Ai posteri l'ardua sentenza
Corriere delle Comunicazioni:
La proposta di Calabrò, già avallata dal ministro Romani, potrebbe aver già mosso i primi passi, almeno a dimensione locale. La Net Company - questo il nome attribuito alla new co - vedrebbe coinvolti proprio Telecom Italia, Vodafone e Fastweb. Ed è possibile anche la discesa in campo di Wind.
Al fianco degli operatori di Tlc figurerebbe anche il fondo F2I che fa capo a Vito Gamberale.
Ammonterebbe a 2 miliardi di euro l'investimento iniziale...
Rho e Latina le prime cittadine "pilota": si partirebbe dunque da aree urbane "periferiche" (il cantiere è fissato a ottobre)
Dunque, se fosse vero cio' che scrive il Corriere delle Comunicazioni, nientepopodimeno che il Presidente dell'Autorità di GARANZIA del mercato delle TLC (che deve garantire tutti gli attori del mercato), avrebbe proposto una newco alla quale parteciperebbero Telecom, Vodafone e Fastweb (i primi due, tra l'altro notificati di significativo potere di mercato nella rete fissa e/o nel mercato adiacente wireless). E potrebbe entrare Wind.Al fianco degli operatori di Tlc figurerebbe anche il fondo F2I che fa capo a Vito Gamberale.
Ammonterebbe a 2 miliardi di euro l'investimento iniziale...
Rho e Latina le prime cittadine "pilota": si partirebbe dunque da aree urbane "periferiche" (il cantiere è fissato a ottobre)
E addirittura sarebbe previsto già a ottobre l'inizio dei cantieri.
E il tutto, mentre sia IN EUROPA, sia presso l'Autorità' PER LE GARANZIE nelle Comunicazioni c'e' proprio un tavolo aperto, secondo tutte le regole e procedure di garanzia, sulle NGN.
Come dire, in Autorità c'e' un tavolo su questo argomento e, fosse vero l'articolo, il Presidente metterebbe la freccia e sorpasserebbe a destra lo stesso tavolo che lui deve garantire, escludendo degli operatori.
Non voglio credere a questa eventualità, e non credo che una personalità come il Presidente Calabrò, che parla sempre a tutto il mercato e con i corretti mezzi istituzionali, possa lasciar correre una macchia di questo genere.
Diversamente, avrebbero ragione a rimostrare, in ogni forma, i piccoli operatori (che hanno gli stessi diritti dei grandi, anzi, secondo la Costituzione devono avere una parità sostanziale di diritti, non solo formale).
Da qui all'oligopolio, il passo sarebbe breve.
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