Molto UTILE per apprezzare quello che abbiamo in Casa EUTELIA
GRAZIE!!!!!
Come è fatta la rete: implicazioni sulla Neutralità
Premessa: ci sono notabili eccezioni a tutto cio' che scrivo, per cui le affermazioni non vanno prese come assoluto, non al 100%, ma solo con un alto livello di significatività.
Come e' fatto il mercato delle TLC
In molti paesi (in tutta l'Europa), le regole prevedono che l'operatore exmonopolista (chiamato "incumbent") che e' l'unico che ha una rete, debba metterla a disposizione all'ingrosso ai concorrenti che poi erogano i servizi al dettaglio.
Lo schema pensato per favorire la concorrenza viene chiamato "ladder of investments", o scala di investimenti, per cui un concorrente puo' iniziare con pochi investimenti e, via via che guadagna, puo' passare a livelli di investimenti maggiori. Lo schema e' cioè volto a favorire investimenti nello sviluppo di infrastrutture alternative. E' stato pensato quando si guardava alla concorrenza nella telefonia e preferito a livello politico rispetto ad incentivare la concorrenza nei servizi.
Si inizia con la rivendita, per passare al bitstream (interconnessione del concorrente al flusso di bit, ovvero in pratica i DSLAM ("modem" adsl lato centrale) sono dell'incumbent, ed arrivare all'Unbundling, ovvero l'affitto da parte del concorrente di spazi nelle centrali telefoniche, installazione delle proprie apparecchiature e collegamento dei fili che partono dalla centrale ed arrivano nelle case dell'utente che intende usare questo operatore alternativo.
Quali sono i costi sottostanti un abbonamento DSL o telefonico
I prezzi all'ingrosso sono pensati dall'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per favorire che gli operatori alternativi facciano investimenti (ovvero, l'Unbundling del Local Loop (ULL) e' quello che all'ingrosso costa meno, per lasciare piu' margini all'operatore concorrente.
L'affitto del Local Loop (o doppino, o ultimo miglio (visto dal punto di vista dell'operatore) o primo miglio (visto dal punto di vista dell'utente)) ha un prezzo forfettario, che non dipende dal traffico che puo' trasportare, ma solo del filo in rame (che e' lungo mediamente 1,5Km).
I dati e le telefonate viaggiano nei doppini su portanti a determinate frequenze; queste frequenze possono essere separate in centrale e quindi collegare due apparati diversi (anche di gestori diversi) : uno per le frequenze "telefoniche" ed uno per le frequenze "dati". In questo caso si parla di Shared Access (accesso condiviso)
Quindi un utente puo' mantenere la telefonia con Telecom ed usare l'ADSL con altro operatore. Oppure puo' disdire il servizio telefonico e tenere solo l'ADSL. In questo caso si parla di linee "naked", ovvero "nude".
Cosa determina la banda tra casa e centrale
Da cosa dipende la banda sul doppino ? dalla qualità e lunghezza della linea che influiscono sui parametri tecnici di aggancio tra l'apparato presso la casa dell'utente e l'apparato in centrale. (e anche da disturbi presenti per interferenze di sorgenti elettromagnetiche, ad esempio la presenza nello stesso fascio di cavi che esce dalla centrale di altre linee con DSL che interferisconole une con le altre (diafonia). Anche per questo puo' capitare che tutto vada bene e poi, con l'attivazione nello stesso cavo di un altro utente con DSL, la diafonia superi una soglia che faccia crollare le performance complessive di tutti gli utenti.
Il "Throughput" (portata) delle linee non dipende quindi da quanto l'operatore paga a Telecom Italia per le linee all'ingrosso. Anche l'apparato non costa di piu' se viene impostato a 2, 6 o 20 Mbps. Dipende dalle caratteristiche della linea. (certo, lato centrale apparati vecchi (DSLAM: Digital Subscriber Line Access Multiplexer) con standard vecchi possono essere più limitati, ma il costo degli apparati segue le leggi di Moore anche in questo caso, per cui i prezzi si sono dimezzati ogni 18 mesi (o meno), e continuano a farlo...
