Viviane Reding, sogni di broadband
di: Giacomo Dotta Commenti (8)
Webnews.it ha intervistato in esclusiva Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dei Media e dell'Innovazione, per parlare di digital divide, Servizio Universale e Banda Larga. E per parlare di Italia dal punto di vista dell'UE
Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dei Media e dell'Innovazione. Il suo ruolo nel contesto delle istituzioni europee è particolarmente influente, tanto per il campo d'applicazione quanto per l'intraprendenza del suo operato. Sebbene l'UE non intervenga direttamente sulle singole legislazioni nazionali (cosa che il Commissario ripetutamente sottolinea), abbiamo comunque tentato di far leva sulla posizione privilegiata della Reding per avere a disposizione una cartina di tornasole con cui poter valutare l'operato dell'Italia dal punto di vista dell'UE.
Per questo è proprio alla Reding che ci siamo rivolti, ed è dalla Reding che abbiamo ricevuto molti ed importanti spunti per approfondire tematiche quali:
1. Separazione funzionale della Rete
2. Digital divide e possibili soluzioni
3. Servizio Universale
4. Digitale Terrestre e cultura digitale
5. La proposta di Carlo De Benedetti sull'editoria online
6. Europeana
Separazione funzionale della Rete
Da anni se ne parla tanto a livello europeo, quanto a livello nazionale: la separazione funzionale della rete è vista come una possibile soluzione ai problemi delle infrastrutture attuali perchè permetterebbe di prendere due piccioni con una fava. Occorre infatti ricordare come, partendo dal caso italiano, la rete su cui viaggiano i bit della navigazione degli utenti è di proprietà di Telecom Italia (eredità SIP). Telecom si trova così da una parte un grosso vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza (vantaggio che l'AGCOM negli anni ha limato solo in minima parte) e dall'altra l'onere di dover gestire, mantenere e rimodernare una rete ormai vetusta. La separazione funzionale, se accontentasse tutti gli operatori, permetterebbe un nuovo equilibrio da cui potrebbe nascere la nuova rete, con un finanziamento distribuito e con parità d'accesso da parte degli attori del mercato. In Italia se ne parla sì da anni, ma nessun passo è stato mai effettivamente compiuto. E nel 2007, parlando generalmente agli stati membri pur con indiretti quanto espliciti riferimenti, la Reding già professava il proprio credo: «nella telefonia fissa la concorrenza è ancora in fasce, visto che in Europa solo il 10% degli abbonati è legato a un'operatore alternativo, mentre gli operatori incumbent rappresentano ancora quasi il 100% delle quote di mercato. Solo nel Regno Unito e in Danimarca si è iniziato a fare qualche passo nella direzione giusta [...] Ma c'è ancora molta strada da fare anche nel settore della banda larga, dove gli operatori incumbent sono il 55,6% del mercato, con picchi ben oltre il 60% in molti Stati membri».
Webnews.it: Nel 2007 aveva suggerito in linea generale la possibilità di separare l'incumbent dalla rete nei paesi ove la concorrenza fosse ancora viziata da situazioni problematiche. Nel 2009 in Italia non c'è stata alcuna separazione funzionale e ci sono peraltro grandi problemi nel reperire gli investimenti per la rete di nuova generazione. Cosa ne pensa?
Viviane Reding: «Si deve notare che non è la Commissione Europea, ma i legislatori nazionali per le telecomunicazioni, a dover imporre i requisiti per la separazione. Sotto le attuali regole europee per le telecomunicazioni, il legislatore nazionale può imporre la separazione funzionale - obbligando gli operatori delle telecomunicazioni a separare la loro rete e le loro attività di servizio in qualità di provider - per risolvere i colli di bottiglia persistenti nei mercati in cui i normali rimedi legislativi non hanno affrontato i fallimenti di mercato identificati dal regolatore. La Commissione Europea deve essere informata di queste decisioni prima che siano adottate dal legislatore nazionale per assicurare che la decisione dei legislatori non porti ad una distorsione della competizione nei singoli mercati europei. La Commissione deve anche essere informata su ogni proposta da parte degli incumbent per gli impegni di separazione (che possono modificare o completare altri rimedi legislativi) prima che questi piani vengano accettati.
È importante il fatto che, nell'applicare queste separazioni, si incoraggino gli investimenti, ad esempio nella Next Generation Networks, sia da parte dell'incumbent che da parte dei nuovi entranti. Gli operatori alternativi devono avere la sicurezza di avere le stesse possibilità di accesso alla rete dell'incumbent quando la separazione è proposta dall'operatore dominante piuttosto che dal legislatore. La Commissione Europea, in funzione di guardiano, vigila sul fatto che qualunque finanziamento pubblico sia coinvolto nello sviluppo della rete di nuova generazione, debba essere in conformità con le regole europee per la concorrenza in materia di aiuti di Stato».
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5 anni fa
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