massima):

* la quasi (un quasi che si potrebbe anche togliere) totalità dei provider ADSL adotta il meccanismo della prioritizzazione del protocollo RTP che, come spiegato le volte scorse, è responsabile del transito prioritario della voce trasportata su IP: lo fa persino Alice di Telecom Italia (in fondo alla pagina prestazioni: “Idoneità ad utilizzare sistemi VoIP forniti da altri operatori: Si”)
* la totalità assoluta dei fornitori di telefonia VoIP adotta sistemi che trattano il traffico IP in modo adeguato per la voce, dunque assai difficilmente – almeno per quanto concerne il traffico voce nazionale – tali perdite di qualità sono ascrivibili all’operatore telefonico VoIP

E allora?

E allora bisogna tener presente che siamo in Italia, dove le condizioni fisiche della linea ADSL sono una cosa e le condizioni contrattuali sono un’altra. E, nel caso specifico del Fritz Box Fon (che è tedesco), la precisione e coerenza tedesche (ma non solo: vale anche per gli altri costruttori) mal si conciliano con il binomio fisico/contrattuale all’italiana, portando disservizi in realtà soltanto apparenti.

Bisogna infatti tenere presente che, quando una linea ADSL viene installata, il collaudo prevede tra l’altro l’esecuzione di un test di dialogo tra gli apparati (con uno strumento come quello in figura in alto a sinistra), nel quale viene stabilita qual’è la velocità massima a cui il terminale utente (cioè la parte modem del router ADSL) può dialogare con l’apparecchiatura in centrale (cioè il DSLAM). Tale valore viene memorizzato nel DSLAM e si può star certi che non verrà mai superato, anche potendo. Quella minima, invece, è stabilita dal disciplinare tecnico del provider: se il dialogo tra i due apparati, per qualsiasi ragione – es. doppino telefonico danneggiato - scende sotto a quel valore, il modem ADSL non accenderà la spia di connessione stabilita (anche se potrebbe) e si dirà che “non si allinea”.

Ora, come è facile immaginare, da casa propria alla centrale telefonica ci possono essere le distanze più disparate: si può andare da qualche decina di metri per chi abita nel palazzo accanto alla centrale telefonica, fino ad arrivare a diversi chilometri. Ci sono dei limiti, naturalmente: se si abita a 15 Km dalla centrale, non si ha (quasi) alcun problema per una normale linea telefonica, ma le speranze di avere un’ADSL a 7 Megabit sono ridotte a veramente poco, per non dire nulla. Questo fattore, come si può intuire, determina i valori di quella famosa inizializzazione e, purtroppo, cambia le carte in tavola al router ADSL/VoIP che, necessariamente, non può disporre di una regola unica con cui agire per determinare quanta banda deve riservare al VoIP e quando farlo.

A pagina 2 prenderemo in esame due casi pratici (relativi a chi scrive, quindi assolutamente reali e capitati prima di un altro problema, ben più spinoso), con lo stesso apparecchio in due scenari diversi, che richiedono ciascuno un’attenzione diversa per ottenere lo stesso risultato.

mercoledì 6 ottobre 2010

Telecom: cede BBNed a Tele2

Riposizionamento sui mercati strategici
06 ottobre, 09:48


(ANSA) - MILANO, 6 OTT - Telecom ha perfezionato la cessione della controllata olandese BBNed a Tele2, annunciata lo scorso 16 luglio. E' quanto si apprende da una nota diffusa a seguito dell'autorizzazione dell'Autorita' olandese per la concorrenza.

Il gruppo telefonico italiano ha confermato che la cessione del fornitore di servizi 'wireline' attivo nei Paesi Bassi ha come finalita' il riposizionamento sui mercati strategici.

Dopo Wind è la volta di Tiscali

06/10/2010 13.22
Tlc in fibrillazione: dopo Wind è la volta di Tiscali
FTA Online News


Autunno caldo per le telecomunicazioni. La nascita del quinto operatore telefonico globale con la fusione Wind-Vimpelcom si è infatti inserita nel contesto assai dinamico delle tlc italiane. L’annosa questione della rete di nuova generazione impantanatasi nel Comitato NGN che in passato aveva sofferto di una irriducibile contrapposizione tra Telecom Italia da un lato e gli operatori alternativi come Fastweb, Tiscali, Vodafone e Wind stessa, è stata esacerbata dagli incrementi tariffari previsti da nuove normative.
Da ultimo ieri un incontro fra Luigi Gubitosi (Wind) e Paolo Bertoluzzo (Vodafone) con il commissario alla Concorrenza europea Neelie Kroes ha confermato le pressioni contro i recenti provvedimenti sull’aumento delle tariffe per l’unbundling. Entro il prossimo 21 ottobre è prevista una pronuncia dell’Ente europeo per la concorrenza, dopo il via libera ai rincari da parte dell’Antitrust italiana. Il gioco della concorrenza nel settore delle telecomunicazioni in Italia appare dunque ancora una volta molto vivace, probabilmente a causa del mercato del Bel Paese che si presenta, per tutti gli operatori, assai goloso. Non mancano gli smarcamenti da parte dei singoli operatori alternativi.
Wind con la nuova maxifusione con i russi di Vimpelcom si presenta al mercato in nuove vesti e con altro profilo finanziario. Già Moody’s e Fitch hanno manifestato parere positivo sulla fusione, grazie ai nuovi ratio patrimoniali espressi dal neonato colosso della telefonia. Con gli altri operatori alternativi a Telecom sviluppa progetti per il broadband nelle maggiori aree urbane italiane, quelle che, secondo tutte le proiezioni, ripagano subito l’investimento di chi impianti una rete tlc.
Proprio in queste ore Tiscali ha parzialmente confermato quanto rivelato dal quotidiano MF stamane: il gruppo sardo è in trattativa con la società cinese ZTE per la creazione di un nuovo network a banda ultra-larga. Il quotidiano di via Burigozzo si spingeva però molto oltre parlando di un progetto di rete in fibra ottica da promuovere a Cagliari e dunque in tutta la Sardegna. Lavori in corso nella rete per il gas abbatterebbero drasticamente i costi per l’investimento e la proprietà della nuova rete sarda consentirebbe dunque a Renato Soru di agire nell’Isola come fa Telecom Italia nel resto d’Italia per la rete in rame concedendo in unbundling il collegamento alla rete in fibra agli altri operatori. Una prospettiva che al giro di boa regala 7,4 punti percentuali e un ruolo da protagonista al titolo dell’Isp sardo a Piazza Affari.
Né rimane con le mani in mano Vodafone, il collosso britannico infatti ha affermato, a margine di nuovi piani di investimento in Liguria, di investire nel Bel Paese, ogni anno, fino a un miliardo di euro in servizi e innovazione. Oltretutto la società guidata in Italia da Paolo Bertoluzzo è in prima fila con gli altri operatori alternativi a Telecom nel confronto sulla questione della rete di nuova generazione. Un confronto che già in passato si è mostrato molto aspro, ma che la nomina di Paolo Romani, uomo da sempre attento alla questione del digital divide e del Next generation network, potrebbe adesso incanalare su binari più stabili.

Come fanno i MNO a garantire Mbs se non hanno la retro bandalarga terrestre EUTELIA?


Vodafone: al via il Progetto '1.000 comuni'. Un miliardo di euro contro il digital divide

Tiscali: in via di definizione termini accordo con cinese Zte

Finanza | 06/10/2010 | ore 11.11 »
Tiscali: in via di definizione termini accordo con cinese Zte


Milano, 6 ott. (Adnkronos) - Sono in via di definizione e formalizzazione i termini di un accordo fra Tiscali e la societa' cinese Zte per i creare "un'alleanza strategica per lo sviluppo della banda ultra larga". Lo comunica l'Isp sardo in una nota emessa su richiesta di Borsa Italiana e Consob dove si specifica che maggiori dettagli "verranno comunicati a seguito della prossima formalizzazione dell'accordo".

Il quotidiano MF ha scritto che domani a Roma, in occasione della visita del premier cinese Wen Jabao, Renato Soru firmera' un accordo quadro con Zte per la realizzazione di un nuovo network in fibra ottica che, in una prima fase, dovrebbe riguardare l'area di Cagliari per poi allargarsi a tutta l'isola. Il titolo al momento guadagna il 6,52%.

martedì 5 ottobre 2010

Eutelia, consegnata un’offerta d’acquisto

Eutelia, consegnata un’offerta d’acquisto
05 ottobre, 2010 Stampa Invia a un amico 0

Formalizzato ai commissari il piano presentato lo scorso luglio dai manager De Simone e Rossi. Con loro il fondo Atlantis

di Marco Tennyson
Era stata una delle notizie estive che aveva acceso un po’ di speranza nei lavoratori Eutelia della parte non Agile. Adesso la notizia, allora relativa solo a un progetto di interesse da parte di due manager, è diventata una vera e propria offerta d’acquisto presentata ai commissari che stanno gestendo l’amministrazione straordinaria della società di telecomunicazioni.

