CLAUDIO GERINO
Il "Mobile" e in generale le tecnologie wireless fanno bene alle imprese. E’ quanto emerge dall’anteprima dei dati del IV Osservatorio Mobile&Wireless Business 2009 elaborato da Assinform e dalla School of management del Politecnico di Milano. Il mercato è cresciuto del 17 % (rispetto al 2007) con un fatturato di 3540 milioni di euro, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato IT e TLC (0,1 %). L’incremento maggiore si è avuto nel settore della connettività Umts e wifi, con una crescita del 17 % nella vendita di smartphone ad uso business, mentre la connettività dati ha registrato un giro d’affari di 100 milioni di euro. Significativa anche la "scalata" dei notebook e dei netbook per le aziende, che hanno segnato un + 20 % nei volumi e un + 15 % a valore.
Ma al di là delle cifre, nei 25 casi presi ad esempio dall’Osservatorio, emerge quanto le tecnologie wireless di tutti i tipi (wifi, Umts, Rifd e Bluetooth) hanno portato non solo a risparmi significativi nel tempo, ma anche ad una migliore condizione di lavoro per i dipendenti. E’ il caso, ad esempio, della polizia municipale di Torino a cui l’amministrazione sta fornendo palmari wireless per l’attività sul campo (multe, rilevazioni, ecc.). L’aumento della produttività è stato del 10 % e i risparmi si attesteranno su circa un milione di euro in 23 mesi.
Discorso simile per il gruppo Bosch (ricambi e servizi per l’automobile) nel quale ai dipendenti dei call center sono in corso di fornitura cuffie wireless Bluetooth per la connessione telefonica. I risparmi registrati ammontano a circa 200 mila euro e il ritorno degli investimenti è avvenuto in meno di un mese.
Alla Tempini (pavimenti e rivestimenti), gli agenti addetti alle vendite stanno ricevendo smartphone BlackBerry. In 5 anni sono previsti risparmi pari a circa 136 mila euro e il ritorno dell’investimento si attesta sui 7 mesi.
«I casi analizzati dimostrano spiega Federico Barilli, presidente di Assinform come prodotti e applicazioni wireless portino risultati importanti quanto a efficienza e produttività. L'ulteriore elemento positivo emerso dall'indagine è che i protagonisti, lato offerta, sono le imprese italiane mediopiccole, ad alta specializzazione. E’ un mercato maturo, con tanti casi di successo, che possono diffondersi in tutto il tessuto produttivo italiano».
«I 25 casi analizzati nella ricerca aggiunge Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Mobile & Wireless della School of Management del Politecnico di Milano hanno confermato che l tempo di rientro dell’investimento si dimostra sempre particolarmente breve: nella stragrande maggioranza dei casi analizzati (18 su 25), inferiore a due anni e in 12 casi addirittura inferiore a un solo anno. L’indice di profittabilità dell’investimento è risultato sempre molto alto: in 19 casi è stato superiore a 2 (cioè, il valore generato dal progetto è +100% rispetto a quello dell’investimento iniziale) e in 11 casi superiore a 5. Ci auguriamo che questi casi concreti che abbiamo "messo a nudo" nella Ricerca 2009 possano avere un’elevata forza persuasiva anche nei confronti di chi non è ancora convinto».
Telecom comincia a testare a Torino le reti mobili di quarta generazione 140
la novità megabit al secondo
ANDREA DI STEFANO
Il cellulare a larghissima banda sotto l'etichetta Lte (Long Term Evolution), gioca le sue carte a Torino grazie al presidio del Tilab (Telecom Italia Lab). Da alcuni mesi nel capoluogo piemontese si sta sperimentando con 14 antenne distribuite in città, frutto della collaborazione con Huwaei, il turbotelefonino che manderà in pensione le reti mobili che non utilizzano l’infrastruttura IP (Internet protocol). «È una delle prime sperimentazioni di questo tipo spiega Sandro Dionisi, direttore del Tilab che sta generando reali dati sul campo. Ogni antenna può reggere trasmissioni di una banda sino a 140 megabit al secondo mentre i terminali attuali reggono 51 megabit. Questa rete permette di scaricare un video ad alta definizione e in contemporanea effettuare una videoconferenza».
Nulla a che vedere con le chiavette Hdspa (7 megabit) e Hdspa+ che arriveranno a 21. La novità dell’Lte è che potrebbe diventare come il WiFi un sistema distribuito con il supporto degli utenti. «A Torino stiamo sperimentando sia macrocelle che piccole antenne a bassa emissione che chiunque potrà mettersi in casa per ottenere capacità trasmissive superiori all'Adsl». La novità tecnologica dell’Lte è riconducibile al fatto che si tratta di un salto in avanti del WiMax, già considerato vecchio. I dispositivi Huawei che sono stati installati a Torino sono paragonabili, per dimensioni e spessore, ai primi modem Adsl o agli switch che vengono utilizzati da Fastweb per terminare i collegamenti via cavo, ma entro il 2010 arriveranno i systemonchip che stanno dentro una chiavetta. E la frequenza di sperimentazione, sui 2,6 gigahertz, «probabilmente verrà messa a gara, sul territorio nazionale, fin dall'anno prossimo – dice Dionisi – consentendoci di avviare il servizio».
Vodafone ha già annunciato l’apertura a Milano di un centro di ricerca che vede protagonista sempre Huwaei, con due obiettivi: rendere l’offerta wireless sempre più competitiva con la rete fissa e proporsi come strumento per combattere il digital divide. Che la domanda di Internet in mobilità sia in crescita è dimostrato dal boom delle vendite di chiavette: «Oggi circa 7 milioni di famiglie e utenze italiane navigano sulla rete solo via chiavetta. Utenti che stanno poco a casa, ma vogliono i benefici dell'alta velocità». Per ora la sperimentazione effettuata a Torino su una vettura attrezzata con pc e modem Lte garantisce una videoconferenza in alta definizione, pur procedendo a 4050 all'ora e il passaggio da una cella all'altra (il famigerato handover che tante proteste provoca per esempio sulle linee ferroviarie) risulta quasi perfetta. «Noi scommettiamo che con l'Lte la videoconferenza diverrà un'attività professionale e di consumo ben più diffusa», dice il direttore di Telecom Italia Lab. «Basterà avere la chiavetta per collegarsi alla riunione, e mostrare chiaramente un documento o un grafico».
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