Dove passano i nostri dati una volta usciti da casa nostra
Una volta arrivati alla centrale, bisogna andare verso il resto della rete. La prima tratta, quella che collega la centrale alle dorsali si chiama "backhauling" (haul=trasporto e back da backbone=spina dorsale). La seconda tratta è appunto il backbone e poi questo e' interconnesso agli altri backbone degli altri operatori attraverso dei "peering" (collegamenti tra "peer") che possono essere non onerosi (io do' il mio traffico a te gratis e tu dai il tuo a me gratis) o a pagamento (se uno dei due peer è molto piu' piccolo dell'altro).
Se uno dei due peer consente all'altro di attraversare la propria rete per scambiare traffico con altri peer interconnessi ad un'altra estremità della propria rete, si dice che gli sta fornendo "IP Transit" e ciò avviene nella stragrande maggioranza dei casi a titolo oneroso. (Pipponet in basilicata si collega a Bignet che gli trasporta il traffico fino a Milano, USA, UK, Korea, ecc, si dice che Bignet fornisce IPtransit a Pipponet).
Nella vulgata l'IP Transit viene chiamato "banda internazionale", ma è una definizione limitativa perchè qualcuno può anche fare peering diretti in giro per il mondo e in questo caso la banda internazionale non la paga; va a prendersela direttamente e quindi non usa IP Transit di nessuno.
L'ultima volta che mi ero informato sui prezzi di IP Transit praticati ad un cliente che fosse un operatore di medie dimensioni, stava intorno a 5 euro/Mbps al mese
le centrali gerarchicamente più basse, più vicine alle case degli utenti, dove stanno i DSLAM, si chiamano, usando un termine vecchio, "stadi di linea".
Riassumiamo la struttura della rete
Ecco che abbiamo completato lo schema:
1. Rete domestica in casa dell'utente (es. Wifi cui colleghiamo il PC),
2. Local Loop
3. Backhauling
4. Backbone (l'insieme delle tratte di backbone viene chiamato "Core Network")
5. Peering/IP transit
1. ovviamente se lo costruisce l'utente
2. non ha un costo legato al traffico ma solo forfettario
5. il peering non ha un costo legato al traffico, l'IP transit ha un costo legato al traffico
La proporzione tra traffico domestico (italiano) e IP Transit è molto sbilanciato verso il traffico domestico (in essenza guardiamo siti web e scambio traffico con altri utenti che stanno in Italia; anche se accediamo a contenuti multimediali che appiaono internazionali, spesso li preleviamo da server che stanno in Italia, proprio per minimizzare l'uso dell'IPtransit. Questi server che ospitano contenuti messi "piu' vicini" all'utente si chiamano "CDN" o Content Distribution Networks).
Se anche l'IP transit rappresentasse il 10% del traffico complessivo di un utente, e glielo riservassimo tutto, l'incidenza di costo sarebbe quindi di 5/10 di euro al mese per Mbps. Ma non tutti usano contemporaneamente la risorsa IPTransit e quindi si fa un medione statistico applicando un tasso di concentrazione (o overbooking) nè più nè meno dell'acqua che entra nel nostro condominio. (se tutti apriamo il rubinetto contemporaneamente, ne esce pochissima per ciascuno. Ovviamente piccolo è l'operatore, minore è il tasso di overbooking che può usare (se avesse 10 utenti, potrebbe fare un overbooking al massimo 1:2 (sperando che non siano collegati piu' di 5 utenti simultanei a richiedere l'IP transit). se avesse 10.000 utenti, potrebbe fare 1:30)..
L'IP Transit costituisce quindi una componente quasi trascurabile del costo del collegamento.