Secondo infatti quanto riportato oggi da MF-Milano Finanza, il fondo di private equity Atlantis Capital, specializzato in ristrutturazioni aziendali, ha formalizzato insieme ai due manager Mark De Simone e Pier Giorgio Rossi un’offerta per Eutelia, in particolare per l’infrastruttura in fibra ottica e il relativo personale, non includendo quindi la componente IT legata ad Agile.

Come i nostri lettori ricorderanno, lo scorso luglio De Simone, chief business development officer di Cordys ed ex vice presidente di Cisco, e Rossi, consulente della società di elettronica bolognese Selcom, in rappresentanza di un fondo non specificato (che ora si apprende essere Atlantis Capital), avevano presentato un piano quinquennale da 100 milioni di euro per rilanciare le attività tlc di Eutelia.

Già allora i due manager avevano sottolineato di voler rilevare i soli asset tlc di Eutelia, per riposizionare la società di Arezzo come una sorta di ‘cloud telecom’, sfruttando i quasi 13mila km di rete in fibra ottica installati per erogare servizi cloud via IP alle aziende italiane.

L’offerta è stata dunque concretizzata, afferma MF. Ora la valutazione dell’effettiva valenza industriale del piano presentato e della parte economica è al vaglio dei tre commissari Daniela Saitta, Francesca Pace e Gianluca Vidal.

Tag: Banda larga, Eutelia, Fusioni e acquisizioni

giovedì 30 settembre 2010

LE MATERIE PRIME SALGONO VERTIGINOSAMENTE

vedere scendendo a sx sul blog www.boatrade.blogspot.com come
l' ORO SALE VERTIGINOSAMENTE COME PETROLIO E FIBRA OTTICA.....

fate presto perchè LA MATERIA PRIMA INTERNET IN FIBRA EUTELIA SALE DI PREZZO!!!!!!!!!!!!!

COME DARE torto a Ceccarelli
Eutelia, Ceccarelli (PD): “Rischio di impoverimento: occorre fare ...
Arezzo Notizie - ‎20 ore fa‎

Eutelia, Ceccarelli (PD): “Rischio di impoverimento: occorre fare presto”
Mercoledì 29 Settembre 2010 19:06 Ufficio Stampa
E-mail Stampa PDF
Vincenzo Ceccarelli

Vincenzo Ceccarelli
Il consigliere regionale condivide l’allarme lanciato dai dipendenti e dai sindacati. "Ho chiesto all'assessore Simoncini di intervenire nuovamente"

«Fare bene, ma fare presto. Sul destino dell’Eutelia hanno ragione i dipendenti e i sindacati: non possiamo perdere altro tempo prezioso. Sono passati alcuni mesi dall’insediamento dei commissari; oggi, ogni ulteriore proroga per la presentazione del Piano strategico rischia di ritorcersi sull’azienda stessa».
Lo dice Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale Pd, commentando le ultime vicende riguardanti l’azienda Eutelia.
«Ho chiesto all'assessore regionale Simoncini - dice Ceccarelli - di intervenire nei confronti dei commissari e ho ricevuto dall'assessore la disponibilità la disponibilità e la condivisione delle preoccupazioni. Il rischio concreto – spiega ancora Ceccarelli – è che l’allungamento dei tempi finisca per danneggiare ancora il fatturato di Eutelia e si produca un inesorabile impoverimento dell’azienda, con la rapida e progressiva perdita di clienti. Mi unisco, quindi, a coloro che in queste ore chiedono ai commissari di adoperarsi per stringere e pervenire velocemente all’indizione della gara. Dal canto mio – conclude Ceccarelli – continuerò a seguire la vicenda e a fare in modo che resti alta l’attenzione della Regione sul futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti».

lunedì 27 settembre 2010

Fatevi una linea Eutelia Amelia 20M e poi godetevi gli spettacoli!!!!

Io viaggio circa a punte di 10/12 Mb REALI !!!!! CON UNA NAKED dedicata al VOIP ... PERFETTO!!!! CON

Fritz Box Fon, VoIP e qualità audio sotto stress da download


Spagna, Rojadirecta è legale

Una corte d'appello di Madrid ha confermato una sentenza già favorevole al noto portale dedicato allo streaming sportivo. Si tratterebbe di un semplice aggregatore di link
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Spagna, Rojadirecta è legaleRoma - Una seconda vittoria in tribunale, che ha rasserenato gli animi dei suoi gestori. Uno scampato pericolo per le future trasmissioni di Rojadirecta, uno tra i più famosi portali dedicati allo streaming dei principali eventi sportivi internazionali. Una corte d'appello di Madrid ha infatti fischiato la fine di uno scontro legale che durava ormai da più di tre anni.

Rojadirecta contro Audiovisual Sport, maggior detentore spagnolo di diritti televisivi, editore del quotidiano El Pais e della rete televisiva Cuatro. Nonché titolare dei diritti sulla trasmissione della Liga e della Copa del Rey, eventi dallo share decisamente elevato, seguibili con pochi clic proprio sul sito iberico di streaming.

Ma Rojadirecta era stato scagionato in primo grado da un giudice della capitale spagnola, che aveva archiviato il caso. In sostanza, il sito non forniva alcun codice necessario a decriptare il segnale, né realizzava connessioni con programmi in grado di farlo. Rojadirecta non conteneva poi alcun contenuto, soltanto una serie di link per il collegamento a siti terzi, dislocati in vari paesi del mondo.
Così una sentenza dell'estate scorsa, recentemente confermata da una corte d'appello di Madrid. Rojadirecta è dunque legale in terra spagnola. Contattati dal sito TorrentFreak, i responsabili del sito hanno espresso tutta la propria soddisfazione per il verdetto, sottolineando ancora di non aver mai gestito un sito di hosting o di broadcasting. E ribadendo come si tratti di una vittoria frutto di uno spirito tenace, contro le accuse piovute dai detentori di tutto il pianeta sport.

Mauro Vecchio

domenica 26 settembre 2010

rischia il fallimento/Adnkronos


Milano, 25 set. - (Adnkronos) - Allarme a Piazza Affari: una societa' su sei e' a rischio fallimento. E si allunga la lista delle 'sorvegliate speciali' sono 42 sulle 268 quotate
, quasi il 16% del listino. Dati in mano alla Consob e monitorati con attenzione dai tecnici dell'authority. Per gli esperti il numero e' destinato a crescere complice la crisi di liquidita' e una maggiore severita' nei controlli. Un pericolo per i risparmi di migliaia di piccoli investitori. "Il rischio che qualcun altro salti -spiega Manuela Geranio, docente alla Bocconi ed esperta di finanza, interpellata dall'Adnkronos- esiste sicuramente, se non c'e' una ripresa vigorosa".

Nei primi nove mesi dell'anno sono cinque le societa' che hanno debuttato nella 'black list' della Consob che ne conta 22 in totale. L'ingresso e' decretato dalla mancata certificazione del bilancio, dall'accertamento di un patrimonio netto negativo oppure quando emergono perplessita' sulla continuita' aziendale. Condizioni che richiedono un supplemento mensile di comunicazioni al mercato sullo stato di salute della societa'. E i 'malati' non mancano: nel novembre 2002, anno della nascita della 'black list', le societa' a rischio non superavano la mezza dozzina.

Un bollettino poco incoraggiante a cui si aggiungono le societa' 'in bilico': sono 20 le societa' inserire nella cosiddetta 'lista grigia'. Quotate 'sotto osservazione' con un futuro aziendale incerto e per questo costrette a integrare alcune informazioni (ogni tre mesi) per scongiurare ulteriori pericoli. Una lista, nata nel luglio 2009, che contava 13 societa'. Dal settembre 2009 a maggio scorso sono sette i nuovi titoli finiti sotto esame, tra cui Safilo, Stefanel, Ciccolella e Pramac. In soli nove mesi l'elenco 'dei sospettati' e' cresciuto di oltre la meta'. (segue)
Dal crac Cirio nel 2003 al fallimento della Parmalat guidata da Calisto Tanzi, le societa' in amministrazione straordinaria continuano ad aumentare e il connubio finanza- cronaca giudiziaria e' sempre piu' usuale.

