«Internet e la tv sono due costellazioni della comunicazione che sono destinate a convivere l’una accanto all’altra, anche se in uno scenario che sarà progressivamente diverso da quello a cui siamo abituati oggi.
E’ per questo che i giornali faticano a trovare un modello di business sull’online?
«Sì. E’ una situazione triste ma i giornali devono reagire. I giornali sopravvivranno se punteranno tutto sulla credibilità. Se perdi credibilità perdi tutto. Poi devono capire come affrontare il vero cambiamento che Internet sta imponendo loro: il cambiamento della piattaforma tecnologica: è la carta stampata che non funziona più».
Vuol dire che su Internet alla fine valgono solo le regole che essa stessa si da?
«Sì, nel senso che Internet è un organismo autoregolato. Ma regolato da chi? Dagli 1,6 miliardi di persone che la usano e che si regolano da sole. Ci sono buone e cattive persone, quindi Internet è come siamo noi. E’ come uno specchio in cui guardare noi stessi».
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5 anni fa
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