Google con Sony e Intel per la web-televisione
31.03.2010 Internet. L'azienda californiana fornirà la piattaforma di Android per i decoder.
È la televisione il nuovo terreno di battaglia per Google, che sta studiando la migrazione di internet e di tutta la pubblicità digitale in salotto.
Dopo il tour de force nel settore della telefonia mobile, il colosso di Mountain View prosegue la sua strategia di diversificazione nel business del multimedia, stringendo accordi, come hanno rivelato in queste ore il New York Times e il Wall Street Journal, con partner d'eccezione come Sony, Intel e Logitech, l'azienda italo-svizzera fondata nel 1981 dall'ingegnere abruzzese Pierluigi Zappacosta insieme con Giacomo Marini e Daniel Borel.
L'idea è quella di lanciare, probabilmente entro la fine dell'anno, una nuova linea di televisori con marchio Sony corredati da set top box basati su tecnologia Intel, insieme con una tastiera wireless della Logitech.
L'obiettivo è riscrivere la funzionalità classica del televisore permettendogli un'opzione in fondo banale e già possibile con molti modelli di display: la navigazione su internet.
La partita, dal punto di vista economico, non è da poco. Intanto perché tutto il sistema della web televisione firmato dall'azienda californiana si baserà su piattaforma Android, il sistema "aperto" alla base dei Googlefonini in perpetua ricerca di consensi.
E poi perché trasportare il web sul più classico degli schermi, quello che da mezzo secolo troneggia nelle case di tutto il mondo, aprirebbe nuovi orizzonti anche per gli spot online.
Fruire internet dal televisore avrebbe infatti come primo effetto quello di allargare la base dell'audience di utenti permettendo, come è ovvio presupporre, una ricalibrazione delle tariffe delle inserzioni.
Questa tra rete e televisione è un'ibridazione tra tecnologie in realtà già tentata nel passato con scarso successo, come dimostra il caso tutto italiano di Freedomland, la società fondata nel 2000 da Virgilio Degiovanni, quotata al Nuovo Mercato e poi confluita, dopo il crollo di Borsa e le complicate vicende giudiziarie dell'imprenditore milanese, nel gruppo Eutelia.
In realtà, a distanza di dieci anni, le cose sono cambiate e si può presupporre che con la diffusione della banda larga internet si sia trasformato in un medium più complesso rispetto alle origini.
I video, anche di buona qualità, come quelli prodotti dai siti di notizie e dalle testate online, sono sempre di più e costituiscono ormai una leva importante per conquistare un numero crescente di utenti unici.
La cyber televisone sarebbe poi per Google un buon modo per spingere YouTube, la piattaforma video rilevata nel 2006, in Italia nell'occhio del ciclone a causa del video del ragazzo disabile maltrattato caricato in rete tre anni fa da alcuni utenti.
Video per il quale il giudice della IV sezione del tribunale di Milano, Oscar Magi, ha condannato a sei mesi di reclusione tre manager di Google.
Ma anche Hulu, il servizio di streaming lanciato dalle case cinematografiche.
Eppure, da un accordo del genere hanno da guadagnare anche gli altri partner. Sony potrebbe sfidare un colosso come Samsung nell'agguerrito mercato dei nuovi televisori a schermo piatto, mutuando sul web la tecnologia 3d che sta dettando l'agenda dei produttori.
Ma anche Intel, che punta ad allargare il suo mercato anche all'elettronica di consumo (in particolare per i chip Atom) piazzando i suoi prodotti non solo all'interno dei computer ma anche nei decoder.
Sullo sfondo, poi, c'è l'altro grande sfidante: Steve Jobs con la sua Apple tv, il media center di Cupertino che permette di fruire sulla televisione di video, musica e film, grazie all'interazione con le librerie di iTunes.
Ma anche Microsoft che sta scommettendo sullo store online per la xBox.
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5 anni fa
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