"A societa' con problemi di indebitamento molto forte, di disequilibrio aziendale e di management -sottolinea la Geranio- si intrecciano, in alcuni casi, veri e propri illeciti come nella vicenda Burani". Nel luglio scorso Walter e Giovanni Burani sono stati arrestati nell'ambito del fallimento della casa di moda fondata dalla famiglia. L'accusa e' di aver dissipato il patrimonio della societa' attraverso operazioni finanziarie tra cui il sostenimento artificioso del titolo in Borsa. Reati che in termini economici si traducono, al 30 giugno 2010, in un indebitamento finanziario di circa 356 milioni di euro.

Per I Viaggi del Ventaglio, il tour operator schiacciato da circa 200 milioni di debiti e dal 2005 nella lista dei "casi disperati", l'addio a Piazza Affari e' arrivato dopo 34 anni di attivita'. "Un'agonia", apostrofa l'esperta. "In casi come questo -spiega- e' inutile rimandare. L'inserimento nella black list e' importante, ma occorrono paletti piu' rigidi, da parte della stessa Borsa. Se da cinque anni una societa' e' nella black list vuol dire che non risponde piu' ai requisiti richiesti per la quotazione. Occorre monitorare non solo l'ingresso, ma anche il dopo se si vuole mantenere la qualita' del mercato". (segue)
A correre i rischi maggiori sono le pmi. In gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e i risparmi di una vita. Il 14 maggio scorso il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la "scatola madre" cui fanno capo oltre 8.200 dipendenti e un consorzio di 16 aziende. Tra le controllate c'e' anche Omega, la societa' romana nella quale sono confluite alcune attivita' di information technology e i call center di Eutelia. Nel mirino della magistratura Omnia Network, dal luglio 2009 nella lista nera, dopo la bocciatura dei conti riconducibile, per la societa' di revisione, a "significativi elementi di incertezza in merito ai futuri sviluppi della continuita' aziendale".

Nel momento della quotazione i bilanci "vengono abbelliti e ripuliti, il problema -sottolinea la Geranio- e' piu' sulla prospettiva del titolo. Su quello, in alcuni casi, si e' chiuso un po' un occhio. Il mercato talvolta si accorge molto tardi di alcune difficolta', bisognerebbe 'alzare le antenne' prima. Il problema non e' tanto sui grandi gruppi, ma e' di monitorare soprattutto le piccole e medie imprese dove non e' forte la pressione del mercato". Un occhio sempre vigile per scongiurare alcune 'storpiature'. "C'e' chi va in Borsa quando ha finito i canali di finanziamento. Il mercato, in un momento di crisi, sta facendo selezione: e' normale e per alcuni aspetti e' positivo. Quotare societa' a rischio che non hanno i numeri per restare non e' un servizio per gli investitori, ma finisce per fare gli interessi della societa' e di Piazza Affari".

Lo sanno bene i risparmiatori, e sono decine di migliaia, che hanno in tasca queste azioni e non dormono sonni tranquilli. "E' innegabile che le societa' fanno piu' fatica a cogliere risorse e che le difficolta' storiche, in condizioni di liquidita' e tassi bassi, potrebbero essere superate consentendo la sopravvivenza. La crisi economica aumenta la probabilita' del rischio fallimenti". (segue)Dallo sforamento dei parametri, alle rinegoziazioni e ristrutturazioni, segnale indiretto delle ferite della crisi, il terremoto finanziario, non ha risparmiato new entry o gruppi consolidati. Dalla compagnia di bandiera Alitalia ai colossi come It Holding, il gruppo a cui fanno capo societa' come Gianfranco Ferre', Ittierre e Malo, attualmente in amministrazione straordinaria e da 19 mesi fuori dalle contrattazioni, sono diverse le societa' che hanno visto il titolo franare, fino a ridurre il valore di un'azione a una manciata di centesimi.

Zucchi e' l'ultimo titolo che ha fatto ingresso nella black list che include tra gli altri Arena, Fullsix e Tiscali, ma ad allungarsi e' anche l'ombra dei cosiddetti "fantasmi" della Borsa, presenti sul listino, ma sospesi dalle contrattazioni a tempo indeterminato per gravi problemi di stabilita' e incertezza sulla continuita' aziendale. Si va da Bioera, che manca dalle negoziazioni dal 16 aprile, a Eutelia, sospesa da inizio giugno, da House Building, non piu' trattata da maggio, a Snia, fuori per insolvenza. Il tribunale di Verona con sentenza depositata il 19 marzo scorso ha dichiarato il fallimento di Trevisan Cometal. Il gruppo Socotherm, fino a poco tempo fa gioiello dell'imprenditoria vicentina, non e' in grado di far fronte ai debiti ed e' stato sospeso dalle contrattazioni. Stessa sorte per il titolo Finarte che ha chiuso il semestre con perdite per 2,5 milioni.

Tra qualche bluff, scandali come quello legato alla Banca Italease, operazioni rischiose che non sfuggono alla maglie sempre piu' strette dei controlli, l'ingresso a Piazza Affari fa piu' paura. "Complice la crisi e la Consob che attua controlli piu' severi e trasparenti", spiega l'esperta del dipartimento di Finanza della Bocconi. La black e la grey list "vengono segnalate al mercato in modo sistematico sul sito Consob". I controlli "non e' che non ci siano, ma -conclude la Geranio- per garantire la qualita' del mercato non bisogna fermarsi alle 'credenziali' all'ingresso".

Altra missione di digitaldivide EUTELIA

Arriva la linea Adsl a Tobbiana e Fognano Stipulato un accordo con la società Eutelia
MONTALE
LA LINEA Adsl arriverà finalmente anche a Tobbiana e Fognano. L'amministrazione comunale ha infatti stipulato un protocollo d'intesa con la società Eutelia che prevede l'installazione di un apparato wireless su un pilone della illuminazione pubblica comunale inutilizzato che si trova in via Santesi nel paese di Tobbiana. La società Eutelia ha già avviato la pratica presso lo sportello unico per le imprese per ottenere l'autorizzazione necessaria per l'installazione dell'apparecchiatura. L'iniziativa del Comune consentirà quindi ai due paesi collinari di Fognano e Tobbiana di liberarsi finalmente da un grave handicap tecnologico che costituiva un disagio notevole per i cittadini ma soprattutto un freno allo sviluppo per le imprese. L'area collinare di Montale ha infatti scoperto negli ultimi anni una vocazione turistica che ha assoluta necessità dell'utilizzo della banda larga. La richiesta dell'Adsl era venuta più volte dai cittadini e anche delle associazioni della zona. Il Comune ha cercato per qualche tempo una collocazione per l'apparato wireless finchè non è stato individuato il vecchio e dimenticato palo della luce, che consentirà l'arrivo della banda larga anche a Fognano e Tobbiana. G. B.

giovedì 23 settembre 2010

Acotel, cosa succede vecchio amore....?


..... in effetti anche i migliori possono sbagliare.....

Acotel, operazione illecita da 5 mln dlr in controllata Usa


MILANO, 23 agosto (Reuters) - Acotel (ACO.MI: Quotazione) annuncia la scoperta di un'operazione ritenuta illecita ai danni della propria controllata Usa Flycell Inc, relativa all'acquisto di spazi pubblicitari, in cui è coinvolto l'AD della società americana. Il danno subito per la condotta illecita del manager, spiega una nota, è stimato a circa 5 milioni di dollari ma la cifra è già stata iscritta nell'ultimo bilancio semestrale abbreviato approvato a inizio agosto.

In seguito all'accaduto, l'AD di Flycell è stato subito allontanato dalla società mentre la controllante si è già attivata, anche attraverso azioni legali, per il "recupero integrale del danno subito".

I clienti Reuters possono leggere il comunicato integrale cliccando su [ID:nBIA23681]

mercoledì 22 settembre 2010

Nell' A.D. 2010 l’unbundling ?????????

Calabrò in preda ad eurovisioni (o eurotimori?) sull’unbundling …
settembre 21, 2010 alle 9:37 am | Pubblicato in CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | 2 commenti
Tag: Agcom, calabrò, Commissaria Kroes, NGN, unbundling, rete in rame

Pare che il Presidente dell’AGCOM ieri si sia epresso in questi termini sull’aumento delle tariffe di unbundling: “Di che stiamo parlando? Dopo sei anni un aumento di 30 centesimi è molto meno dell’aumento del costo della vita”. Dal convegno a margine del quale parlava potrebbe darsi che Corrado Calabrò abbia parlato in preda ad Eurovisioni o forse … come vedremo meglio di seguito, ad Eurotimori ?!

Se è vero che, infatti, rispetto all’anno corrente l’aumento deliberato da AGCOM è di soli 21 centesimi, da 8,49 si va a 8,70, il che già non è poca cosa considerato l’effetto retroattivo a maggio di quest’anno, quello che Calabrò dimentica di precisare è che le misure adottate nel loro complesso porterano le tariffe di unbundling da 8,49 a ben 9,67 Euro in due anni.

