Reti sottomarine, cresce la mappa mondiale
2008 Africa - Telecoms, Mobile and Broadband in Western Region
Telecommunications in West Africa is expected to receive a major boost from the arrival of new submarine fibre optic cables in 2008 and 2009 which will bring direct access to fibre-based international bandwidth to many countries in the region.. |
Nigeria: Govt Needs $25 Billion Investments to Achieve Vision 20 - 20-20 - Adrian Wood
Lagos — Former MTN Chief Executive, Adrian Wood, has said that Nigeria would need to attract a minimum of $25 billion (about N3.875 trillion) to leapfrog into the top 20 economies of the world by the year 2020.
Wood, who is currently Chief Executive of Brymedia West Africa Limited, in a goodwill message during the nation's 49th independence anniversary, noted that the amount is needed for Nigeria to attain 100 per cent tele-density before the year 2020.
Maggiore velocità a costi inferiori. Maturano i mercati dei Paesi in sviluppo
ROMA
Le reti sottomarine stanno conoscendo una seconda primavera. E' sostenuta da nuovi attori e committenti, dal boom di richieste di banda che vengono dai Paesi in via di sviluppo e dal progresso delle tecnologie, che consentono maggiore velocità a costi inferiori. E' per questi motivi che Ovum prevede una crescita del 26% nel 2009 e del 20% nel 2010, per il mercato delle reti sottomarine.
Nel 2008 valeva 858 milioni di dollari, +56% rispetto al 2007. Toccherà i 2, 2 miliardi nel 2014. «Se fino a 1-2 anni fa si investiva molto in reti pan-asiatiche e trans-pacifiche, adesso i nuovi cavi si concentrano sulle rotte che dall’Europa vanno all’Asia, Africa, Medio Oriente», dice Alan Mauldin, analista di Telegeography, osservatorio di ricerca specializzato in reti sottomarine.
La mappa dei nuovi cavi è quindi cartina tornasole delle zone che crescono di più, in Internet e di Tlc. In prima linea, tra i fornitori di tecnologia, ci sono i protagonisti di sempre di questo mercato: Alcatel Lucent, che secondo Ovum ha il 46% di quota; Tyco (25%). Nec e Fujitsu (20 e 8%). Il mercato è ristretto anche per gli operatori che lavorano sui cavi sottomarini: è nelle mani di Flag-Reliance, Vsnl, Global Crossing, Seacom, Asia Netcom e pochi (piccoli) altri.
«Stiamo lavorando su molti progetti in Africa, tra nord e sud America, e in Asia», conferma Enrico Banfi, responsabile marketing attività sottomarina di Alcatel Lucent. «Stanno succedendo due cose, nel settore» continua. Da una parte «ci sono progetti ingenti, come il West Africa Cable Systems: un cavo di 15mila chilometri che sarà attivo da metà 2011 e collegherà sud Africa, Africa occidentale e Portogallo. Oppure il progetto Eassy: dal sud Africa al Sudan. Sarà pronto per metà 2010».
Altri esempi notevoli sono il cavo India-Regno Unito via Mediterraneo e quello Francia-Italia-Medio Oriente (attivi dal 2010). Dall’altra «stiamo andando in zone, magari piccole, che però non hanno mai avuto cavi prima d’ora: per collegare le Hawaii alla Polinesia, da metà 2010. Oppure il primo cavo della Groenlandia, attivo da quest’anno».
La mappa mondiale dei cavi sottomarini coinvolge anche nuovi tipi di committenti dei progetti. E non solo nei paesi in via di sviluppo: è notizia recente il progetto M-tube, che metterà in comunicazione 17 sedi Mediaset con collegamenti non solo terrestri ma anche sottomarini (tra la Sicilia e la Sardegna). L’idea di fondo è che di reti sottomarine c’è un crescente bisogno: da parte di soggetti che prima potevano farne a meno e adesso non più. Il tutto sta avendo anche l’effetto di aprire, per la prima volta nella storia, opportunità per nuovi attori di questo mercato. Sia tra gli operatori sia tra i fornitori di tecnologia.
Un altro segno della maturazione di questo mercato è il bisogno crescente, da parte degli operatori dei Pvs, di avere la proprietà e il controllo totali del cavo per soddisfare proprie esigenze specifiche. Se partecipano a consorzi, invece, ne possiedono solo una quota. Il secondo piccolo terremoto, nei rapporti di forza, «è per il crescente peso di nuovi entranti che vengono da altri settori dell’Ict e che ora si distinguono in quel club dei fornitori, finora molto chiuso», dice Matt Walker, analista di Ovum. «E' il caso di Infinera, Nortel e, soprattutto, Huawei che in poco tempo è arrivata al 2% del mercato». Huawei Marine Network è nata nel 2008 come joint venture tra Huawei e Global Marine Systems.
Tra gli ultimi progetti vinti da Huawei, un cavo commissionato da Tunisine Telecom tra l’Italia e la Tunisia (sistema Hannibal); l’anno scorso ha potenziato la rete sottomarina di Telecom Italia mentre è pronta a lavorare sull’aumento della qualità dei collegamenti sulle rotte già dotate di cavi, anche nell’Atlantico e nel Pacifico
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