Eutelia: quanto costa l'utile nel 2010
Sicuramente sarà una società più piccola quella che uscirà dalla crisi, ma almeno sarà una società in utile. Questa è la promessa del management di Eutelia ai mercati. La compagnia di telecomunicazioni che fornisce servizi avanzati a imprese ed enti pubblici ha infatti da tempo grossi problemi di redditività cui si sono aggiunti problemi di solidità finanziaria negli ultimi tempi. L'infausto mix ha costretto il management a interventi duri di rifocalizzazione sul core business.
Il più importante è stato la cessione a Omega per 96 mila euro delle attività di IT concentrate in Agile Srl. Con questo passaggio di proprietà se ne vanno 120 dei 390 milioni di euro del fatturato 2008, ma anche 6 milioni di euro di debito che passano all'acquirente. La transazione coinvolge ben 2.160 dipendenti (i sindacati hanno già chiesto indicazioni sul futuro dei lavoratori) ed è stata seguita di pochi giorni da un'altra vendita. Proprio ieri sera infatti Eutelia ha confermato la vendita di Mobyland, operatore mobile con sede in Polonia ceduto a Aero Sp. Z o.o. per 13 milioni di euro che potrebbero incrementarsi di altri 1,6 milioni di euro in base alle clausole di aggiustamento del prezzo collegate alle performance della stessa Mobyland (earn out). La posizione finanziaria netta del gruppo si alleggerisce dunque di almeno altri 13 milioni di euro.
Al 31 marzo scorso la posizione finanziaria netta di Eutelia era negativa per 68,8 milioni di euro (in lieve peggioramento rispetto ai 66,6 milioni di fine 2008). La posizione finanziaria netta al 31 dicembre del 2007 era negativa per soli 32,59 milioni di euro. Il patrimonio netto del gruppo a fine 2008 era pari a 64,4 milioni di euro (contro gli oltre 245 milioni di euro di un anno primo). Il rapporto debt/equity è dunque al di sopra dell'unità e, se si considera che gran parte del debito è di breve periodo, si capisce perché la via di rapide cessioni sia stata quella scelta per arginare la crisi.
Oltretutto il calo dei ricavi delle controllate estere (il gruppo ha sedi in Austria, Bulgaria, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria e Ucraina ma ha anche l'86% dei propri ricavi in Italia) aveva impattato già sui conti del primo trimestre. In particolare va evidenziato il costante calo di redditività della società che ha chiuso il primo trimestre con ricavi in calo da 101,8 milioni nel primo quarto del 2008 a 77,5 milioni di euro e una perdita trimestrale da 19,6 milioni contro i 15,4 milioni di euro nel corrispondente periodo dell'anno prima. Adesso il management promette il break even nel 2009 e l'utile nel 2010: il mercato incrocia le dita e attende probabili nuove cessioni. (GD)
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