Dunque, in matematica non sono mai stato una cima, ma mi sembra di poter dire che l’aumento complessivo sia del 24% in 2 anni, altro che meno del tasso di inflazione. Come dicevo, tra le altre cose, qualche giorno fa si tratta peraltro di una decisione in netta controtendenza con l’andamento Europeo (la media UE è scesa da 12,18 a 8,48 in cinque anni).

Ma vi è di più, se la matematica potrebbe non essere il mio forte la memoria invece non mi difetta e ricordo bene l’aumento di 85 centesimi che, approvato tra fine 2008 e inizio 2009 da AGCOM nonostante la netta contrarietà dei consumatori oltre che ovviamente degli operatori concorrenti a Telecom, aveva portato le tariffe di unbundling da 7,64 a 8,49.

Insomma, altro che un aumento di 30 centesimi dopo sei anni, alla Totò verrebbe da dire: Presidente Calabrò, ma mi faccia il piacere …

Qualche numero in più, innanzitutto il trend: fino al 2008 le tariffe di unbundling diminuivano (di poco) ogni anno, dal 2008 in poi hanno cominciato ad aumentare. Quindi 7,64 nel 2008 è stato il punto più basso. Nel 2009, come detto, c’è stata la botta da 85 centesimi e si pensava che potessero almeno fermarsi lì … invece nel 2012 arriveremo a 9,67.

Gli anni della diminuzione 2004 2005 2006 2007 2008
Canone mensile Full Unbundling 8,30 8,30 8,04 7,81 7,64

Gli anni degli aumenti 2008 2009 2010 2011 2012
Canone mensile Full Unbundling 7,64 8,49 8,70 9,26 9,67

Insomma, fino al 2008 i prezzi all’ingrosso diminuivano, e diminuivano anche i prezzi al dettaglio. Dal 2009 i prezzi all’ingrosso aumentano. Secondo voi che fine faranno i prezzi al dettaglio?

Infine L’ho già detto ma mi sembra proprio il caso di ripeterlo: la cosa più grave è che sovraremunerare la rete in rame, come si sta facendo con l’approvazione delle nuove tariffe di unbundling risulta senz’altro controproducente per l’auspicato passaggio alla rete di nuova generazione. Se ti sovraremunerano la rete in rame, infatti, perchè mai dovresti mettere giù la fibra ?! Ora, a leggere la conclusione del bel post di Innocenzo Genna sul blog del Quinta si direbbe che non sono l’unico a vederla in questo modo:

Va però sottolineato che la chiave di volta per lo sviluppo delle reti NGA – questo discorso riguarda particolarmente l’Italia – sarà la regolazione ed il pricing delle reti tradizionali. Sembra paradossale, ma è così. Finché un incumbent continuerà a generare sovraprofitti dalla rete tradizionale, la migrazione verso le reti NGA non avverrà mai, oppure verrà effettuata solo in maniera sporadica e solo per “contrastare” le iniziative NGA dei concorrenti più agguerriti, con il risultato di peggiorare il digital divide.

Non resta che sperare che la Commissione europea – che lo ricordo deve esprimere ora un parere sull’aumento delle tariffe di unbundling approvato da AGCOM – e, soprattutto, la Commissaria Kroes, che sembra voler fare sul serio con l’Agenda Digitale, diano un chiaro stop a questa assurda manovra, glie ne saremmo veramente riconoscenti. E … forse è proprio per l’evidente insicurezza nell’attesa del vaglio europeo che Calabrò ha insolitamente traballato nelle sue ultime esternazioni rispetto all’unbundling … più che di Eurovisioni si tratta di Eurotimori ?

lunedì 20 settembre 2010

Cosa non farei per Stare sulla Nuvola di Eutelia ..... Cloud Computing

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class="titlenewsdet">Crisi: Bernabe', dobbiamo fare di piu' per la competivita'

MILANO (MF-DJ)--"Se non vogliamo rassegnarci a rivedere al ribasso le prospettive di crescita o avere la prospettiva di una drammatica stagnazione del Paese dobbiamo fare di piu' per la competitivita'. Per far si' che le imprese italiane tornino ad essere competitive e' necessario recuperare il gap produttivo, non solo nei confronti della Germania. Nel sistema italiano ci sono tante eccellenze ma questo non basta piu'. Le imprese sono piccole ed e' difficile aggregarle".

Lo ha detto l'a.d. di Telecom Italia, Franco Bernabe' presentando 'Nuvola Italiana, il Cloud Computing di Telecom Italia', aggiungendo che "dobbiamo trovare il modo di dare loro economie di scala di cui altre imprese nel mondo godono. La possibilita' di farcela ce l'abbiamo ma dobbiamo recuperare il gap di tutto il sistema produttivo. Con il cloud computing vogliamo dare questa possibilita' alle imprese. Vogliamo che le aziende si concentrino su cosa sanno fare meglio, lasciando a noi il resto". mcn

sabato 18 settembre 2010

Eutelia rimane eccellenza.....

C'era una volta Internet Veloce....
Sabato 18 Settembre 2010 11:31 Ufficio Stampa

E-mail Stampa PDF
informatica
C’era una volta un paese guida delle telecomunicazioni e dell' Information Technology. E senza fare ricorso a Marconi, che al centenario del suo nobel per la fisica non gradirebbe certo leggere le notizie che ci arrivano in queste ore. Era il paese di Mr Olivetti, di Marisa Bellisario, una grande donna a capo di una grande azienda, Italtel. Era il paese che schierava la prima rete Voip al Mondo (telecom italia), che portava la fibra nelle case (Fastweb) superato solo dai Sudcoreani.
Oggi questo paese non c’è più. Trafitto al suo cuore, con tutti i centri di ricerca e di eccellenza (ericsson, motorola, italtel, marconi,alcatel) che chiudono o in forte ridimensionamento. Anche nella nostra provincia non mancano le aziende in crisi in questo settore, come dimostra la vicenda Eutelia.
Pugnalato alle spalle dal sottosegretario Romani, uomo Fininvest e ministro in pectore dello sviluppo economico, così dicono. Che promette per quasi due anni gli 800 milioni per lo sviluppo della Banda Larga in Italia. Si badi bene, L’investimento minimo per portare una rete di nuova generazione.
La notizia di oggi è che gli 800 milioni non ci sono più, forse ce ne sono 100.
La notizia politica di oggi è che abbiamo l’unico governo al mondo che non crede che internet porti competitività e possibilità di rilancio per le imprese e libertà di accesso all’informazione per i cittadini.
Il PD di Arezzo da tempo tratta questo tema, monitorando le zone adiacenti che ancora oggi sono sotto digital divide, il nome in codice per definire l’handicap tecnologico di frazioni quali San Polo, Antria, Staggiano e perfino il distretto industriale di Viciomaggio.
Sarà un punto fondativo del prossimo programma, ed è già un atto di indirizzo votato in questa legislatura, la banda larga come servizio universale ad Arezzo. Ci proponiamo di arrivare là dove il governo non c’è, verso Arezzo 2.0.

Marco Donati - Segretario Comunale PD Arezzo e Consigliere Comunale
Filippo Gallo - Responsabile Area Innovazione PD Arezzo

venerdì 17 settembre 2010

Il Partner di Eutelia Cisco ed il Cloud Computing.........


Eutelia collabora con i maggiori fornitori mondiali di prodotti e soluzioni Telco, per offrire sempre ai propri clienti la migliore soluzione disponibile sul mercato.


La stretta collaborazione con i leader del settore, consente ad Eutelia di avere accesso immediato alle nuove tecnologie e di offrire la propria competenza grazie all'esperienza maturata in queste collaborazioni.

Partner tecnologici


* AVM
* CiRBA
* Cisco
* Dell
* Gastone CRM
* Nortel
* Oracle


Cisco rinnova per i data center

Appliance di sicurezza e ottimizzazione per i servizi WAN all’interno del Cisco Unified Computing System. In questo modo Cisco aggiorna la sua offerta di soluzioni di switching e virtualizzazione per i data center

Cisco aggiorna la sua offerta di soluzioni di switching e virtualizzazione per i data center. Unified Network Services combina una serie di prodotti virtuali: in particolare un Virtual security gateway (VSG) e virtual Wide Area Application Service (vWAAS).