4. il Backbone è interamente in fibra ottica. I cavi in fibra ottica hanno di bello che, una volta che sono stesi, hanno una capacità che dipende dagli apparati che si mettono agli estremi (ed anche questi seguono la Legge di Moore). Come se per raddoppiare la portata di un'autostrada, bastasse cambiare i caselli... (questo non e' vero per il rame, come detto sopra, per le interferenze, impurità, resistenze, ecc.) Ogni limite di capacità sul Core Network è quindi per definizione momentaneo, fino a quando si cambiano gli apparati.
3. il Backhauling è anche chiamato il "secondo miglio". Se è in fibra, vale quanto detto per il backbone. Se non è in fibra ma in rame o ponti radio, c'e' un limite di capacità.
Alcune dimensioni della rete italiana
Su oltre 13.000 Stadi di linea che ci sono in Italia, circa 1.400 riescono a coprire il 50% delle utenze potenziali. Gli stadi di linea con backhauling non in fibra (non collegati in fibra ottica al cuore della rete) e quindi con una limitata banda a disposizione per essere fornita agli utenti, sono circa 6.200.
La distanza media dal backbone di questi Stadi di Linea con backhauling non in fibra è di 20Km con un costo di rilegamento in fibra che puo' andare in un intorno dei 40-50 euro al metro (1 milione di euro per Stadio di Linea; se a quella centrale siete in 10 potenziali abbonati ad essere interessati al DSL....)
Dove sta il problema (in larga misura)
Fatta questa lunga descrizione, abbiamo capito che, sostanzialmente, il problema è nel backhauling.
Ci sono :
1. Stadi di linea con backhauling in fibra, dove grazie alla legge di Moore i costi per un operatore sono sostanzialmente slegati dalla banda fornita all'utente e, nel tempo, non occorre usare leve tecniche o prezzo per gestire le congestioni e
2. Stadi di linea con backhauling non in fibra, dove attraverso leve tecniche e del prezzo, è necessario gestire il traffico che su questi insiste.
Se nelle aree 1. un operatore facesse gestione del traffico (traffic shaping, ad es. per degradare il P2P), un operatore alternativo potrebbe concentrarsi solo su quelle aree, evitando le aree 2., e offire un servizio agli utenti ad un prezzo sostanzialmente simile, a banda sempre massima, senza fare gestione del traffico e quindi si beccherebbe la maggioranza degli utenti.
Ma se un operatore "deve" essere anche nelle aree 2., gestire la comunicazione agli utenti e il portafoglio di offerta è più complicato. Chi si concentra nelle aree 1. ha una vita assai più semplice.
Conclusioni: Alcuni effetti della struttura del mercato, della rete e delle tecnologie
Qualche attento osservatore non avrà difficoltà ora a capire le dinamiche che ci sono effettivamente sul mercato italiano. Di fatto il prezzo nelle aree 1. pone un "cap", un limite superiore, al prezzo nelle aree 2.
Ma se il prezzo del mercato è determinato nelle aree dove ci sono meno vincoli di costo, diventa improbabile riuscire a fare dei prezzi nelle aree più sfavorite, dove vi sono maggiori vincoli di costo.
Si possono quindi trarre, a mio avviso, due conclusioni.
* La concorrenza basata sulle infrastrutture, basata su ULL con costi indipendenti dall'utilizzo, consente ad alcuni operatori di concentrarsi in aree di minor costo ponendo un limite ai prezzi di mercato (mercato che include anche zone più sfavorite) e quindi alla possibilità di alzare i prezzi medi di tutto il mercato in modo tale da poter finanziare gli investimenti desiderabili nelle aree svantaggiate.
* In presenza di fibra ottica lungo tutta la catena, lo sviluppo dell'elettronica tende ad assicurare che in ognuna di tali aree vi sarà almeno un operatore che offrirà sempre prezzi forfettari e banda piena.
o, semplificando
* l'ULL favorisce lo sviluppo di infrastrutture a macchia di leopardo, penalizzando lo sviluppo nelle altre aree
* l'ULL assicura la neutralità della rete nelle aree più fortunate.
Qualche eroe e' sopravvissuto fino alla fine di questo post ? Commenti ?
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5 anni fa
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