VGS che trae giovamento dalla piattaforma Nexus 1000V è un’appliance virtuale progettata per fornire policy di sicurezza a livello delle virtual machine all’interno e attraverso le VLAN e le piattaforme server condivise, nell’ambito del data center. Cisco ha venduto oltre 60 mila licenze dello switch virtuale Nexus 1000V.
I servizi virtuali vWAAS vengono distribuiti attraverso un’appliance virtuale che opera sull’hypervisor VMware ESX/ESXi o sui server X86 del Cisco Unified Computing System. Questa soluzione accelera la disponibilità delle applicazioni nelle infrastrutture virtuali e cloud private. Permette ai fornitori di servizi cloud computing di offrire rapidi servizi di ottimizzazione WAN con minime configurazioni di rete.
In tema segnaliamo anche la partnership con Citrix per la virtualizzazione del desktop.

Sin dal lancio ufficiale avvenuto un anno fa, Cisco ha consegnato il suo Unified Computing System ad oltre 1.700 clienti.

VMware potrebbe comprare parte di NovellInserisci linkSecondo il WSJ la società sarebbe interessata alla sua attività Linux. La parte NetWare potrebbe invece andare ad Attachmate
a cura della Redazione Computerworld

Ci sarebbe anche VMware tra le diverse aziende che stanno valutando l’acquisizione di Novell. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal Novell, che sta cercando di suddividere la società e venderla in pezzi separati, ora sarebbe in “colloqui avanzati” con almeno due acquirenti, inclusa VMware. Quest’ultima sembra che sia interessata unicamente all’acquisizione del sistema operativo SUSE Linux e del business ad esso associato. Secondo il quotidiano americano la parte NetWare, con il software di file sharing, potrebbe invece essere rilevata da Attachmate, specialista del supporto ad applicazioni legacy.

Il WSJ riporta che circa una ventina di aziende erano interessate a Novell, che si è messa ufficialmente messa sul mercato mesi fa, ma che solo una manciata sono seri concorrenti. Questa settimana erano di fatto circolate voci sulla vendita potenziale dopo un articolo uscito sul New York Post che sosteneva come colloqui avanzati erano incorso tra Novell e due società non nominate.

Rilevare SUSE Linux avrebbe senso per VMware, che sta compiendo acquisizioni per realizzare uno stack di software per l’esecuzione di servizi cloud. Novell è partner di VMware, con SUSE Linux sistema operativo preferito per le appliance virtuali basate su VMware. Novell sta inoltre realizzando servizi cloud. Anche Red Hat dal canto suo lavora con VMware per il cloud computing, facendo leva sulla distribuzione Red Hat Enterprise Linux. Nessun commento per ora da parte di VMware e Novell. (mg)

mercoledì 15 settembre 2010

Roma Fibra Ottica Eutelia


Ma ci sono anche Napoli Milano Firenze etc...

Se volete trovare la FIbra Ottica nella Vostra città andate qui

NO EUTELIA ? NO PARTY NGN !!!!!

.... come nel Wi-Max ? tanto fumo e poco arrosto!!!

Gli operatori alternativi si ritirano dal Comitato NGN
trendonline


Pierpaolo Molinengo - mercoledì, 15 settembre 2010 - 12:21

Aiip, Fastweb (Milano: FWB.MI - notizie) , TeleTu , Tiscali (Milano: TIS.MI - notizie) , Vodafone (Londra: VOD.L - notizie) , Welcome Italia e Wind hanno ritirato la propria adesione al Comitato NGN.
Il Comitato, presieduto da Francesco Vatalaro e composto da Telecom Italia (Milano: TIT.MI - notizie) e dagli operatori alternativi, aveva tra i suoi compiti quello di promuovere un quadro condiviso relativo alle definizioni e ai principi tecnici e operativi riguardanti la transizione alle reti NGN. Gli operatori alternativi evidenziano che i contributi da loro mandati in questi mesi non sono stati presi in considerazione dal Presidente del Comitato e che non sono emersi elementi nuovi da supporre un cambio di indirizzo nelle logiche che sottendono al funzionamento del Comitato NGN.
Le linee guida proposte dal Presidente, anticipate la scorsa settimana alla stampa e illustrate ai membri del Comitato, non sono, secondo gli operatori, in nessun modo rappresentative dei contributi da loro forniti ai lavori del Comitato e non possono costituire elemento utile di valutazione per l'Autorità ai fini del completamento della definizione del quadro regolamentare sulla transizione alle reti NGN. A dimostrazione della scarsa considerazione riservata ai loro contributi, gli operatori alternativi rilevano che le linee guida proposte dal Presidente rispecchiano quasi totalmente le richieste di Telecom Italia. Essendo venuti meno i presupposti alla base del Comitato stesso, gli operatori alternativi si sono visti costretti a ritirare la propria adesione al comitato, in attesa di poter rappresentare le proprie posizioni su una materia di tale rilevanza in una audizione in Consiglio Agcom.


ed ancora........


Fastweb: Schloter, reti concorrenza per nuovi clienti (MF)
mfdowjones

MILANO (MF-DJ)--I costi per la realizzazione delle reti in fibra in zone con minore densita' di popolazione sono troppo elevati per Fastweb (Milano: FWB.MI - notizie) da sola e qui nasce la soluzione di Schloter, presidente e a.d. di Fastweb, che propone di lavorare con la concorrenza, come Vodafone (Londra: VOD.L - notizie) e Wind, per distribuire il peso dell'investimento necessario per portare la fibra ottica in tutta Italia.

Negli ultimi mesi, si legge in un articolo di MF, a Collina Fleming (Roma) le 7.400 abitazioni del quartiere sono state collegate a una rete veloce in fibra ottica. Migliaia di cavi sottilissimi partono a ventaglio da un piccolo ufficio, punto di convergenza delle linee, che sono collegate ai terminali di proprieta' di uno dei tre operatori. Sono i terminali, e non la fibra, a stabilire la velocita' e il rendimento dei collegamenti, percio' i partner continuano a competere tra loro per offrire il servizio migliore. Schloter spera di applicare il sistema di Collina Fleming su piu' vasta scala. Fastweb, Wind e Vodafone hanno annunciato di recente la creazione di una joint venture che nel corso di cinque anni investira' 2,5 mld di euro per cablare 15 grandi citta' italiane, coprendo circa 10 mln di utenti. Le tre societa' hanno presentato il progetto nel corso di incontri con gli organismi di regolamentazione e il governo italiano finalizzati a raggiungere un accordo di collaborazione per la realizzazione di una nuova rete. Finora Telecom I., che controlla la quasi totalita' delle linee telefoniche del Paese, ha rifiutato di appoggiare la proposta di una rete comune perche' in Italia la scarsita' della domanda non permetterebbe di ammortizzare gli investimenti in fibra ottica. Schloter, pero', e' fiducioso e ritiene che alla fine Telecom I. accettera' di prendere parte all'iniziativa: "Se il treno parte, non avranno altra scelta che salirci". red/lab

martedì 14 settembre 2010

Ci avviciniamo a 2.000Md € di debito record in Italia

Di Francesca Gerosa

Debito record in Italia, è tempo di attingere a oro e riserve Bankitalia

Il debito pubblico italiano a luglio di quest'anno ha toccato un nuovo record a 1.838,296 miliardi di euro. Secondo quanto sottolineato nel Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla Finanza pubblica, il debito pubblico italiano a luglio è salito rispetto a giugno dello 0,8% e rispetto a maggio, mese nel quale era stato registrato il precedente record a 1.827,181 miliardi, dello 0,6%.

Il debito è invece cresciuto del 4,7% rispetto a luglio 2009 e del 4,3% rispetto a 1.761,229 miliardi di euro con i quali si era chiuso il 2009. Peraltro il debito calcolato dalla Banca d'Italia è quello in valore assoluto e non in rapporto al prodotto interno lordo. E' quest'ultimo il valore che interessa invece il Patto di stabilità europeo.

Un debito che per le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori pesa per 30.451 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti, 83.000 sulle spalle di ogni famiglia. Un debito che "è una mina vagante destinata a crescere, sia per la crisi economica che per la politica economica del centro destra, che non ha messo in campo alcuna misura per una sua riduzione''.

Adusbef e Federconsumatori da tempo chiedono misure per iniziare un percorso di riduzione del debito pubblico, a cominciare dalle dismissioni di oro e riserve di Bankitalia alla pari di tutti gli altri Paesi dell'area euro. Più volte i presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, hanno criticato le politiche economiche del centro destra tendenti a far aumentare di più la spesa, quindi a far impennare il debito pubblico.

Il debito è ancora destinato a crescere e potrebbe aumentare, secondo le stime di Adusbef, di altri 158 miliardi nei prossimi 12 mesi, attestandosi alla cifra spaventosa di 1.985,504 miliardi nei prossimi 12 mesi (luglio 2011), con un gravame pari a 33.080 a testa e di 90.250 euro a nucleo familiare.

"I nostri conti sono in sofferenza, ma il ministro dell'Economia non mancherà di dirci che va tutto bene'', ha sottolineato Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del PD commentando i dati del Bollettino statistico di Bankitalia. ''Il nuovo record del debito pubblico e le entrate tributarie dei primi sette mesi dell'anno a -3,4%, ma se si fa il raffronto tra luglio 2009 e luglio 2010 la riduzione arriva al 4,4%, ci preoccupano davvero".

Nei primi sette mesi del 2010 le entrate tributarie si sono attestate a quota 210,374 miliardi di euro, registrando un calo del 3,4% rispetto al corrispondente periodo del 2009. Nel solo mese di luglio le entrate tributarie sono scese a quota 36,225 miliardi di euro, in calo del 4,4% rispetto ai 37,905 miliardi di euro di luglio 2009.

Insomma ''gli ultimi dati Bankitalia confermano che il Governo, malgrado gli altisonanti annunci, non ha fatto nulla per ridurre il debito pubblico, arrivato a luglio a un nuovo record negativo. Ha tolto risorse a settori importanti, come la scuola o la sanità, ma non ha intaccato quelli che sono i veri sprechi, le spese di tanti enti inutili, come le province che pure aveva promesso di eliminare'', ha tuonato il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, osservando come ''anche i proclami governativi sulla lotta all'evasione fiscale lasciano il tempo che trovano.

Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, il risanamento non si raggiunge tentando di controllare il numeratore del rapporto debito Pil e abbandonando il denominatore, il Pil, a se stesso. Tanto più quando è evidente nei dati pubblicati oggi l'aumento dell'evasione fiscale, favorita dallo smantellamento di importanti misure solo tardivamente e parzialmente reintrodotte e dai condoni.

Il ministro dell'economia Tremonti, ha spiegato Fassina, dimentica di dire che per ogni miliardo in più raccolto grazie ai controlli, perdiamo 10 miliardi a causa della riduzione della fedeltà fiscale. "Rigore e crescita possono andare insieme, debbono andare insieme per dare futuro all'Italia. Recuperare l'evasione e ridurre le imposte sul lavoro e sull'impresa", ha concluso il responsabile economico del Pd, "è condizione imprescindibile''.

venerdì 10 settembre 2010

Rivolta degli operatori alternativi .......con Eutelia WI-Fi si salta il Balzello

Ecco perchè passare al Wi-Fi EUTELIA si salta il Balzello
TELEFONIA Telecom, via libera agli aumenti
Rivolta degli operatori alternativi
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni approva una maggiorazione del canone pagato dai concorrenti dell'ex monopolista per raggiungere i clienti: "A rischio anche lo sviluppo della nuova rete in fibra ottica" di ALESSANDRO LONGO

I PREZZI della linea fissa aumenteranno nei prossimi mesi, in controtendenza con l'Europa e con la recente storia delle telecomunicazioni. E' l'allarme lanciato in coro dagli operatori alternativi a Telecom Italia, dopo quanto deciso, ieri, dall'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Agcom infatti, dopo mesi di polemiche, ha approvato l'aumento del canone di unbundling, cioè quanto pagano gli operatori alternativi a Telecom per usare la sua rete. Com'è noto, tutti gli operatori fissi utilizzano la rete di Telecom per raggiungere il cliente. Le loro offerte più aggressive sono quelle in "unbundling", appunto, laddove gli operatori affittano da Telecom il doppino telefonico dell'utente. L'unbundling è disponibile su circa il 50 per cento della popolazione italiana (la restante metà non può attivare quelle offerte, ma altre, più costose). Insomma, è la punta di diamante della concorrenza su rete fissa. E adesso rischia di essere scalfita dai rincari.

La delibera Agcom prevede che il canone di unbundling passi, entro quest'anno, a 8,70 euro al mese per singolo doppino affittato (Iva esclusa), dagli attuali 8,49 euro. Nel 2011 e 2012 salirà a 9,14 e 9,48 euro al mese. Un po' meno di quanto si pensava prima dell'estate (9,26 e 9,67 euro/mese): Agcom è venuta incontro, almeno in parte, alle richieste degli operatori. Che però chiedono di annullare del tutto gli aumenti: "E' un significativo passo indietro nel processo di liberalizzazione del mercato della telefonia fissa e, se confermata, avrà gravi ripercussioni sull'intero mercato e sui consumatori italiani in termini di aumenti di prezzi, minore concorrenza ed innovazione", si legge nella nota congiunta inviata da Fastweb, Vodafone, Wind e Tiscali. Per la conferma definitiva ai rincari bisogna aspettare il via libera della Commissione europea, a cui Agcom ha inoltrato la nuova delibera (come di prassi).

I concorrenti notano inoltre che l'Italia in questo modo avrà un canone tra i più cari in Europa (la cui media è di 8,38 euro/mese). Gli operatori italiani negli anni scorsi, invece, hanno goduto di un canone inferiore alla media. Le nuove tariffe sono conseguenza di una nuova metodologia usata da Agcom per calcolare i costi della rete fissa Telecom. Vi rientrano le spese di manutenzione, di riparazione guasti e quelle amministrative connesse all'affitto del doppino. Il rincaro è dovuto alla luce dei veri costi subiti da Telecom, quindi, a detta di Agcom; i concorrenti non sono d'accordo. E insistono: "La decisione altera irreparabilmente il percorso di sviluppo della nuova rete in fibra in Italia, avvantaggiando l'operatore ex-monopolista nel mantenimento della vecchia rete in rame, portando gli operatori alternativi ad aumentare i prezzi finali al consumatore italiano".

Il ragionamento dei concorrenti è il seguente: se aumenta il valore dell'unbundling, Telecom accresce i ricavi derivanti dalla vecchia rete in rame. Ha meno interesse quindi a passare alla nuova rete 1, basata su fibra ottica nelle case. I concorrenti perdono margini di profitto oppure - se aumentano i prezzi - clienti; hanno quindi meno risorse per investire in una loro nuova rete in fibra. Anche su quest'ultima, tra l'altro, è in corso una polemica tra gli operatori.

L'Agcom sta analizzando infatti una prima proposta di regole con cui i concorrenti dovrebbero accedere alla nuova rete in fibra di Telecom. La proposta è a firma del Comitato Ngn, un gruppo di lavoro istituito dalla stessa Agcom. Tutti gli operatori alternativi si sono schierati contro. Contestano soprattutto un punto della proposta: quello che chiede di alleggerire gli obblighi in capo a Telecom Italia nelle aree dove la concorrenza è più sviluppata. "E' un principio che viola sia le direttive sia la raccomandazione europee. La Commissione Europea di certo porrebbe il veto", spiega Innocenzo Genna, esperto di policy tlc a Bruxelles. "Secondo le norme, Agcom dovrebbe fare un'analisi di mercato prima di variare le regole in base all'area geografica", continua. Le analisi di mercato sono recenti, però, e hanno escluso questa possibilità. Eventuali nuove dovrebbero passare da un lungo iter di studi e delibere, e da Bruxelles. Insomma: mentre la vecchia rete è investita dai rincari, la nuova è frenata dalle polemiche.

(10 settembre 2010)


MENTRE

Swisscom, Orange e Sunrise riducono spese terminazione
Swisscom, Orange e Sunrise hanno raggiunto un accordo sulle tariffe per il transito di chiamate di telefonia mobile provenienti da altri operatori. I cosiddetti costi di terminazione delle tre aziende saranno fortemente ridotti.

Il livello delle tariffe sarà diminuito in due tappe di circa la metà entro gennaio, hanno indicato oggi i tre gruppi. Da Swisscom il prezzo passerà da 14 a 8 centesimi il primo ottobre, poi a 7 in gennaio. Per Sunrise e Orange la tassa diminuirà da 17 a 10 centesimi il primo ottobre e a 8,75 centesimi in gennaio.

All'inizio del 2011 i prezzi saranno quindi simili a quelli praticati in Europa, afferma Swisscom.


ATS

giovedì 9 settembre 2010

Anteprima del Bando di Vendita EUTELIA

Anteprima del Bando di Vendita EUTELIA

Bozza "top secret" dell'Agcom


Tecnologie > Ict
Rete hi-tech a tre velocità. La bozza "top secret" dell'Agcom sulle regole per i network innovativi


di Daniele Lepido

MILANO - Un documento "top secret" di 24 pagine e oltre 200 di allegati, che contiene la prima proposta di regole per far partire la rete in fibra di nuova generazione. Un report che sancisce almeno due obiettivi fondamentali: network massimamente aperti e reciprocità sulle nuove infrastrutture, vale a dire nessuna condizione "di favore" verso gli operatori alternativi, considerati nel progetto al pari dell'ex monopolista (del vecchio network) Telecom Italia.


È lo studio messo a punto, dopo sei mesi di lavoro, dal Comitato Ngn dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare: la magna charta dell'internet di domani, dalla quale passeranno soprattutto servizi video e televisione, supporto indispensabile per stare al passo con l'evoluzione del cyberspazio. Un documento che sarà discusso in autorità questa mattina, una prima proposta "non vincolante" il cui esito non è affatto scontato e che potrebbe infatti trovare l'opposizione di più d'un operatore.

Uno dei capitoli chiave del report è il primo, intitolato "Procedure di migrazione dal rame alla fibra". Si parte con una divisione geografica delle aree nelle quali investire: le zone ad alta profittabilità, con grandi centri come Milano e Roma, «dove si prevedono tipicamente più reti, con annunci di piani di cablatura ottica da parte degli operatori entro tre anni e di sviluppo entro otto». Sono le così dette "zone nere", dove la concorrenza sarà serratissima e dove tutti vorranno essere presenti. Ci sono poi le aree a media profittabilità (zone grigie), nelle quali «la forza del mercato non è sufficiente a generare in modo spontaneo la concorrenza infrastrutturale e dove può essere sviluppata una sola rete in virtù della quale si produrrà la concorrenza sui servizi». Qui l'Agcom ipotizza la collaborazione di enti pubblici territoriali, partenariati pubblico-privati oppure solo finanziamenti privati. Le terze aree sono quelle a fallimento di mercato, dove vivono comunque 7,5 milioni di italiani e dove la rete «non verrà realizzata sulla base di logiche economiche ma con finalità sociali».

E poi il punto più critico, quello relativo agli strumenti d'investimento: «Per garantire la massima efficienza economica e ripartire il rischio di investimento – si legge a pagina 4 – lo strumento ritenuto più idoneo è il coinvestimento». In particolare, nelle aree più ricche, si ipotizza la presenza «di un soggetto economico che sviluppi un progetto di infrastrutturazione che dovrebbe includere anche l'opzione di coinvestimento con soggetti distinti, che potrebbero partecipare alle opere civili». E ancora: «Si suggerisce che il progetto in coinvestimento nelle zone ricche sia concepito preferenzialmente come "copia cinese" del progetto nella sua forma base così da potersi condividere tra più partecipanti con uniforme ripartizione dei costi. Il proponente, che potrebbe svolgere il ruolo di leader della fase di esecuzione, avrebbe diritto a un'equa remunerazione per il coordinamento delle opere». Sul termine "equa remunerazione" si giocherà ovviamente tutta la partita.
Ma in caso di dismissione della rete in rame, peraltro altamente improbabile? «Considerato il cospicuo valore della rete da dismettere e la difficoltà per un soggetto pubblico di rilevarne la proprietà – scrive il comitato – la decisione di sostituzione totale dell'infrastruttura è di competenza esclusiva di Telecom Italia». Inoltre dovrebbe essere tutelato il diritto di tutti gli operatori interessati dal processo di migrazione di acquisire da Telecom una forma di accesso all'ingrosso sostitutiva dell'ultimo miglio, «a condizioni tecniche ed economiche sostanzialmente equivalenti». E un primo commento alla bozza di piano, è arrivato da Asati, l'associazione piccoli azionisti di Telecom, che parla di «equilibrata regolamentazione».

Intanto oggi all'Agcom si giocherà un'altra importante partita: quella delle tariffe dell'ultimo miglio che gli operatori alternativi pagano a Telecom per affittare la sua rete. Il provvedimento era atteso già per fine luglio, ma poi l'istruttoria è stata prorogata di 60 giorni.

EUTELIA / TELCO Who is The Great Pretender ???!!!!!

Telecom Wind, Fastweb , Eutelia, Tiscali , Dada etc......

Interessantisssima rassegna stampa per gli Associati Cripae in mail

Sarà la Casa discografica "Dammi una "M" & dammi una "C"? che presenterà:

oppure
continueran a cantar le bramosie di amorcord?


occhio che si porteran via anche la Dadada......

mercoledì 8 settembre 2010

Eutelia Cloud ?

Cloud in crescita presso le piccole e medie aziende

Sulla base dei risultati dell'ultimo report SMB Cloud Services Practice di AMI Partners, sarebbero sempre di più le piccole e medie aziende che hanno adottato soluzioni cloud per abbattere i costi e ottenere una maggiore agilità di esercizio. Nella fotografia scattata da AMI appaiono infatti 750.000 piccole aziende (il 12% del totale) e 20.000 medie aziende (il 20% del totale) che già si affidano a soluzioni software as a service (Saas). Nonostante gli esperti prevedano per il 2014 spese per oltre 95 miliardi di dollari in soluzioni cloud e hosted IT, all'interno delle aziende più piccole vige ancora però una certa resistenza.

Alcune compagnie si ritengono infatti troppo piccole per adottare servizi hosted; Saas e cloud computing sono percepiti come qualcosa che richiede conoscenze ed abilità particolari per essere implementati e utilizzati; in poche parole il cloud è considerato troppo costoso o più adatto a compagnie di una certa grandezza.

Secondo Michael McDonald, Senior Associate con AMI-Partners, alla base vige una scarsa conoscenza del mezzo; più le compagnie imparano a conoscere il cloud e più ne colgono i benefici. Le piccole attività hanno spesso un budget sufficiente per addentrarsi nel cloud ma ne mettono ancora in dubbio i benefici; ne consegue una spesa finale indirizzata alle nuove tecnologie molto inferiore a quanto inizialmente previsto.

La spesa nel'ICT e nelle tecnologie correlate al cloud sono comunque in aumento e già a fine 2010 costituirà una considerevole fetta del totale, grazie anche a provider in grado di offrire soluzioni sempre più abbordabili e facili da implementare.

Secondo Deepinder Sahni, Senior VP for Global Sizing and Segmentation ad Ami, il panorama ICT nelle Pmi subirà un profondo mutamento nei prossimi 5-7 anni e nuovi servizi cloud costituiranno una buona fetta delle spese. Si stimano più di 52 miliardi di dollari nel 2009 indirizzati al cloud e hosted IT, il 6% della spesa totale dedicata alla tecnologia informatica e alla comunicazione. Entro fine 2014 la cifra dovrebbe superare i 95 miliardi di dollari (11% della spesa ICT).

Chi comprerà EUTELIA ? l'ultima TELCO-ITALY

La RETE DI EUTELIA È questione NAZIONALE Salviamola !!!! TELCO Italia Sveglia!!!!
Lo straniero Ti ama in un abbraccio mortale:
FASTWEB Opa Svizzera
WIND Egiziana passa al Russo
...TELECOM ITALIA Ispano-USA
VODAFONE Inglese
TISCALI GS? Italo-Usa?
BT Iglese

EUTELIA ITALIANA forse ancora per qlche giorno ?

martedì 7 settembre 2010

CA Technologies una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management

CA presenta CA Portfolio Management for Agile IT
Da CA Technologies una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management studiata per gli ambienti di cloud computing
.

di: Redazione Technology

Pubblicato il: 06/09/2010 nella categoria Software.
CA presenta CA Portfolio Management for Agile IT

CA Technologies ha annunciato la disponibilità di CA Portfolio Management for Agile IT, una nuova soluzione di Agile Project & Portfolio Management (PPM) per il cloud, progettata per aiutare i responsabili a prendere decisioni di gestione più efficace del portfolio di servizi IT grazie alle nuove prassi di pianificazione agile.
La nuova soluzione si compone di CA Clarity On Demand e CA Agile Vision.
Con la diffusione del cloud computing, i fruitori dei servizi cloud pretendono un'erogazione rapida e un riscontro veloce alle richieste di miglioramenti e di nuovi servizi. In risposta, le organizzazioni IT devono adottare metodologie più agili e iterative per l'erogazione dei servizi IT che mettono a dura prova gli attuali processi di Project Governance e impongono la convergenza fra gestione dei requisiti, pianificazione agile e gestione del portafoglio di servizi.
E l'adozione delle metodologie agili continuerà a crescere nel corso dei prossimi anni: Gartnersegnala che "entro il 2012, i metodi di sviluppo agile saranno utilizzati nell'80% di tutti i progetti di sviluppo software".
La soluzione CA Portfolio Management for Agile IT offre completa visibilità su risorse, dati finanziari e portfolio affinché prodotti e servizi vengano erogati con la giusta qualità, nei tempi previsti e con il giusto valore per il business, a prescindere dalla metodologia adottata per il project management ('agile' o tradizionale).
Ecco nel dettaglio le caratteristiche dei due componenti:
CA Agile Vision;
- Pianificazione Agile On Demand basata su Force.com, la piattaforma aziendale di cloud computing di salesforce.com, che prevede le applicazioni Sales Cloud, Service Cloud e Salesforce Chatter, centinaia di applicazioni di partner ISV e oltre 160.000 applicazioni 'custom' utilizzate dai 77.300 clienti di salesforce.com
- Il servizio basato su cloud offre minori costi iniziali, deployment più rapido, modello di consumo 'pay-for-use', una rapida adozione da parte degli utenti finali, un'architettura multitenant e grande scalabilità
- La pianificazione "agile" degli sprint crea diversi sprint temporali, ne controlla lo stato di avanzamento e gestisce il backlog
- Gli agile velocity chart di tipo burn-down migliorano l'accuratezza del project forecasting
- L'agile virtual wall gestisce attività, user stories e assegnazioni di risorse.
CA Clarity On Demand;
- Il Project Lifecycle Management presenta soltanto i campi e le azioni pertinenti allo stadio del ciclo di vita di un'idea, richiesta, progetto, servizio o iniziativa, permettendo agli utenti di concentrarsi sull'attività in corso
- L'interfaccia utente Web 2.0 semplifica la navigazione, razionalizza le attività più comuni, riduce il numero di clic e migliora la comprensione, accelerando l'adozione da parte degli utenti finali
- I diagrammi Gantt di tipo drag-and-drop consentono un'eccezionale esperienza di schedulazione su browser
- La gestione finanziaria semplificata vanta funzionalità che rendono più intuitiva la pianificazione, la preparazione del bilancio e il monitoraggio dei costi.

sabato 4 settembre 2010

di Salvo Amato Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”

Un interessante articolo tratto da www.giornalettismo.com di Salvo Amato sul

Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”



Usufruire di servizi online ha tanti vantaggi: nessun acquisto di licenze per il software, accesso semplice in ogni luogo. Ma il problema della privacy frena la diffusione di questo nuovo strumento.

CloudComputing Cloud computing ovvero i nostri dati “tra le nuvole”Un servizio che in questi ultimi scorci di decennio si sta profilando all’orizzonte è il cloud Computing. Di cosa si tratta? Tutto comincia con i servizi webmail permanenti dove l’abbondanza di spazio ci consente di evitare di cancellare messaggi vecchi potendone conservare migliaia se non milioni ma dovendoli consultare necessariamente on line. Google, colosso del web, per primo ha fiutato la grande potenzialità nel dare ampio spazio per una semplice casella email. Cosa ci guadagnerà? Semplice: ci propina pubblicità contestuale all’interno della pagina che visualizza il nostro messaggio. Così che se un mio amico mi ha mandato un messaggio dove parla della sua nuova auto appena acquistata sicuramente appariranno diversi trafiletti pubblicitari ai lati della pagina con pubblicità del settore auto. Grazie ai capienti monitor da 19 e passa pollici che la tecnologia ci mette a disposizione ciò non ci da fastidio poiché non riduce lo spazio vitale per leggere o produrre comodamente email.

OLTRE LA MODA ALTRO - Non solo, già da qualche anno Google sforna servizi web uno dietro l’altro, Documents è uno di questi. Cosa ci consente di fare? Grazie a Documents possiamo creare ex novo un documento di videoscrittura, un foglio elettronico o una presentazione direttamente sul web e conservarlo in uno spazio a noi riservato sempre sul web. Il tutto senza aere bisogno di alcun pacchetto office. Siccome pare che Google sia la moda da seguire per il web così come Apple sia la moda da seguire per l’hardware portatile, molti altri si sono gettati nell’impresa di produrre servizi sofisticati funzionanti esclusivamente sul web. Ne cito solo alcuni per non annoiarvi con tutti: Apple MobileMe, Amazon elastic Cloud, EyeOS, Canonical di Ubuntu, cloud HP…

PERCHE’ ? – Perchè affidarsi al cloud computing quando ognuno di noi ha il suo sano personal computer?Innanzitutto perchè da una interfaccia web del browser consente di fare buona parte delle operazioni di office automation che vanno dalla creazione di documenti alla conservazione ed all’archiviazione. Inoltre al cloud computing è possibile accedere da qualsiasi postazione, da casa, dall’ufficio, da un mac come da un PC via Linux come via una delle tante versioni di Windows, anche da smartpHone. Infine consente di condividere documenti con altri in rete siano essi colleghi o amici. Immaginate di lavorare in un gruppo di lavoro che opera su uno stesso documento: ognuno modifica una parte dell’unica copia ufficiale pur rimanendo a migliaia di chilometri di distanza.........continua...........

In più per la Nuova Banda , campa cavallo che.....


Fibra per l'Italia ancora in pellegrinaggio a Roma
di Dario D'Elia

Sabato 4 settembre 2010
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A metà settembre dovrebbe concretizzarsi un nuovo incontro tra il consorzio Fibra per l’Italia e il Governo. La sensazione è che sia tutto congelato per questioni politiche ed economiche. Telecom intanto continua per la sua strada.

2010: Fibra per l’Italia, il consorzio formato da Fastweb, Wind e Vodafone, dovrebbe incontrare di nuovo il Governo fra due settimane per fare il punto della situazione. Paolo Romani, in qualità di vice-ministro allo Sviluppo Economico, sarà di nuovo l'interlocutore di riferimento.

Fibra per pochi

Non dovrebbero esservi particolari colpi di scena anche perché Telecom Italia ha deciso di continuare ad andare avanti per la sua strada. O meglio, l'azienda è disponibile a collaborazioni per intervenire nelle aree soggette a digital divide (zone bianche) ma assolutamente disinteressata a partecipare a progetti comuni che possano destabilizzare il suo "monopolio" sulla rete nazionale.

La situazione per di più è complicata dall'attuale fragilità del Governo, in bilico tra elezioni anticipate e conti economici difficili da far quadrare. Poco probabile quindi che la Cassa depositi e prestiti possa concedere l'aiutino promesso lo scorso anno.

Ma quanto vi prendono per i fondelli con queste schiavette mentali..

Lo capite che internet, la vera banda larga è la fibra e quella di Eutelia è di ottima qualità????


Internet mobile 3, limitazione di banda ufficiale

3 Italia limita la banda delle chiavette internet: la comunicazione arriva direttamente dal gestore e si aggiunge a quanto già fanno Vodafone e Wind.

Ecco la nota ufficiale:

“3 Italia gestisce, nel rispetto di quanto previsto dalla Carta Servizi e dalle Condizioni Generali di Contratto, il traffico sulla propria rete mobile al fine di offrire ad ogni suo cliente la possibilità di accedere ai servizi dati. Per ottimizzare le risorse di rete a beneficio di tutti i propri clienti, 3 Italia si riserva di limitare temporaneamente la velocità della connessione ai clienti che presentino modalità di utilizzo tali da pregiudicare le prestazioni della rete stessa. Ciò può accadere durante l’utilizzo di servizi che impiegano in maniera intensa le risorse di rete e/o in zone con un numero particolarmente elevato di connessioni.”

Finalmente la situazione potrà migliorare per molti utenti che utilizzano le internet key 3 e lamentano velocità troppo esigue, pregiudicando una navigazione normale sul web.

Infatti pochi utenti (circa il 5-10%) utilizzano (e sprecano) oltre il 40% della banda, a scapito dei navigatori più disciplinati che utilizzano in modo corretto una risorsa finita come la banda larga mobile.

La rete di 3 forse la più economica e più sfruttata quindi viene sottoposta a bandwidth management: era inevitabile per permettere agli utenti “normali” di ottenere una migliore navigazione. Questo si otterrà, presumibilmente, limitando la velocità di applicativi che generano traffico massiccio come P2P e streaming video.

Vero, le risorse della rete non sono infinite: sicuramente è necessario un aumento delle frequenze ma è anche fondamentale un maggiore investimento per portare maggiore banda e aumentare i ripetitori.

Mondo3 ha raccolto molte testimonianze che indicano una limitazione della banda quando viene superato 1 GB di traffico effettuato.

Si ricorda che 3 Italia può ottimizzare le risorse di rete come previsto dall’art.14 della Carta Servizi già nella sua formulazione originale del 2002 e “in un’ottica di maggior trasparenza nei confronti dei clienti, anche dall’art.4 comma 4 delle Condizioni Generali di Contratto a partire da Marzo 2010“.

L’obiettivo di 3 è di garantire l’accesso alla rete per tutti i clienti nel rispetto del principio di Net Neutrality.

Grazie ai colleghi di Mondo3